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Bce pronta a rallentare acquisti ma niente tapering

Bce

(Luxury&Finance.it) – Occhi puntati sul meeting Bce di domani, 9 settembre, nonostante non siano attese grandi novità. Anche perché, se queste ultime fossero l’annuncio del tapering o una eventuale conclusione del Pepp prima di marzo, sarebbero non gradite. La Banca centrale europea potrebbe muoversi nella direzione di un rallentamento degli acquisti pandemici, senza dunque considerare ancora il tapering.

Fabio Castaldi, Investment manager di Pictet Asset Management, nota infatti come “nonostante il recente incremento dell’inflazione e le esternazioni di alcuni falchi del board della Bce come Holzmann e Weidmann, riteniamo che possano ancora prevalere le colombe del direttorio, nel contesto di un potenziale aumento del rischio pandemico in autunno. Il rafforzamento dell’euro, sulla scia di un possibile annuncio di tapering da parte della Bce (in anticipo su quello ancora incerto della Fed), rappresenterebbe peraltro un rischio non gradito in questa fase iniziale di ripartenza dell’economia. La fiammata inflazionistica, con ogni probabilità di natura transitoria, osservata nei mesi recenti non rappresenta infatti un elemento che possa giustificare un cambio di rotta durante la riunione di giovedì prossimo”. Per quanto riguarda il Pepp, una valutazione circa la sua possibile conclusione a marzo prossimo “potrà essere fatta solo in prossimità di tale scadenza”. Di grande importanza “sarà l’esito delle elezioni di fine settembre in Germania. Dovesse prevalere una maggioranza di centro-sinistra (come i recenti sondaggi sembrano indicare), politiche fiscali espansive in Germania ed altrove spingerebbero i rendimenti al rialzo in assoluto, ma con spread periferici in restringimento. Questo scenario, accompagnato da un Pepp ancora a pieno regime, andrebbe a premiare posizioni in acquisto della periferia europea (Btp in testa) e in vendita di Bund tedeschi”.

Potrebbe ridursi il ritmo degli acquisti di obbligazioni se la Bce volesse evitare di utilizzare l’intera dotazione del Pepp molto prima della data prevista per la fine del programma. E questo, “alla luce del recente aumento dell’inflazione e delle dichiarazioni di alcuni falchi del consiglio (i soliti Holzmann, Weidmann)” evidenzia Adrian Hilton, Head of Global Rates and Emerging Market Debt di Columbia Threadneedle Investments. “Farlo in questa riunione è ragionevole: il ritmo è stato aumentato a marzo in risposta a un inasprimento indesiderato delle condizioni di finanziamento. E mentre il rumore dei falchi ha contribuito a un leggero aumento dei rendimenti nell’ultima settimana, le condizioni sono molto più favorevoli di sei mesi fa. Inoltre, la Bce in questa riunione farà quasi certamente alcune revisioni al rialzo delle sue previsioni di crescita e di inflazione, il che aiuterebbe a spiegare un ritmo di acquisto ridotto”.

Per Pasquale Diana, Senior Macro Economist di AcomeA sgr, “è probabile che la Bce indicherà nella riunione di giovedì una riduzione del ritmo di acquisti del Pepp. Il quadro macroeconomico appare favorevole e le condizioni finanziarie sono diventate più espansive nelle ultime settimane. Ne consegue, quindi, che la Bce abbia, al momento, un minor bisogno di supportare il mercato di quanto avesse indicato in precedenza”. Chiaramente, questo non equivale al tapering di cui si parla per la Fed, “in quanto non si tratta di un processo lineare ed è possibile, qualora le condizioni del mercato lo richiedano, che la Bce torni ad incrementare il ritmo degli acquisti nel primo semestre 2021. In generale, mi sembra probabile che il Pepp si concluda a marzo, visto che non vedo margini per un accordo sulla sua estensione”. Giuseppe Zaffiro Puopolo, Portfolio Manager di Moneyfarm, evidenzia che nei precedenti meeting la Bce ha mostrato molta cautela nelle proprie affermazioni e volontà di agire in maniera graduale con il miglioramento dello scenario macroeconomico. “A nostro avviso, la riduzione del ritmo di acquisti è inevitabile, ma la Banca Centrale ha mostrato tutte le intenzioni di procedere con cautela e di non voler sorprendere i mercati finanziari. Al momento sembra quindi poco probabile che il Pepp possa essere interrotto bruscamente a marzo 2022 senza compensare parte di quegli acquisti con altri interventi di sostegno monetario”.

L’’osservato speciale’ è ancora una volta l’inflazione e quindi alla risposta che daranno le banche centrali. Per Rocco Bove, Head of Fixed Income di Kairos, “un primo segnale è arrivato dal meeting di Jackson Hole durante il quale Powell ha scelto di adottare una modalità molto soft di accompagnamento del mercato americano verso una fase di tapering, chiaramente preoccupato dalla recrudescenza del virus a causa del diffondersi della variante delta. Powell ha confermato un atteggiamento molto dovish ma ha anche fatto intendere che, a fronte di un’inflazione salariale in aumento, la strada sarà chiaramente quella del tapering”. Al contrario, per la Bce, il percorso “non è invece altrettanto chiaro: nell’appuntamento previsto proprio questa settimana, Christine Lagarde sarà chiamata ad un difficile momento di equilibrio. Probabilmente per la Bce è presto per intraprendere la strada del tapering, nonostante l’inflazione in Europa sia in salita”. La scelta della tempistica e della terminologia che adotteranno le Banche Centrali “sarà fondamentale per guidare il sentimenti dei mercati”. Tomasz Wieladek, International Economist, T. Rowe Price, dichiara che “alcuni interventi degli scorsi giorni hanno cambiato la mia opinione in merito a quanto potrà succedere in questa riunione. Le previsioni di crescita e inflazione saranno riviste al rialzo per il 2021, sebbene la Bce continuerà a trascurare l’inflazione. Ad agosto l’euro si è deprezzato e i rendimenti dei Bund si sono mantenuti attorno ai -50 punti base per lungo tempo. Di conseguenza le condizioni finanziarie sono molto più favorevoli rispetto all’ultimo meeting della Bce. In un discorso recente, il Capo Economista Philip Lane ha puntualizzato che l’Eurotower si concentra sulle condizioni di finanziamento (per esempio le variabili di outcome), piuttosto che sul ritmo specifico del Pepp. Il Governatore della Banca centrale francese, Villeroy de Galhau, ha alluso ad un possibile rallentamento degli acquisti del Pepp nel quarto trimestre. Anche il Governatore austriaco Holzman, un falco, si è espresso favorevolmente per questa soluzione. In base alle recenti dichiarazioni dei policy maker, le possibilità che a questo meeting venga annunciata una riduzione nel ritmo di acquisti del PEPP sono superiori al 60%. Questo in parte è già stato prezzato.

Nel Global Credit Bullets di lunedì, Algebris prevede che le possibilità di un grande cambiamento di rotta nella politica monetaria della Bce sono scarse. La discussione sul mercato è stata dominata dal potenziale per un piccolo taglio agli acquisti del Pepp. Mentre qualche alterazione è possibile, sembra improbabile vedere un grande cambiamento in questa fase e la Bce non enfatizzerà le possibili variazioni del piano con mosse audaci. La riunione porterà pochi cambiamenti nella posizione monetaria”.

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