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Il governo salva le auto elettriche (per ora)

La spinta alla mobilità sostenibile non si ferma. Almeno per un po’. Fino a quando dureranno gli incentivi per l’ecobonus (che si mormora sarà davvero per poco tempo). Ma il rischio, per il mercato in forte crescita di auto elettriche e ibride plug-in, è stato reale quando alcuni giorni fa si era bloccato il meccanismo: il Fondo principale era stato svuotato di risorse con mesi di anticipo rispetto alla data prevista del 31 dicembre, che segnava la fine dei tre anni di sperimentazione introdotti dalla Legge di Bilancio 2018; inoltre il pericolo era che la dotazione di oltre 50 milioni di euro per l’extrabonus – sostanzialmente un ulteriore sconto per l’acquisto di auto a basse emissioni (comprese tra zero e 60 grammi di CO2) – non potesse esser utilizzato, essendo complementare all’operatività dell’ecobonus.

Il governo aveva promesso una soluzione che è poi arrivata con l’ultimo Consiglio dei ministri ed è contenuta nel decreto del ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili (più semplicemente decreto Mims): l’ecobonus è stato riattivato semplicemente grazie allo spostamento dei 57 milioni ‘fermi’ sull’extrabonus verso il Fondo principale di incentivi. “Per garantire e ottimizzare l’utilizzo dei fondi destinati all’acquisto di veicoli meno inquinanti, compresi nella fascia di emissione 0-60 grammi di CO2 – spiega il ministero dello Sviluppo economico subito dopo il Cdm – le risorse previste per l’extrabonus vengono riallocate sul fondo ordinario dell’incentivo ecobonus”.

E’ stato così sventato un pericolo, che portava il nome di 40mila immatricolazioni mancate, per un mercato che invece stava trainando la ripresa del settore automotive, al momento fragile sia per gli impatti innescati dal ciclone Covid sia per la precarietà della componentistica a causa della scarsità di chip e quindi di materie prime. In effetti, si possono considerare come i primi risultati della transizione ecologica, sul settore che proprio per primo aveva, e ha, bisogno di cambiare (come dimostrano per esempio le crisi aziendali di Gkn e Gianetti). Quindi, il primo cui probabilmente serve quel percorso di accompagnamento lungo la strada della riconversione industriale.

Secondo Motus-E si parlava infatti di perdite per “20-25mila di veicoli di immatricolato elettrico e altre 15mila di ibride plug-in; a cui si somma l’incertezza sul 2022, legata sia agli incentivi che ai problemi con le materie prime e i chip per l’industria”. La conseguenza, per l’associazione che raggruppa tutti gli stakeholder della mobilità elettrica, era che il mercato italiano potesse non essere più appetibile”. La richiesta del mondo produttivo era stata però chiara: trovare una soluzione immediata con un rifinanziamento e poi magari guardare alla prossima Manovra per compiere una scelta più ampia e strutturale.L’interruzione degli incentivi – era il ragionamento portato avanti – sarebbe “fortemente dannosa sia per l’aspetto pragmatico che per quello psicologico”; ovvero, significa “non frustare” la diffusione della nuova sensibilità e del forte interesse da parte dei cittadini (ma anche quello indispensabile della filiera industriale). La riattivazione dell’ecobonus è comunque carica di risorse che – secondo le previsioni – andranno bruciate in pochissimo tempo. E, senza incentivi le stime raccontano di uno stop alle vendite per le auto salva-ambiente; e di qui in avanti salva-economia. Per questo, adesso, l’obiettivo cui guardano associazioni e produttori è “una necessaria e chiara pianificazione per il prossimo triennio sia verso operatori che verso clienti finali”.

Del resto gli ultimi dati sulle immatricolazioni danno ragione alle preoccupazioni (per ora rattoppate dal governo): le auto elettriche e plug-in sono cresciute dell’83,81%, con 6.459 unità vendute soltanto ad agosto. La quota di mercato sfiora di nuovo, dopo averlo raggiunto a luglio, il 10% (ora il 9,97%): le auto elettrichesono il 4,99%, mentre le ibride plug-in il 4,98%. Il modello full electric più venduto fino al mese di luglio si conferma la Fiat 500E, al secondo posto la Smart Fortwo, seguita dalla Renault Twingo, quarto posto per la Tesla; chiude la classifica delle prime 5 posizioni, la Renault Zoe.

Il consiglio dei ministri ha anche esteso i tempi della procedura informatica, tenendo in considerazione “gli effetti prodotti dallemergenza epidemiologica, in particolare quelli legati airitardi nella produzione e all’allungamento dei tempi diimmatricolazione e consegna dei veicoli”; e così la conclusione della procedura per confermare la prenotazione dell’ecobonus potràavvenire fino al 30 giugno 2022. Una piccola attenzione, forse per recuperare il prosciugamento delle risorse che tanto stavano offrendo non soltanto al settore ma anche ai cittadini in termini di aiuto all’acquisto (che altrimenti non avrebbero più fatto). E, che pubblicamente era trapelata soltanto in modo informale, affidata allo schema di un lavoro responsabile sulla transizione ecologica in una logica di equilibrio tra tutela dell’industria e ricadute sociali”.

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