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Il doppio binario di Salvini, la barra dritta di Draghi

Pace fatta, fino alla prossima dichiarazione di sfida. Il doppio binario del leader della Lega Matteo Salvini si infrange, sistematicamente, sul metodo imposto dal premier Mario Draghi: barra dritta sulla rotta dell’agenda di governo, che non permette nè soste nè improvvise virate.

La nota di Palazzo Chigi recita la versione ufficiale. “Al centro del colloquio, che si è svolto in un clima cordiale e costruttivo, il tema della crescita economica. E’ stato confermato l’impegno del Governo a evitare ogni aumento della pressione fiscale e a proseguire nel percorso delle riaperture, tenendo conto del miglioramento della situazione epidemiologica”.

Le parole con cui Salvini, su twitter, sintetizza il faccia a faccia di un’ora con il premier, che arriva dopo l’assenza in Cdm dei ministri del Carroccio e gli scambi a distanza sulla revisione del catasto, sono utili per inquadrare il Salvini istituzionale: “Incontro molto utile: proposte e soluzioni condivise e impegno a confrontarci sul futuro dell’Italia ogni settimana. I giornali scrivano ciò che vogliono: un rapporto leale, franco e diretto risolve ogni problema e trova soluzioni”.

I giornali, però, in linea di massima, scrivono quello che emerge quando a parlare è il Salvini da campagna elettorale, quello che parla come fosse il leader dell’opposizione e non un azionista della maggioranza. La reazione del segretario del Pd, Enrico Letta, è significativa. “È sempre il solito film”, dice, e aggiunge: “Salvini racconta al paese una storia poi va a Palazzo a Chigi e tutto torna come prima. Non mi sembra una grande novità. Ormai è anche stancante commentare questo teatrino”.

Una ricostruzione di parte, ovviamente. Ma il doppio binario su cui si muove il leader della Lega è scritto nelle dichiarazioni che ancora stamattina promettevano battaglia. Anche se ribadivano la fiducia nel premier. “Se Draghi mi dice non aumento le tasse, mettiamolo per iscritto. Di lui mi fido, di altri no. Se viene un Monti? Con quella delega in bianco uno può aumentare le tasse e qualcuno mi direbbe, Salvini ma tu c’eri?”.

È evidente che un altro premier, con un’altra maggioranza e in un contesto diverso, si sarebbe dovuto fermare, mettendo in discussione l’approvazione della delega fiscale. Non è stato così, Draghi è andato avanti e lo farà ancora. Nella conferenza stampa sulle misure del Pnrr per la scuola e la ricerca, è stato costretto a ribadire il concetto. “Ho già detto che il governo non segue il calendario elettorale: è il momento di chiudere e i tempi iniziano a essere corti. C’è un numero rilevante di provvedimenti da appovare entro l’anno, abbiamo sempre mantenuto gli impegni e non vogliamo smettere ora”.

Cosa aggiunge allora l’incontro di oggi? Poco, da un punto di vista sostanziale. Abbastanza, da un punto di vista formale. Il doppio binario ci sarà ancora, con il Salvini istituzionale a contraddire il Salvini barricadero. E Draghi continuerà ad andare per la sua strada. Come, con ogni probabilità, ha ribadito de visu. Ma il passaggio di oggi a Palazzo Chigi è servito a ristabilire le misure, a rimettere in chiaro dove si sta andando e a quale velocità è necessario procedere.

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