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Università, al via i dottorati comunali

Come possono la ricerca e l’università contribuire allo sviluppo dei nostri territori? La risposta è senz’altro articolata e fatta di tanti pezzi diversi; ma dentro questa risposta ci sono sicuramente i dottorati comunali. Di cosa si tratta? Di dottorati che – come tutti gli altri – sono accreditati presso le università italiane, semplicemente con un focus nelle attività di ricerca su temi di interesse dei Comuni delle aree interne del Paese.

Stiamo parlando di una misura sperimentale, nata grazie ad un emendamento che avevo presentato coi colleghi deputati iscritti a Movimenta, approvato un anno fa (!), e che adesso è pronta a partire grazie al bando varato nei giorni scorsi dall’Agenzia per la Coesione Territoriale.

Fino al 20 settembre – e questo è uno dei pochi punti deboli del bando: i tempi particolarmente stretti – i Comuni delle aree interne potranno candidarsi ad accedere ai fondi (complessivamente 3 milioni all’anno per 3 anni) e partecipare alla sperimentazione. Dovranno dimostrare di avere un accordo con un’università e specificare i contenuti disciplinari del dottorato che intendono attivare, così da accedere alla borsa che sarà pari a 25 mila euro annui per il triennio 2021-2023.

Aumentare il raccordo tra università e enti locali, aumentare la conoscenza dei territori, la ricerca e la valutazione delle politiche pubbliche sarà sempre più importante, e con i dottorati comunali andiamo in questa direzione. Sarà un’opportunità anche per molti giovani, che potranno dedicare il loro impegno e le loro ricerche ai territori di appartenenza o origine, e in questo modo contribuire a ripensare lo sviluppo locale.

Adesso tocca ai Comuni candidarsi, e tocca a ciascuno di noi portare l’informazione rispetto a questa opportunità fino al più piccolo centro delle nostre aree interne. Tocca ai Comuni, ma subito dopo toccherà alle università e ai neo-dottorandi. Tra greenpass e Afghanistan, misure come queste finiscono inevitabilmente per passare in secondo piano, vengono considerate “piccole a piacere”. Quando sono, in realtà, significative: per i giovani che coglieranno questa opportunità, per ripensare e riscattare le aree interne, e per il valore di sperimentazione nazionale che questi dottorati comunali avranno. Se funzioneranno – e dovremo misurarne bene la qualità e l’impatto – potranno essere replicati ed estesi a tutto il Paese.

Intanto, come prossima tappa, varrà sicuramente la pena organizzare un momento di confronto pubblico con tutti i Comuni, le università e i vincitori delle borse di studio una volta che questo processo sarà concluso. Dobbiamo da subito cominciare a costruire questa nuova comunità di ricerca e cura dei nostri territori.

 

Qui tutte le informazioni sui dottorati comunali:

https://www.agenziacoesione.gov.it/opportunita-e-bandi/bandi-per-dottorati/

Qui il bando:

https://www.agenziacoesione.gov.it/wp-content/uploads/2021/09/bando-dottorati-comunali.pdf

Qui la proposta iniziale, elaborata da Movimenta con la collaborazione di CBLab:

https://www.movimenta.info/sites/default/files/2021-03/Movimenta-dottorati-comunali.pdf

*Alessandro Fusacchia, deputato

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