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Dalla Premier League alla Nba, le spese pazze della cripto

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Lo sport resta lo sbocco ideale per un settore, quello della cripto, con un margine di crescita ancora esponenziale, vista la necessità da parte degli investitoridi farsi conoscere sempre di più. Un recente studio di Nielsen ha rivelato che le sponsorizzazioni delle società di criptovaluta nello sport sono cresciute del 425% tra il 2019 e il 2022.

Secondo i calcoli di Banklesstimes, il valore delle sponsorizzazioni sportive dai giganti della cripto si aggira sugli 1,5 miliardi di dollari, senza contare quanto generato dall’accordo tra Crypto.com e gli organizzatori dei mondiali in Qatar.

È più che un trend, insomma, con indiscutibile ritorno in termini pubblicitari. Tutto era iniziato otto anni fa con la società Bitpay che sponsorizzò una partita di football universitario in onda sul network Espn. La crisi di liquidità incrementata dalla pandemiala e la necessità di diversificare i ricavi, ha spinto le società sportive ad aprirsi alla criptovaluta. E i colossi della cripto, attraverso le competizioni, arrivano a un pubblico assai vasto.

È stata la Premier Leaguea scendere in campo per prima, è il caso di dirlo, anticipando anche Nba e Nfl. L’accordo tra CashBet e Arsenal, nel 2018, ha preceduto l’intesa tra diverse società del campionato inglese con la piattaforma di trading di criptovalute eToro, tra cui Tottenham e Newcastle.

Sempre nel 2018 ecco la firma tra Antpool e Houston Rockets (Nba). Un altro cardine sull’asse cripto e sport è rappresentato dall’accordo tra FTX e la Major League Baseball, il primo tra una società di monete digitali e una lega professionistica di livello mondiale. Cinque anni con il logo di FTX sulle divise di atleti, arbitri, dirigenza della Mlb.

Dalla Mlb alla Nba, la lega del basket ha incassato per la stagione 2020-21 circa 1,6 miliardi di dollari in sponsorizzazioni, circa il 10% è venuto dai colossi delle criptovalute, per una cifra compresa tra 100 e 170 milioni di dollari, stando alle stime della società di consulenza IEG. Crypto.com, Webull, Coinbase, FTX, Socios rappresentano il 92% del settore cripto legato alla Nba.
Gli importi sono di alto valore: 700 milioni di dollari in 20 anni da Crypto.com – assieme alla AEG – per assicurarsi i diritti di denominazione dello Staples Center, il palazzetto dello sport dove giocano i Los Angeles Lakers, ma anche i cugini Clippers, le Sparks (Wnba) e i Kings della National Hockey League.

Da Staples Center a Crypto.com Arena, l’intesa siglata nell’autunno 2021 ha tracciato la strada per altri investimenti della cripto nello sport americano e non solo. Crypto.com, fondata nel 2016 a Singapore e con 10 milioni di utenti, mesi prima aveva siglato una partnership per cinque anni con la F.1 per 100 milioni di dollari, il mese successivo un accordo di branding con l’Ultimate Fighting Championship (arti marziali, 175 milioni di dollari), ad agosto 2021 c’è stata l’intesa anche con la Serie A. E soprattutto Crypto.com sarà uno dei loghi associati al Mondiale di calcio in Qatar, tra novembre e dicembre 2022. 

Per restare alla Nba, sempre nel 2021 Crypto.com ha concluso l’accordo con i Philadelphia 76ers per essere presente in una patch sulla casacca ufficiale del club, mentre i Miami Heat hanno siglato con FTX un accordo da 19 anni per i naming rights dell’impianto degli Heat da 135 milioni di dollari. Tra le leghe americane, la Nfl ha voluto un approccio più soft con la criptomoneta. Solo da pochi mesi le franchigie possono stringere accordi con piattaforme di cripto, con diversi limiti e sino ad aprile non c’era spazio per i fan token personalizzati, che invece ora sono prodotti da quasi la metà delle squadre della lega, in collaborazione con la piattaforma Socios.com.

Alla fine quindi ha ceduto anche il football, registrando anche qualche effetto collaterale per l’investimento in cripto: il quarterback dei Jacksonville Jaguars, Trevor Lawrence, ha visto sfumare un bonus contrattuale da 22 milioni di dollari che aveva chiesto fossero corrisposti in bitcoin. Con la svalutazione il valore è sceso a dismisura. La troppa fiducia nella cripto ha fatto svanire quindi una parte considerevole del suo stipendio.

CALCIO E CRIPTO (ANCHE IN ITALIA) – Anche il calcio ha stretto intrecci di tipo commerciale con i colossi della criptomoneta, in particolare per gli Nft (Not fungible token) delle squadre del cuore che sta dilagando tra i tifosi, soprattutto tra millennials e generazione Z. Di recente la famosa piattaforma di Fan Token, Socios, ha chiuso l’intesa con l’Uefa sui fan token e il fenomeno ha interessato, con ritardo rispetto alla Premier League, pure la Serie A. I fan token sono appunto la chiave del legame con il calcio: sono dei gettoni digitali che rappresentano un bene digitale unico, che sia una foto, un video.

Nel campionato italiano c’è Crypto.com che è uno degli sponsor ufficiali. Poi c’è la collaborazione tra Inter e Socios per la produzione di fan token, poi Inter e Roma con Digital Bits, cripto sviluppata da Zytara Labs. C’è un altro colosso della cripto come Binance, che paga 30 milioni di euro l’anno per essere il main sponsor della Lazio, ma ci sono anche le partnership tra Juventus e Bitget, Milan e BitMex, Napoli con Floki, il marchio di meme token e l’Udinese che ha inserito Kiba Inu tra i suoi sponsor.

Sono quasi tutte aziende solide, tuttavia l’insidia è dietro l’angolo, nei mesi scorsi sia il Barcellona che il Manchester City hanno annullato accordi con piattaforme di cripto, il Barça con Ownix, società che avrebbe dovuto produrre Nft dei 122 anni di storia blaugrana e che ha visto nei guai con la legge un imprenditore collegato alla piattaforma. Il City invece ha sospeso gli accordi con 3Key Technologies (trading).

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