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Pa, accordo sul contratto dei ministeri: aumento di 117 euro lordi

concorso sud -sede ministero pubblica amministrazione

Raggiunto l’accordo per il rinnovo del contratto dei lavoratori delle funzioni centrali delle amministrazioni pubbliche che riguarda ministeri, agenzie fiscali ed enti pubblici non economici come l’Inps. La pre-intesa, che copre il triennio 2019-21 è stata firmata da Aran e dai sindacati del pubblico impiego di Cgil, Cisl e Uil. Non ha sottoscritto l’Usb. Ora è richiesto anche il via libera delle assemblee.

L’aumento medio salariale per il rinnovo del contratto dei ministeri e pari a 117 euro lordi per la fascia degli assistenti amministrativi (ex area B3). Lo fanno sapere fonti sindacali, spiegando che si tratta a partire da gennaio di un aumento netto di 90 euro mensili.

“Sono molto soddisfatto della firma della preintes”, “una trattativa durata otto mesi e fatta interamente a distanza. Niente riti notturni. Ringrazio i sindacati, anche chi non ha firmato il contratto, per la grande collaborazione in un confronto che è stato anche aspro, ma alla fine ha portato a un risultato molto positivo”, ha commentato il presidente dell’Aran, Antonio Naddeo.

“Dopo venti anni abbiamo rivisto l’ordinamento professionale, istituito una nuova area per le elevate professionalità, e, per la prima volta in un Ccnl, regolamentato il lavoro agile. Ora ci concentriamo sugli altri contratti Sanità e Funzioni locali per arrivare al più presto alla firma”, aggiunge.

Molto soddisfatto il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, che si dice “felice e orgoglioso” per la firma della pre-intesa. “Con il contratto, linfa del cambiamento – spiega – ridiamo centralità e dignità al capitale umano che muove la macchina amministrativa del Paese e che è stato protagonista indiscusso della tenuta italiana davanti alla tragedia della pandemia. La firma odierna, apripista per gli altri comparti, a partire da sanità ed enti locali, è la conclusione di un percorso di negoziati basati sulla fiducia reciproca, sulla responsabilità e sulla partecipazione”.

Tra le principali novità ci sono proprio i contenuti del Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale che il 10 marzo Brunetta aveva firmato con i sindacati: la riforma degli ordinamenti professionali e delle carriere, finanziata con appositi stanziamenti appena approvati nella legge di bilancio; la creazione di una quarta area per i funzionari dedicata alle ‘elevate professionalità’; il potenziamento della formazione e dello sviluppo delle competenze, centrale nel disegno riformatore del ministero per sostenere la transizione digitale; la regolazione del lavoro agile, che sancisce il superamento dello smart working emergenziale a favore di una modalità di lavoro strutturata, con diritti a tutela dei lavoratori e condizioni precise a garanzia della soddisfazione di cittadini e imprese.

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