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NFL, già alle spalle la crisi Covid

Dodici miliardi di dollari in entrate nell’anno della pandemia, registrando pure perdite di quattro miliardi rispetto all’anno precedente. Soprattutto, un contratto record (e rivoluzionario) strappato alle tv americane e gli ultimi dati sull’aumento del valore medio delle franchigie. La National Football League (NFL) che è partita da un paio di giorni è davvero forse l’unica competizione che si è lasciata alle spalle la crisi dettata dal Covid-19. E non solo perché sugli spalti delle 32 squadre del campionato non c’è alcun limite per l’affluenza dei tifosi.

Certo, la crisi ha lasciato dei segni, i miliardi prodotti dal sistema Nfl nel 2019 erano stati 16, ma le restrizioni, le assenze sugli spalti e un Super Bowl a inizio 2021 con una piccola parte di pubblico presente non hanno ostacolato la crescita media del valore delle società.

Secondo Sportico, i Dallas Cowboys sono la squadra che vale di più, 6,9 miliardi di dollari (il 29% rispetto alla seconda in classifica, i New England Patriots) e anche quella che dovrebbe andare oltre il miliardo di entrate nel 2021, assieme al Barcellona (però indebitato fino al collo). Invece per la franchigia texana, ipotizza sempre Sportico, il successo potenziale nel prossimo Superbowl porterebbe a incrementare le entrate del 50%. Peccato che abbia vinto solo quattro partite di playoff negli ultimi 25 anni. Ma la crescita del valore dei Cowboys non conosce i limiti del campo e così la lega, che per intercettare i favori del pubblico americano ha deciso di consentire l’esibizione sui caschi degli atleti di messaggi sociali, da End Racism a Stop Hate, in vicinanza ai movimenti civili contro l’intolleranza come Black Lives Matter.

Insomma, il football, nonostante la pandemia, le polemiche costanti per il gioco violento e per i potenziali danni cerebrali da placcaggi e contatti, tira. Al punto che lo scorso marzo, con entrata in vigore dal 2023 (fino al 2033) la lega ha stipulato un accordo rivoluzionario con le tv, che dovrebbe essere studiato con attenzione anche dal calcio europeo: cessione dei diritti tv sul torneo destinato a far discutere: 105 miliardi di dollari (90 miliardi di euro). Un contratto che ha visto seduti al tavolo i network generalisti Abc, Cbs, Fox, Nbc, il canale sportivo Espn e anche Amazon. Cbs (Viacom Cbs) e Fox continueranno a trasmettere le partite della domenica pomeriggio (che andranno però anche in streaming sulla rilanciata piattaforma Paramount+ di Cbs), Nbc manterrà i diritti sul Sunday Night Football (l’appuntamento più seguito dai telespettatori americani), i match del Monday Night Football resteranno su Espn (di proprietà di The Walt Disney Company, come Abc), che però entrerà anche nella rotazione per il Super Bowl (ogni edizione della finale viene trasmessa da un network diverso). Amazon, in cambio di 1,3 miliardi di dollari, avrà invece l’esclusiva per un incontro del Thursday Night Football, che andrà in streaming su Prime Video, con le prime partite trasmesse il prossimo anno, 12 mesi prima dell’accordo in vigore. Ma è l’entità a lasciare a bocca aperta.

In pratica la Nfl, nell’era della pandemia, raccoglie dai media nel prossimo decennio il doppio di quanto incassato nel decennio precedente. Ed è pure un accordo pionieristico, perché per 11 anni Cbs, Nbc e Fox potranno riprodurre in streaming le partite trasmesse sulla tv tradizionale. La distanza con altre leghe è abissale. La Nba, per esempio, è ancora sotto contratto con Turner Sports fino al 2024 (accordo di nove anni) per 24 miliardi di dollari complessivi e partite in onda su Abc, Espn, Tnt, Nba tv e le piattaforme digitali e tratta il rinnovo per 75 miliardi di dollari in nove anni.

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