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I green bond possono cambiare l’ambiente e la finanza

L’Unione Europea sta procedendo a ritmo serrato. Oggi la Commissione ha emesso per la prima volta sul mercato obbligazioni Green bond a lungo termine. Si tratta di un primo pacchetto del valore di 12 miliardi di euro, con una scadenza a 15 anni, che sarà utilizzato per finanziare il programma Next Generation EU. Nel complesso, il programma prevede l’emissione di titoli “verdi” per un totale di 250 miliardi di euro, rappresentando un terzo del valore totale del NGEU. Tutti i proventi saranno destinati a finanziare progetti volti alla transizione ecologica, inclusi l’efficienza energetica, la lotta ai cambiamenti climatici e l’energia pulita.

A partire dalla metà di giugno, Bruxelles ha cominciato a collocare titoli a breve, medio e lungo termine sul mercato attraverso aste pubbliche. Finora sono stati raccolti oltre 45 miliardi di euro, e la domanda è stata significativamente superiore all’offerta. Oggi è stato effettuato anche il debutto dei bond ecologici sul mercato finanziario, avvenuto attraverso un sindacato di banche composto da Bank of America Corporation, Credit Agricole, Deutsche Bank, Nomura e Td Securities. Gli ordini ricevuti hanno già raggiunto un record di 135 miliardi di euro. Si tratta di un evento epocale che farà dell’Unione Europea un emittente “seriale” di titoli nei prossimi anni, con una raccolta sul mercato quanto più “differenziata e flessibile”.

Tra le obbligazioni verdi e quelle tradizionali, Bruxelles si propone di raccogliere almeno 150 miliardi di euro l’anno attraverso il mercato per finanziare il Fondo per la Ripresa fino al 2026, da distribuire tra gli Stati membri. Quest’operazione è sperata da molti come una misura strutturale, non legata solo alla necessità di finanziare i Piani nazionali per affrontare la crisi economica e sanitaria. Il dibattito in Europa è aperto e si collega al pacchetto di riforme proposte dalla Commissione, conosciuto come “Fit for 55”, che mira a contrastare i cambiamenti climatici. Queste iniziative politiche e legislative hanno l’obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra del 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990, per raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050. Pertanto, il Green Deal europeo avrà bisogno di nuovi finanziamenti per realizzare progetti ambiziosi entro meno di dieci anni. Si stima che ogni anno saranno necessari tra i 250 e i 260 miliardi di euro aggiuntivi. Gli strumenti obbligazionari “verdi”, quando termineranno gli aiuti previsti dal Fondo di Ripresa, potrebbero diventare una fonte di finanziamento essenziale.

Quest’estate la Commissione ha presentato lo “Standard europeo per le obbligazioni verdi”, che non deve essere confuso con i titoli collegati al NGEU e che dovrà seguire un normale processo di negoziazione tra il Consiglio e il Parlamento di Strasburgo. Lo scopo è sempre quello di incentivare il finanziamento di tutti i progetti che hanno un impatto positivo sull’ambiente, ma anche di stabilire regole precise per una finanza sostenibile, definendo innanzitutto quali attività economiche possono essere considerate tali. È previsto un regolamento che introdurrà standard rigorosi per chiunque desideri emettere obbligazioni verdi sul mercato, al fine di tutelare gli investitori. Si tratta di un progetto complesso, ma l’importante è riuscire a canalizzare importanti flussi di capitali verso settori che sono funzionali al raggiungimento degli obiettivi del Green Deal europeo. La frontiera è aperta e si stima che sul mercato globale le obbligazioni verdi abbiano raggiunto un valore totale di circa 1000 miliardi di dollari un anno fa, con una domanda in costante crescita. Se desideriamo, il futuro della finanza potrà assumere una colorazione verde.

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