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Ottobre, tempo di educazione finanziaria

annamaria lusardi edufin

L’Italia, dicono i dati Ocse, è fanalino di coda nelle conoscenze di base dell’economia. Ecco perché il comitato EduFin promuove, per il quarto anno, il mese dedicato a iniziative che coinvolgono pubblico e privato. La versione completa di questo articolo, a firma di Barbara Acquaviti, è disponibile sul numero di Fortune Italia di ottobre 2021.

MAGARI CONOSCETE già il caso della bolla dei tulipani del 1637. Però non avete mai sentito la storia della prima grande crisi finanziaria innescata da strumenti con finalità speculative raccontata dalla voce di un bambino, com’è capitato invece agli abitanti di Paglieta, comune in provincia di Chieti. Allievi che diventano insegnanti per spiegare agli adulti come funziona il mercato o la legge della domanda e dell’offerta. È quello che succede a ottobre, in occasione del mese dell’educazione finanziaria.

Un appuntamento che quest’anno si ripete per la quarta volta con eventi sparsi su tutto il territorio italiano promossi da istituzioni nazionali, locali, culturali, bancarie. Webinair, seminari, giornate di studio aperte a tutti in università, spettacoli o anche giochi, come per esempio la caccia al tesoro a tema economico organizzata dal Politecnico di Milano.

Nel 2020, nonostante le restrizioni dovute a Covid, sono state oltre 600 le occasioni per parlare di cultura finanziaria, assicurativa e previdenziale. A promuovere l’iniziativa è il Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria, nato su spinta dell’allora ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, dopo la crisi bancaria del 2017.

A presiederlo è Annamaria Lusardi, economista italiana che da sempre lavora negli Stati Uniti e insegna alla George Washington University school of business. “Io ritengo che il livello di scolarizzazione di un Paese e quello delle conoscenze finanziarie dovrebbero entrare nelle statistiche nazionali come il Prodotto interno lordo. Oggigiorno non basta più guardare all’andamento del Pil o dell’export, è necessario guardare anche alla capacità e alla formazione delle persone”, spiega. E se si leggono i dati, l’Italia è tristemente fanalino di coda.

La versione completa di questo articolo è disponibile sul numero di Fortune Italia di ottobre 2021. Ci si può abbonare al magazine di Fortune Italia a questo link: potrete scegliere tra la versione cartacea, quella digitale oppure entrambe. Qui invece si possono acquistare i singoli numeri della rivista in versione digitale.

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