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India Mahdavi e il design immersivo dei ristoranti

Dal nuovo Sketch di Londra al Cavallino di Modena, passando per Tokyo, la designer iraniana trasforma il ristorante in un’esperienza di design immersivo. La versione originale di questo articolo è disponibile sul numero di Fortune Italia di aprile 2022.

Variopinti, accoglienti, gioiosi: i progetti della designer India Mahdavi (Teheran, 1962) sono una delizia per gli occhi. Non è un caso che una delle sue poltrone più iconiche, Charlotte, si ispiri alla corona di biscotti che abbraccia la sontuosa torta inglese, e che le luci della ribalta si siano accese sui restyling, da lei curati, di alcuni dei più bei ristoranti al mondo.

È stata svelata a marzo la nuova veste della Gallery, uno spazio a metà tra museo e brasserie all’interno del celebre Sketch: il tentacolare caposaldo della gastronomia londinese che conta un cocktail lounge, una galleria, una tea room e uno dei ristoranti tristellati condotti da Pierre Gagnaire. A un primo intervento del 2014 – trionfo di rosa nelle sue nuance più zuccherose, che lo ha reso il locale più instagrammato del pianeta – succede un progetto a quattro mani con l’artista anglo-nigeriano Yinka Shonibare. Una nuova stagione, un nuovo disegno modulato per accogliere e mettere in scena le storie di chi lo percorrerà. Sono le influenze dell’arte africana, con le sue tinte calde e luminose, a guidare la mano dell’architetto, che ha scelto una carta da parati scintillante e il tono mandarin au lait come sfondo delle 13 opere site-specific di Shonibare. Pezzi unici di artigianato africano e tessili senegalesi sono incastonati nell’allestimento, mentre sul versante gastronomico si viaggia nell’altro continente con lo Yinka Rice di chef Gagnaire – riso Jollof dell’Africa occidentale profumato allo zenzero e al cumino – e lo Yinka Zobo del Bar Director Luca Fugazza – un cocktail con rum scuro, liquore all’ananas, sciroppo di miele, birra allo zenzero e fiori di ibisco.

Nelle forme sinuose, nelle texture seducenti e nell’atmosfera ironica ma raffinata si riconosce la firma dello Studio Mahdavi, che in nessun caso, però, ripete se stesso. Progettista policroma e poliglotta per sua stessa definizione, è dal viaggio e dalla conoscenza di luoghi e tradizioni altre che la designer trae ispirazione. Se dall’infanzia negli Usa, con la meraviglia del Technicolor e l’iconografia cartoon, deriva la celebrazione del colore pieno, piatto e saturo, la formazione parigina ha introdotto misura, eleganza e precisione nella pianificazione degli spazi.

Viaggi contemporanei e sensoriali in un universo di freschezza, che prendono la forma, di volta in volta, di un hotel di lusso a Monte Carlo, di un’oasi nel deserto egiziano, di uno showroom REDValentino o Tod’s o, ancora, di un negozio Ladureé a Tokyo. È del 2018 il progetto di quest’ultimo nel distretto di Aoyama: una stratigrafia di tappezzerie e tavolini rotondi color glicine e pistacchio che profuma di meringa e macarons. Un luogo che trasuda joie de vivre, dove è semplice immaginare una Maria Antonietta del XXI secolo circondata da pasticcini e tazze di cioccolata, incurante di ciò che succede intorno.

Ambienti da percorrere e scoprire con stupore, una stanza dopo l’altra, anche all’ingresso del Cavallino, il ristorante targato Ferrari nel quartier generale di Maranello (Modena), di cui Mahdavi ha curato il restyling tra il 2020 e il 2021. In cucina, Riccardo Forapani si occupa del menu ideato da Massimo Bottura: tortellini in crema di parmigiano e panna da affioramento, rosette prosciutto e besciamella cotte al forno a legna, cotechino alla Rossini e un “Paciugo” di Mascarpone da far commuovere chi è cresciuto in Emilia, e non solo. In sala, poster celebrativi delle vittorie della Rossa, tendine ricamate, sedie rivestite in paglia, tovaglie bianche e memorabilia sparsi qua e là parlano la lingua della più blasonata trattoria all’italiana. Quel che riporta invece al qui e ora del migliore design internazionale è il cavallino traslato in pixel e declinato come motivo su carte da parati, piastrelle e credenze, la linea sinuosa e avvolgente delle sedute rosso brillante e la boiserie che cinge le sale e accoglie gli accenti tuorlo d’uovo dei divanetti imbottiti. Storia e tecnologia, questi i valori sui quali si radica il marchio Ferrari; gli stessi che hanno orientato una progettazione capace di rivisitarne il vocabolario visivo mantenendo saldi i codici riconoscibili. Quella che Mahdavi ricerca, qui come altrove, è la verità dei luoghi, da rispettare nella bellezza sincera. Perché “la vera bellezza è la grazia: grazia e poesia”.

La versione originale di questo articolo è disponibile sul numero di Fortune Italia di aprile 2022. Ci si può abbonare al magazine di Fortune Italia a questo link: potrete scegliere tra la versione cartacea, quella digitale oppure entrambe. Qui invece si possono acquistare i singoli numeri della rivista in versione digitale.

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