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La legge dello stormo: la scienza dietro i meme stock  

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Sono ormai anni che i piccoli investitori riescono a coglierli alla sprovvista, ma ora i professionisti degli investimenti si stanno attrezzando guardando alla ‘econofisica’. Per questo stanno studiando storni, terremoti e le teorie del Premio Nobel italiano Giorgio Parisi. La versione completa di questo articolo, a firma di Bernhard Warner, è disponibile sul numero di Fortune Italia di marzo 2022.

Puntuale come un orologio, nelle sere di fine autunno e inizio inverno, una nuvola di punti neri appare sopra lo skyline romano. Sono gli storni. Il Tevere sembra attirare gli uccelli in città. Sopra la Basilica di San Pietro, si piegano, virano e serpeggiano in formazioni ipnotiche. Certe sere migliaia di storni ballano in alto sopra le rovine romane, senza curarsi del punto, sotto di loro, dove venne ucciso Giulio Cesare. Poi potrebbero superare la prigione dove San Pietro passò gli ultimi giorni prima della sua crocifissione. O forse torneranno verso il fiume, tuffandosi in picchiata e sfrecciando sopra la chiesa dell’XI secolo che ospita la Bocca della Verità, dove Audrey Hepburn e Gregory Peck hanno girato quella scena memorabile di ‘Vacanze romane’. Il viaggio degli storni attraverso il cielo sembra assolutamente casuale, ma lo spettacolo è assicurato.

Per decenni, a Roma e altrove, gli scienziati hanno studiato i ‘mormorii’ degli storni, dal nome tecnico inglese ‘murmurations’ usato per indicare gli schemi di volo degli storni. Lo scopo: trovare indizi sulle dinamiche di gruppo e sulla ‘saggezza della folla’, una folla composta non solo da storni. I ricercatori si sono soffermati sul ‘perché’ gli uccelli ‘mormorano’. I movimenti apparentemente imprevedibili hanno uno scopo: confondere i predatori e persino convincere altri storni a unirsi al gruppo. La domanda più interessante: come fanno? In che modo una massa di individui si coordina al volo per muoversi insieme? La speranza è che, scoprendo cosa si nasconde dietro il comportamento collettivo degli storni, una città possa capire come tenere le feci degli uccelli lontane dai suoi tesori storici.

Economisti, banchieri centrali e professionisti di Wall Street sono da tempo interessati anche a questa domanda. In che modo le azioni degli individui o dei piccoli gruppi innescano le manie, i crolli e le crisi che alla fine abbattono i mercati e colpiscono l’economia globale?

Dopo la crisi finanziaria globale del 2008, questa domanda ha assunto una nuova urgenza. Se quella debacle ci ha insegnato qualcosa, è che le persone a cui abbiamo affidato i nostri risparmi erano, a differenza degli storni, incapaci di individuare i rischi all’orizzonte. Il re degli hedge fund David Einhorn, che notoriamente intuì (e ne trasse profitto) il crollo di Lehman Brothers nel 2008, accusò Wall Street di aver ignorato tutti i segnali di pericolo. Secondo lui le grandi banche e gli hedge fund più convenzionali dipendevano eccessivamente da strumenti di gestione del rischio difettosi, come “un airbag che funziona tutto il tempo, tranne quando si ha un incidente”. Einhorn non era il solo a pensarla così. Dopo la scomparsa di Lehman, è arrivato un nuovo gruppo di professionisti di Wall Street, che chiedeva un approccio completamente nuovo alla gestione del rischio degli investitori. Si chiamano econofisici.

Gli econofisici vedono i mercati come un sistema complesso in cui l’individuo, o ‘agente’, ha il potenziale per influenzare la folla. Un agente potrebbe essere qualsiasi partecipante attivo al mercato: un gestore di fondi pensione, un rialzista che pompa titoli su YouTube, o anche tu, con il tuo portafoglio tech, i tuoi post su Twitter, la tua voglia di difendere il rapporto prezzo-utili di Tesla anche durante una cena con amici.

I fan dell’econofisica sono affascinati da cicli di retroazione, comportamenti collettivi e rapporti causa-effetto: in breve, sono studenti della ‘scienza della complessità’. Questi esperti considerano relativamente pigri i discorsi sui ‘cigni neri’, gli eventi inspiegabili dell’economia. E respingono con forza le teorie dell’efficienza dei mercati, quelle che affermano che il prezzo di un asset è l’unica metrica fondamentale per prevedere il rischio. Invece, mettono l’accento sulle interazioni. Gli investitori prendono spunto da altri investitori, dicono, e questo può portare a scosse sorprendentemente grandi nei mercati. Non importa che tali eventi siano difficili da prevedere: devi comunque tenerne conto nella tua pianificazione degli investimenti.

Gli econofisici prendono molto in prestito da vari campi scientifici per ottenere informazioni su come i singoli shock si trasformino in grandi eventi di mercato. Se si parla di analisi del rischio, potrebbero studiare come le epidemie si diffondono in una popolazione. I loro algoritmi possono attingere ai modelli statistici dei sismologi per rilevare meglio le scosse che possono diventare terremoti finanziari. E, per comprendere le azioni collettive degli investitori, traggono spesso spunto dal regno animale. Per loro, i mormorii degli storni non sono solo una metafora dell’ascesa di WallStreetBets, dei meme stonk e del rally del Bitcoin nel 2021. Sono la prova che questi fenomeni sono tutti intorno a noi, in natura.

