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L’ombra del Midterm nel discorso sullo stato dell’Unione di Biden

Qualunque fosse il filo conduttore del testo preparato da Joe Biden per il suo primo discorso sullo stato dell’Unione, il presidente ha dovuto riscriverlo all’ultimo momento spostando il focus sulla drammatica situazione ucraina.

“Biden avrebbe fatto un discorso diverso qualche giorno fa …” Roberto Arditti, presidente Kratesis, introduce proprio così il dibattito “A coffee with Joe – State of the Union, a Snapeshot,” organizzato dal Centro studi americani con la collaborazione di Fortune Italia. “… quello che porto a casa delle parole di Biden espresse nella sede più nobile e istituzionalmente più alta sono parole che danno un messaggio al mondo intero: non alzare oltre il livello di tensione”.

Del resto, la parte dedicata alle questioni estere ha mostrato i suoi punti di forza raccogliendo gli applausi di tutti e relegando in secondo piano le difficoltà che il presidente sta vivendo sul fronte interno. Un sondaggio della Cnn, appena chiuso il suo intervento, ha mostrato infatti il gradimento del pubblico americano per Biden per il tono e i contenuti del suo intervento.

I sondaggi americani fotografano una situazione in bilico, spiega Emanuele Bevilacqua, direttore di Fortune Italia. In sala giornalisti e analisti per approfondire gli aspetti più interessanti del discorso presidenziale in ottica europea e italiana e un pubblico attento distribuito in sala e on line. Bevilacqua cita il sondaggio Marist College dello scorso ottobre da cui emergeva con chiarezza un elettorato spaccato a metà: il 42% degli intervistati riteneva che il Partito democratico fosse “il” problema degli Stati Uniti, mentre il restante 41% accusava il partito repubblicano. Una scissione netta dell’elettorato, che si ripercuote sulla Presidenza, oggetto di un “massaggio mediatico” forte, continuo, che probabilmente riprenderà dopo questa pausa legata agli accadimenti esteri, portando Biden al Midterm in una condizione non facile da gestire.

E proprio in funzione di un “appoggio esterno necessario” si potrebbe leggere la mano tesa da Biden all’Europa, atta a mitigare la forte critica interna che rischia di travolgere le scelte belliche attuate dal Governo Usa. Biden ha rilanciato il ruolo dell’Europa nell’ambito della gestione di questo conflitto. Ha citato i 27 membri dell’Unione e nello specifico anche l’Italia, evitando di ripetere l’errore fatto ai tempi del ritiro delle truppe dall’Afganistan, in cui aveva relegato ad un ruolo secondario e marginale l’Unione Europea. Biden ha messo l’Europa al centro.  Ma questo, secondo l’analisi di Lucia Annunziata, non ha galvanizzato l’Europa, che potrebbe proporsi come fronte unico, ma si domanda se questa sia una guerra giusta. I rapporti Usa Europa sono lesionati da tempo, e Trump ha contribuito a esacerbare questa frattura. L’Europa è arrivata a una decisione comune, rispetto alla vicenda Ucraina, l’ha fatto con velocità, intenti e schieramenti politici diversi. Fino a oggi il ruolo della Nato ha di fatto impedito all’Europa di pensarsi una anche dal punto di vista militare, ma oggi i tempi potrebbero essere maturi per uno scatto in questa direzione.

Come fa notare Marco Clementi, professore di Diritto pubblico comparato all’Università di Perugia, lo stesso discorso che il presidente Draghi ha fatto alle Camere potrebbe aver voluto sottolineare i “non detto” di questa vicenda. Chi potrebbe avere il coraggio di proporre l’attuazione di una difesa militare comune Europea, chi ne sosterrebbe le spese, su quali bilanci andrebbe a pesare?

In merito al drammatico dossier bellico, l’interrogativo principale riguarda la possibilità che l’Ucraina possa essere sacrificata in nome di un equilibrio globale. La risposta, di fatto, non è immediata, in quanto Biden ha parlato di Putin come di un dittatore, ma chi si aspettava un discorso di guerra è rimasto deluso. È difficile fare previsioni sulle azioni del premier russo, sottolinea Giovanna Pancheri, giornalista di Skytg24, a lungo corrispondente del canale all news dagli Stati Uniti, perché Putin non ragiona da occidentale, come dimostra la scelta di attaccare l’Ucraina a dispetto di ogni logica previsione fatta a occidente.

Questo pericolo viene confermato anche da Antonio Di Bella, corrispondente Rai da New York per molti anni e oggi direttore Intrattenimento Rai daytime, che cita le tre ipotesi tracciate dal New York Times rispetto alla via d’uscita dalla crisi militare e commenta come proprio quella del sacrificio dell’Ucraina con un “dirty compromise” appaia la più percorribile. Anche perché Putin ha i suoi avversari in casa e una guerra di lunga durata potrebbe essere difficile da gestire anche per lui.

Le vicende interne sono state affrontate nella seconda parte dello speech. Biden, che si è presentato a questo appuntamento con gradimento ai minimi, sotto il 40%, ha puntato le sue carte sui temi cari alla classe media, parlando di inflazione, che oggi è al 7,5 %   e che nelle previsioni governative potrà scendere drasticamente non riducendo i salari ma puntando sul potenziamento della produzione e dell’offerta interna. L’appuntamento con le elezioni di Midterm di novembre, pur non citate minimamente da Biden, è stato di fatto il leitmotiv latente dell’intero intervento. Il Midterm, secondo gli analisti in sala, oggi vedrebbe una vittoria della destra, e Biden deve recuperare terreno. Se la guerra sarà lampo, Biden vincerà il Midterm, se durerà a lungo, in America tornerà a governare la Destra, che dovrà proporre un giovane candidato capace di tener testa a un Trump che continua ad aleggiare nei sogni di tutti, democratici e repubblicani… e non sono sogni d’oro.

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