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Lascio Fortune Italia, grazie a tutti

Ho pensato tante volte al giorno in cui avrei scritto questo pezzo. Avrei voluto che fosse più lontano ma ci sono cose che succedono comunque, con tempi e modalità che non sono quelle attese. Dal 1 gennaio lascio la direzione di Fortune Italia.

Sono passati quasi quattro anni da quando ho iniziato a lavorare a quella che sarebbe diventata una nuova testata. L’intuizione era semplice ma essenziale: dovevamo pensare una cosa che non ci fosse già, andando a riempire uno spazio vuoto. Siamo partiti da zero, con molte idee e poche certezze, e abbiamo costruito quella che oggi è una realtà editoriale solida. Abbiamo vinto la nostra scommessa, quella di importare in Italia il giornalismo di qualità di Fortune, facendone un modello riconosciuto e sostenibile. Abbiamo attraversato fasi diverse, gestito passaggi complessi, e guadagnato un rapporto importante con una comunità di interlocutori e di lettori che oggi costituisce un patrimonio da valorizzare.

Qualsiasi elenco di cose fatte, per quanto dettagliato, sarebbe riduttivo. Abbiamo sollevato problemi, cercato soluzioni, dato voce a chi aveva qualcosa da dire. Ci siamo occupati di impresa, di lavoro, di economia e di politica, perché è dalle scelte politiche che dipendono buona parte dei fattori che influenzano le opportunità e i rischi per il tessuto produttivo. Abbiamo pubblicato inchieste e interviste importanti, dalla prima al Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco a tutte le altre, abbiamo raccontato storie significative, abbiamo preso posizione e ci siamo schierati dalla parte che abbiamo ritenuto essere quella giusta. Abbiamo fatto i giornalisti, abbiamo osato, cercando sempre di fare le cose a modo nostro. Abbiamo anche sbagliato, ma quando l’abbiamo fatto abbiamo anche provato ad ammetterlo.

Fortune Italia è cresciuta grazie al lavoro di tanti – editore, redattori, collaboratori, manager e tecnici – che ringrazio per il contributo decisivo che hanno saputo dare a quella che va letteralmente definita un’impresa. Siamo nati dentro una crisi economica, abbiamo attraversato una pandemia che si sta allungando oltre ogni previsione, e non abbiamo mai smesso di crescere. Un passo alla volta, nell’ostinata convinzione che ne valesse la pena.

Ogni editoriale di addio, compreso questo, viene scritto cercando di tenere un equilibrio inevitabilmente precario. Ma il rapporto che mi lega a questa testata e ai lettori di questa testata, a voi, mi suggerisce di essere più trasparente possibile. Sarei rimasto volentieri al mio posto, soprattutto ora che ci sono tutte le condizioni per costruire ancora, a partire da un conto economico sano e da un potenziale di sviluppo evidente. Ma proprio in questa fase sarebbe stato indispensabile condividere fino in fondo la strada che si vuole percorrere. Fortune Italia non è e non deve essere di un direttore, ha una proprietà che fa le proprie scelte. Non sono più le mie ma sono legittime e vanno rispettate. Anche, come in questo caso, facendo un passo indietro.

Separarmi dalla ‘mia’ Fortune Italia è soprattutto un atto di rispetto per la sua storia, relativamente giovane ma importante. Lascio una macchina che funziona, che può andare lontano e che va guidata con cura. Sono certo che chi verrà dopo di me sarà capace di farlo.

Grazie a chi ha reso possibile il lavoro che è stato fatto e grazie a ognuno di voi. E, ovviamente, buon anno a tutti!

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