Come dice Jean-Philippe Bouchaud, i mormorii dei mercati ci ricordano che l’incertezza “è nelle carte”.

“Tutti questi uccelli volano molto disordinatamente se sono soli. Ma collettivamente possono creare queste forme straordinarie”, afferma Bouchaud, un fisico francese presidente di Capital Fund Management, un hedge fund con sede a Parigi con 8,2 mld di dollari di asset in gestione. “Questo è importante perché sappiamo che qualcosa di simile accade nei mercati finanziari dove improvvisamente le persone possono credere in una cosa o in un’altra. Questa tensione, aggiunge, “crea movimenti nei mercati azionari, o movimenti nell’economia”. E quei movimenti possono avere enormi conseguenze finanziarie, anche per gli investitori che non si uniscono mai al gregge.

Non è stata una singola ricerca scientifica a dare inizio al movimento econofisico, che risale agli anni ‘80. Ma un documento di ricerca del 2010 sugli storni è diventato una specie di stella polare per questa scuola di pensiero. Coautore del documento è il fisico italiano Giorgio Parisi, uno dei “supereroi” di Bouchaud. In ottobre Parisi è stato uno dei tre scienziati a ricevere il Premio Nobel per la Fisica.

Nel loro studio, Parisi e i colleghi non cercavano il perché dietro i movimenti degli storni, ma il come, e l’hanno trovato. Non avrebbero mai potuto saperlo allora, ma il loro lavoro si sarebbe rivelato estremamente importante per i cali, i picchi e le previsioni che si verificano quasi quotidianamente nei mercati.

Nel corso di una ventina di gelide serate invernali tra il 2005 e il 2007, il team di Parisi ha allestito un laboratorio sul tetto di Palazzo Massimo, sede del Museo nazionale romano. Lì hanno tracciato gli schemi di volo di stormi piccoli e grandi (da 122 a 4.268 storni) che giravano e giravano sopra la loro testa. Aiutati da potenti telecamere, modelli 3D e software di visione artificiale, hanno monitorato e misurato l’andirivieni degli uccelli. Nel corso del tempo, è emersa una scoperta esaltante: ogni sera, i movimenti di questo enorme stormo non erano innescati da una sorta di unità centrale di comando aviario, ma piuttosto da singoli uccelli all’interno dello stormo, anche quelli alla periferia. Avrete sentito parlare del movimento DeFi ispirato alle criptovalute, abbreviazione di ‘finanza decentralizzata’. In questo caso si può parlare di ‘deflock’.

Un uccellino solitario all’estrema sinistra del branco, chiamiamolo Cesare, avrebbe potuto influenzare il movimento degli uccelli che si trovavano da tutt’altra parte nello stormo, hanno osservato i ricercatori. Cesare è sia influencer che influenzato. Se avesse riconosciuto, per esempio, un falco che sfrecciava nelle vicinanze, avrebbe fatto una mossa difensiva, allontanandosi dal suo percorso. L’effetto sui suoi vicini immediati sarebbe stato quasi istantaneo. Anche se non fossero stati consapevoli del pericolo, gli stretti compagni di Cesare avrebbero reagito seguendo il suo percorso. Nel frattempo, se un uccello a destra, Flavia, fosse scesa più in basso, anche altri l’avrebbero seguita, perfino Cesare. L’interazione Cesare-Flavia-Flavia-Cesare avrebbe quindi innescato una controreazione da parte degli uccelli raggruppati più in profondità nello stormo. Ripeti il processo più e più volte e otterrai ciò che sembra, all’osservatore distante, un grande uccello che si muove a caso nel cielo. Ciò che ha catturato l’immaginazione di coloro che studiano i comportamenti e le dinamiche dei grandi gruppi è stata questa scoperta: i mormorii degli storni erano indipendenti dalle dimensioni. Questi processi spontanei potevano avvenire in gruppi di qualsiasi dimensione, sottolineando il potere del singolo, anche di un singolo ordinario come Cesare: spingere un intero stormo in una certa direzione. Su, giù, destra o sinistra. Altrettanto affascinante: un sottoinsieme sorprendentemente piccolo dell’intero stormo potrebbe avere la stessa influenza sugli altri quanto l’alfa, o il leader, o l’uccello con le informazioni più rilevanti.

Joachim Klement, un investment strategist presso la banca londinese Liberum Capital, per esempio, traccia analogie tra gli storni e gli stonk. “La community di Reddit WallStreetBets, e ovviamente i fenomeni GameStop e AMC: questo è esattamente ciò che Parisi descrive nel suo lavoro”, afferma Klement, autore della popolare newsletter Klement on Investing. “Parliamo semplicemente di un lettore che salta sul carro dopo aver letto un commento di Reddit e aver sentito le persone parlare bene di un determinato titolo”.

Come gli storni, aggiunge, “trader e investitori si stanno posizionando in base a ciò che vedono fare gli altri investitori. E questo dà origine a queste oscillazioni estreme dei mercati azionari, o dei mercati finanziari in generale, sia positive che negative”.

La versione completa di questo articolo è disponibile sul numero di Fortune Italia di marzo 2022. Ci si può abbonare al magazine di Fortune Italia a questo link: potrete scegliere tra la versione cartacea, quella digitale oppure entrambe. Qui invece si possono acquistare i singoli numeri della rivista in versione digitale.

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