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Germania, le elezioni che pesano di più in Europa

mario draghi angela merkel coronavirus

Ci vorranno settimane per arrivare a un nuovo governo in Germania. Ma le elezioni tedesche sono comunque un punto di riferimento anche per il resto dell’Europa. Il dopo Angela Merkel sarà un fattore cruciale per definire l’Europa post pandemia, quella che dopo lo sforzo gigantesco dell’emergenza Covid e l’impegno del Recovery Fund (voluto e sostenuto anche da Angela Merkel) dovrà darsi nuove regole e nuovi obiettivi.

Il sistema elettorale tedesco impone per la formazione del governo alleanze costruite sui numeri usciti dalle urne, con un assetto che fisiologicamente è portato a scontare compromessi, aggiustamenti e tensioni programmatiche. Con le differenze sostanziali tra i due sistemi politici, si potrebbero accostare alle tre maggioranze in una stessa legislatura che si sono avvicendate in Italia. C’è però un fattore chiave che distingue i due contesti. In Germania, guardando alla storia, la stabilità è comunque un valore che prevale.

Anche per questo, le prossime settimane sono destinate a lasciare un segno, e a dare un verso, anche agli equilibri di potere a Bruxelles. Guardando alle ultime proiezioni, salgono le probabilità per il leader socialdemocratico Olaf Scholz di essere l’unico candidato a formare un nuovo governo. E questo sarebbe un epilogo significativo anche per l’orientamento che un governo a guida Spd potrebbe contribuire a definire.

La questione, che nasce tutta politica, ha conseguenze economiche enormi. Un’Europa che tornasse drasticamente rigorista potrebbe disperdere il patrimonio di consenso e di coesione che la reazione alla pandemia Covid ha costruito. Un’Europa impegnata in una illuminata gestione della politica fiscale, che consenta di portare avanti la profonda trasformazione disegnata con il Next generation Eu, potrebbe rendersi protagonista di un importante recupero di peso nella competizione globale.

Un ruolo decisivo in questo senso lo gioca l’assetto post Merkel a Berlino.

Altrettanto rilevante, nella definizione dell’Europa che verrà, sarà il ruolo di Mario Draghi e dell’Italia. L’addio di Angela Merkel comporta inevitabilmente un vuoto di leadership politica. Draghi l’ha già ereditata ma è evidente che la sua capacità di incidere sarà proporzionata sul ruolo che avrà nei prossimi anni. Una cosa è sedersi al tavolo stando a Palazzo Chigi, altra cosa è provare a consigliare, indirizzare e persuadere dal Quirinale.

Prima in Germania, e poi in Italia, si costruirà il profilo reale della prossima Europa. E le scelte che saranno fatte potrebbero incidere per anni.

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