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Quanto sono aumentati i prezzi delle materie prime

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Non è una sorpresa per chiunque abbia ricevuto una bolletta in queste settimane o abbia provato a comprare un po’ di materiale per un progetto fai da te: dal primo anno di pandemia, i prezzi delle materie prime sono decollati. Da aprile 2020 a dicembre 2021, secondo uno studio di Cdp, gli incrementi dei listini sono stati straordinari, sia per le materie prime energetiche, sia per quelle agricole e industriali: +1.692% il gas naturale, +218% per il Brent, +152% per il carbone, +108% l’olio di soia, +89% il rame, +85% per l’alluminio.

Il nuovo brief di Cdp (“Cosa succede alle materie prime?”) studia proprio questo tema, descrivendo quali fattori hanno portato al forte rialzo dei prezzi delle materie prime, che ruolo giocherà la transizione energetica sui futuri fabbisogni e quali sono le prospettive per l’economia europea.

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courtesy cdp

Secondo Cdp le ragioni dei rincari sono riconducibili a fattori congiunturali, strutturali, geopolitici e speculativi:

  • tra i fattori congiunturali: lo squilibrio tra domanda e offerta, i tagli alla produzione del petrolio da parte dei Paesi OPEC+, le condizioni climatiche estreme e altri eventi avversi, come il blocco del Canale di Suez;
  • tra i fattori geopolitici: il peso preponderante di pochi attori” quali Cina e Russia e loro Paesi satelliti, per il controllo di alcune materie prime”, e “il verificarsi di alcuni eventi destabilizzanti che hanno rallentato le catene di fornitura globali”. Tra questi eventi il colpo di stato in Nuova Guinea, importante esportatore di bauxite. Eventi come questo “hanno determinato gravi rallentamenti nelle catene di fornitura globali”.
  • infine, tra i fattori speculativi: secondo Cdp va tenuto conto che numerose commodities fungono da asset finanziari e la speculazione finanziaria ha amplificato le pressioni al rialzo sui loro prezzi.
  • tra le cause strutturali: il forte incremento della domanda delle commodities necessarie per il raggiungimento degli obiettivi connessi alla transizione ecologica;

Quello della transizione, delle terre rare e dei nuovi materiali che l’abilitano, come quelli che vengono utilizzati nelle batterie dei veicoli elettrici, è un tema su si sofferma l’analisi Cdp: in Europa la fornitura di gran parte delle materie prime “critiche” – come il rame, il nickel, il litio, il cobalto o il manganese – è soddisfatta da Paesi terzi. Oltre il 98% delle terre rare1 dalla Cina, l’87% del litio dall’Australia, il 71% del platino dal Sudafrica.

Secondo Cdp, “un’opzione per l’Europa è quella di investire in innovazione, diversificare le forniture da Paesi terzi e rafforzare l’uso circolare delle risorse, al fine di garantire un approvvigionamento sicuro e resiliente delle materie prime. In particolare, l’Italia ha già un vantaggio competitivo, essendo il Paese europeo con la più alta percentuale di riciclo sulla totalità dei rifiuti raccolti”.

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