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Rinnovabili, La Camera (Irena): Bisogna investire 1,3 trilioni l’anno

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La transizione ecologica passa, ovviamente, dalle rinnovabili: durante il quarto Forum Sostenibilità di Fortune Italia, Francesco La Camera, direttore generale di Irena (Agenzia internazionale per le energie rinnovabili) ha spiegato quanto stiano crescendo, ma anche quanto questa crescita non sia ancora sufficiente. E ha ricordato quali siano le quantità di investimenti necessarie per rimettersi al passo con gli impegni necessari per scongiurare le conseguenze peggiori della crisi climatica. La Camera è stato intervistato da Carlo Maria Medaglia, Vice Presidente PTSCLAS e Professore della Link Campus University.

Per spiegare quanto sia cambiato lo scenario dell’energia pulita negli ultimi anni, La Camera cita il caso dell’idrogeno. “L’idrogeno serve a elettrificare settori che non lo potrebbero essere, come l’industria pesante e i trasporti a lungo raggio. Entro il 2050 l’idrogeno rappresenterà il 12% dei consumi ma questa previsione potrà essere ritoccata”. E i motivi possono essere individuati tutti nell’ultimo anno. “A luglio dello scorso anno Bloomberg diceva che l’idrogeno verde sarebbe diventato conveniente nel 2050. Poco dopo noi dell’Irena abbiamo sostenuto che sarebbe diventato competitivo già nel 2030. Po nella scorsa Assemblea generale di Irena le imprese ci hanno detto che al 2025 saranno già in grado di produrlo a livelli competitivi. Ora l’Arabia Saudita già dice che l’idrogeno verde può essere conveniente da subito. In un solo anno è cambiata completamente la prospettiva”. La stessa visione di Irena sulle rinnovabili come cardine del sistema energetico 10 anni fa veniva considerata “estremista”. Oggi tutti riconoscono che le rinnovabili saranno fondamentali nel futuro dell’energia.

I numeri delle rinnovabili

Per capire questo futuro, La Camera snocciola qualche numero: oggi abbiamo circa un 14% di energie pulite sull’intera quantità di energia consumata a livello mondiale, “dobbiamo arrivare a tre quarti per l’intero sistema”. L’elettrificazione è arrivata a una quota del 25% sulla totalità dei consumi: deve salire al 60% del sistema, e in quella quota di elettrico le rinnovabili dovrebbero avere il 90%. Il sistema insomma avrà una presenza dominante delle rinnovabili “con il complemento dell’idrogeno e della biomassa sostenibile”.

Altri numeri da tenere a mente: quelli sugli investimenti. “Nel nostro scenario net zero 2050, che prevede il rispetto del limite del surriscaldamento globale a 1,5 gradi, abbiamo considerato che occorre portarli a 131 trilioni di dollari, un incremento di 31 trilioni di dollari rispetto ai piani attuali, il che vuol dire 1,3 trilioni di dollari all’anno da investire sulle rinnovabili”. Il picco più alto di questi investimenti però deve avvenire in questo decennio. Nell’immediato, bisogna “triplicare gli investimenti rispetto allo scorso anno, che peraltro è stato un anno record perché sono stati installati 260 GW di rinnovabili, 50% in più rispetto all’anno precedente e l’80% della capacità energetica installata lo scorso anno”.

Il ruolo di Irena

Per aiutare questa accelerazione, dice La Camera, Irena sta cercando di adottare nuovi approcci per aiutare i governi nella transizione. “Irena tradizionalmente è stata una knowledge base, che si occupa di sollevare il caso delle rinnovabili dando info su costi rinnovabili e tecnologia, offrendo anche scenari per muoversi verso un sistema energetico decarbonizzato”. Negli ultimi due anni però Irena sta aggiungendo anche un lavoro sul campo per essere di maggiore aiuto ai Paesi e “facilitare il matching tra risorse finanziarie e investimenti. Abbiamo supportato 72 paesi per presentare i loro impegni alla Cop26 e stiamo lavorando anche per estrarre idee progettuali da quei documenti”. Questo attraverso la “Climate investment platform, con 300 partner di cui 60 agenzia multilaterali, e ancora banche di sviluppo e aziende private”. E poi ancora la costruzione di una banca dati di progetti per assicurare che siano finanziabili e “la creazione di investment forum in giro per il mondo”.

Nel cammino verso la decarbonizzazione La Camera ricorda il ruolo dell’Unione Europea. Il direttore generale di Irena definisce il Fit for 55 per l’azione climatica un “capolavoro”. L’Unione europea nel discorso energetico e climatico “è un partner decisivo. Ha creato le premesse per un ulteriore slancio di impegni presi dai Paesi già prima della Cop26 di Glasgow”. E questo nonsostante l’Europa non sia “una grande area di inquinamento”.

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