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Ballottaggi, se la politica diventa questione per pochi

Il dato sull’affluenza al primo turno delle elezioni amministrative ha fatto suonare l’ennesimo campanello d’allarme. I primi dati sul numero dei votanti ai ballottaggi confermano una tendenza inquietante: la politica sta diventando una questione per pochi.

Colpa della politica, si dice. E sicuramente la prima responsabile non può che essere la qualità dell’offerta politica. Aggiungendo qualche altro dato si può andare anche un po’ oltre. A mancare all’appello è sempre con maggiore evidenza il voto dei giovani. E quelli che vanno ai seggi lo fanno dichiarando spesso di farlo ‘per dovere’.

Alla politica poco attrattiva si somma una carenza di educazione. Deve arrivare dalle famiglie e deve arrivare dalla scuola. Ritrovare e ricostruire il senso della partecipazione alla vita politica, alla condivisione della gestione della cosa pubblica, è responsabilità di tutti, giovani e meno giovani. Si può iniziare portando i bambini ai seggi, spiegando cosa vuol dire votare, perché non è solo un gesto dovuto. Si deve continuare parlando del valore del voto in tutte le sue declinazioni e ogni volta sia possibile farlo.

Sono i comportamenti degli adulti a determinare i comportamenti dei ragazzi. Limitarsi a descrivere i giovani disinteressati e apatici, considerarli incapaci o addirittura inadatti a produrre pensiero politico, vuol dire rendersi complici di un progressivo e rapido deterioramento della società.

Andate a votare, sempre e comunque. Per sostenere il vostro candidato, per esprimere una scelta che premi il migliore o il ‘meno peggiore’. Fatelo anche per contribuire a un atto di educazione.

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