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I dem Usa non riusciranno a regolamentare le cryptovalute (forse)

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Cosa hanno in comune la buona politica e le buone battute? Il tempismo. Sfortunatamente, è proprio il tempo che rischia di scadere prima che il Congresso controllato dai democratici riesca ad approvare un qualsiasi tipo di legislazione per regolamentare il mondo delle criptovalute. E’ l’opinione di Tor Constantino* che ne parla su Fortune.com.

Entrambe le camere del Congresso sono tornate al lavoro con un’agenda fitta, in cui rientra anche il tentativo di approvare una versione ridotta del piano di spesa straordinaria ‘Build Back Better’ del presidente Biden, oltre alla controversa riforma del voto, nonché un disegno di legge di finanziamento per l’attività del governo.

In fondo a quell’elenco di priorità legislative c’è la regolamentazione delle criptovalute. Anche se l’86% degli americani in età elettorale ha sentito parlare di criptovalute, solo il 16% degli adulti ha effettivamente acquistato o scambiato questo tipo di moneta. Le criptovalute semplicemente non sono un problema per buona parte della popolazione votante, per non parlare della maggioranza degli elettori. In altre parole, è improbabile che diventino una questione politica dirimente nel seggio elettorale.

La cosa divertente è però che il personale dell’amministrazione Biden sta spingendo il Congresso ad agire ora sulle criptovalute. Funzionari della Securities and exchange commission (Sec), il dipartimento del Tesoro e la Federal reserve hanno espresso la necessità che i membri del Congresso affrontino la regolamentazione delle criptovalute, in particolare per le stablecoin. Le stablecoin sono un tipo di denaro digitale basato su blockchain che è ancorato ad asset fisici come valute legali, oro o titoli di stato. La logica è che legare una stablecoin a una risorsa solida, come il dollaro Usa, riduce la volatilità dei prezzi che invece è comune con le criptovalute.

Dopo mesi di perdita di tempo, il President’s working group (Pwg) ha pubblicato a novembre un rapporto pieno di banalità sulle stablecoin. Non offrendo nuovi spunti, il rapporto ha ritirato fuori vecchie affermazioni secondo cui le stablecoin presentano rischi, inclusi problemi di ‘protezione degli investitori, integrità del mercato e problemi finanziari illeciti’. La più grande, e un po’ comica, raccomandazione del rapporto PWG era di discutere la questione in un dibattito al Congresso.

Di conseguenza, il mese scorso il Congresso ha tenuto due diverse audizioni esplorative. La prima ha coinvolto gli amministratori delegati di sei società basate su blockchain, comprese le società di stablecoin Circle e Paxos, che hanno testimoniato davanti alla commissione per i Servizi finanziari della Camera nell’ambito di un confronto sorprendentemente civile. Non ci sono stati praticamente litigi o prese di posizione ideologiche durante la sessione. Gli esponenti politici hanno posto domande ponderate con follow-up significativi, mentre il gruppo di amministratori delegati esperti di fintech ha risposto in modo sincero e completo.

Invece, una settimana dopo, l’audizione della commissione per gli Affari bancari, abitativi e urbani del Senato sulle stablecoin è stata caratterizzata da scontri basati sulle diverse linee dei partiti. Il senatore Sherrod Brown (D-OH), che presiede il comitato bancario, ha sparato il primo colpo contro le stablecoin nel suo discorso di apertura. “Chiariamo una cosa: se investi i tuoi soldi in stablecoin, non c’è alcuna garanzia che li riavrai”, ha detto. “E se non c’è alcuna garanzia che riavrai i tuoi soldi, quella non è una valuta con un valore fisso, è un gioco d’azzardo”.

Un’affermazione così estrema sembra ridicola se si considera che l’unica garanzia per il dollaro Usa è la ‘piena fiducia e l’onore’ del governo degli Stati Uniti, la più grande nazione debitrice del pianeta. Indipendentemente da ciò, nessuna delle audizioni sulle crypto al congresso ha portato a risultati definiti o determinato chiari passi successivi: solo la promessa di svolgere ancora più udienze nel tentativo di mettere a segno dei punti politici e continuare nell’inazione.

La generale mancanza di iniziativa legislativa da parte dei Democratici potrebbe danneggiarli alle urne ed erodere (o sradicare) le loro scarse maggioranze al Congresso durante le imminenti elezioni di medio termine. Secondo Gallup, i presidenti con indici di gradimento inferiori al 50%, hanno visto il loro partito perdere in media 37 seggi alla Camera nelle elezioni di metà mandato. Un nuovo sondaggio di Marist dice che quello di Biden è al 41%. Quindi, se le le cose stanno così e i Democratici non affrontano il tema della regolamentazione delle criptovalute entro i prossimi sei mesi circa, potrebbero perdere definitivamente l’occasione.

Il tempo stringe. I Democratici devono approvare qualcosa di importante – leggi che riguardano assistenza sanitaria, istruzione, assistenza all’infanzia, inflazione, creazione di posti di lavoro, qualcosa – per aver un aiuto a vincere alle urne. Le criptovalute non lo sono, dal momento che meno di un adulto su cinque se ne preoccupa abbastanza da accettare persino il concetto.

*E’ un ex giornalista e attuale dirigente d’azienda che da anni scrive anche di criptovalute, blockchain, DeFi, NFT e del potenziale delle criptovalute per rivoluzionare la finanza. Ha partecipazioni in Bitcoin, Ethereum, Cardano e XRP.

L’articolo originale è Fortune.com

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