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Serie A in sofferenza, ma gli abbonamenti corrono

lukaku inter calciomercato

La Serie A perde i pezzi migliori e si prepara all’apertura del mercato estivo (l’1 luglio) riportando nel nostro Paese chi ha fallito o quantomeno deluso le attese in tornei più competitivi, come Pogba e Lukaku dalla Premier League. Ma, in una delle stagioni più nere del calcio italiano, tra club e nazionale senza biglietto per il Qatar, si registra la corsa dei tifosi ad acquistare l’abbonamento.

La Roma di Josè Mourinho, sull’onda del successo in Conference League, sta per raggiungere quota 40 mila tessere, risultato che non era raggiunto da 20 anni, quando in organico c’erano Totti, Batistuta, Cassano, Montella e un altro manipolo di campioni.

Il club giallorosso aveva venduto 21 mila abbonamenti nella fase precedente al via della sottoscrizione, quella dedicata ai vecchi abbonati.

Il primato giallorosso perde addirittura di tono rispetto al Milan campione d’Italia. L’euforia per il titolo inatteso, la voglia di difendere quello scudetto: sono stati venduti 20mila abbonamenti solo il primo giorno disponibile per assicurarsi tutte le partite casalinghe del Diavolo.

Per l’Inter, il ritorno di Romelu Lukaku, l’uomo dello scudetto di due stagioni fa, batte lo scoramento per lo scudetto finito al Milan, con i nerazzurri finiti secondi: le 40 mila tessere messe sul mercato dalla dirigenza interista sono praticamente svanite, 15 mila solo nella fase di prelazione per gli abbonati della stagione 2019-20. Ne hanno poi approfittato, nella seconda fase della campagna, anche coloro che non erano riusciti ad acquistare un abbonamento nell’ultimo anno pre Covid-19.

Insomma, è un successo generale. Per l’Inter si tratta dell’ottavo anno in fila con risultati eccellenti e anche la Juventus, in verità, ha riscosso successo nelle precedenti annate. Ma la corsa agli abbonamenti, nei top club e nelle società di piccolo e medio taglio, è un dato di fatto.

Anche il Napoli, che non propone da anni la campagna abbonamenti ai suoi tifosi, dal 30 giugno lancia la sottoscrizione per le partite allo stadio Maradona.

È scoppiata la passione per il campionato italiano? Oppure, due anni e oltre dal via dell’emergenza Covid-19, c’è voglia di tornare allo stadio senza alcun tipo di misure di sicurezza sanitaria? E quanto pesano gli incassi degli abbonamenti sui fatturati delle società?

“Dopo la pandemia c’è fame di eventi dal vivo”

Voglia di eventi dal vivo, anche per anestetizzare il rischio di nuove restrizioni a causa del Covid-19 in un periodo di delusioni e cattive notizie, tra inflazione alle stelle, carenza di grano, gas, acqua, insomma un quadro che produce ansia e mestizia negli italiani.

Secondo Giovanni Palazzi, presidente di StageUp, società di consulenza e ricerca nello sport business, “la motivazione per il boom delle campagne abbonamenti nei club di Serie A è legata anche al turismo, all’Italia che fa segnare numeri record all’accoglienza in strutture ricettive. Significa che c’è letteralmente fame di socialità, di riprendersi la vita così com’era prima e anche meglio, voglia di tornare a vivere emozioni all’aperto. In questo contesto si colloca la sottoscrizione di tessere per le partite del campionato italiano, non c’è per forza un nesso con il calcio, è invece la volontà di assaporare un evento dal vivo e lo dimostra la grande affluenza ai concerti estivi in giro per l’Italia”.

Palazzi spiega anche che la grande voglia di socialità ribalta i numeri di diversi studi secondo cui il Covid-19 avrebbe modificato a tempo indeterminato le abitudini di vita degli italiani, impauriti, spaventati dagli ammassamenti, dalla presenza di tante persone in pochi metri quadrati, “ma va anche sottolineato l’appeal della Serie A, che forse non vive il suo miglior momento, perde campioni e non ne porta a casa, ma l’ultimo torneo vinto dal Milan è stato estremamente combattuto, aperto a più esiti e questo potrebbe avere avuto effetto sul trend degli abbonamenti”.

Il clamoroso successo delle campagne abbonamenti porta benefici anche ai bilanci disastrati di molti club di A. “Secondo il Report Calcio 2021 della Figc il peso sul fatturato degli abbonamenti oscilla tra il 10-12%, è una delle voci, non certamente quella principale, anche se va considerata l’importanza di avere liquidità in cassa per i club, piuttosto che incassare di più ma con più margini di rischio, in base al rendimento della squadra. Piuttosto, va valutato il ricavo dal ticketing, all’estero si lavora sugli incassi dal game day, tra food, beverage, parcheggi. E qui viene fuori la debolezza delle infrastrutture sportive italiane. Manca il concetto di centro commerciale intorno al calcio, ovvero intrattenere il tifoso per più tempo possibile allo stadio e dintorni. Senza una rete di servizi intorno allo stadio c’è sempre più l’esperienza mordi e fuggi, assistere alla partita e andare via, non, come avviene in Premier League e Bundesliga che hanno mandato a memoria al meglio la lezione che arriva dallo sport americano, dalla Nba e dalla Nfl, cioè vivere lo stadio h24, mangiando un panino con gli amici dopo la partita in un pub nell’area stadio, per esempio. Sul game day siamo indietro, anche per la presenza degli stadi nei centri storici, che impedisce la realizzazione di una rete di servizi disegnati sulle esigenze degli impianti”.

Secondo Palazzi il buon esito di una campagna abbonamenti è dettato dal rapporto equilibrato tra una fan base numerosa e uno stadio capiente: “Per esempio il Sassuolo ha uno stadio grande ma che raramente è tutto pieno, si deve andare in ogni caso a innescare un meccanismo di partecipazione emotiva ed economica del tifoso all’andamento della squadra, ovvero compro l’abbonamento e se pure salto qualche gara ho comunque contribuito alla salute finanziaria del club per cui tifo”.

Abbonamenti in A: Juve più costosa, prezzi popolari al Monza

Seicentocinquanta euro per l’abbonamento più economico allo Stadium, una cifra assai superiore rispetto ai prezzi fissati dalle altre big della Serie A. La Juventus si conferma società più esigente con i suoi tifosi. La tessera meno a buon mercato si attesta sui 2700 euro, un prezzo da top club di Premier League. E se gli abbonamenti più economici di Inter e Milan sono più popolari (259 euro per l’Inter, 199 per il Milan che apre anche l’ultimo anello di San Siro) ci vogliono in ogni caso tremila euro per il settore più esclusivo alle partite dei rossoneri.

La Roma invece presenta un abbonamento con prezzo minimo sulle cifre delle milanesi (255 euro), quello più costoso, in tribuna Monte Mario costa 914 euro. Per la Lazio, minimo 269 euro (curva Nord) a 869 euro (Montemario Plus), mentre l’Atalanta parte dai 215 euro della curva Morosini ai 3600 euro nei distinti sud. Tra i nuovi arrivi dalla Serie B, il Monza di Silvio Berlusconi propone tessera tra 250 e 1400 euro, al Lecce tra 305 e 2500 euro.

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