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Ferrari, un rilancio da non sprecare

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Una passione rilanciata. Un’investitura assolutamente da non sprecare, dopo quasi un decennio di risultati mancati in pista ma di bilanci record nelle vendite. E’ ancora a inseguire la Ferrari, anche nel weekend del Gran Premio di Austria, sul circuito ribattezzato Red Bull Ring ieri Max Verstappen si è guadagnato la pole position per la gara di domani e oggi il pilota olandese ha vinto la Sprint Race, sempre con Leclerc e Sainz a un battito di ciglia.

Domani sarà una gara decisiva, d’appello per la Ferrari, sebbene il Circus giri appena ora la boa di metà stagione (11esima gara su 20). Ci sono ancora le ombre di Silverstone per Maranello, nonostante il ritorno al successo dopo due mesi con Carlos Sainz ma anche in quella circostanza il muretto della Ferrari è finito sotto attacco per la gestione gara che ha penalizzato Charles Leclerc. Il distacco del monegasco dal campione del mondo in carica Max Verstappen si è ridotto leggermente, 44 punti, il Mondiale Costruttori non è ancora scappato via, ma è sotto l’occhio di tutti i tifosi della Ferrari che tante occasioni sono state sinora sprecate. Almeno in pista, perché su vendite e bilanci, il Cavallino non ha mai risentito della carenza di risultati, con il titolo mondiale che manca dal 2008 con Kimi Raikkonen. Lo chiedono i tifosi della Rossa. Ventuno milioni di tifosi.

Ferrari, ventuno milioni di seguaci

La prova dell’amore sbocciato nuovamente da parte del pubblico italiano per la Ferrari arriva da un’indagine demoscopica condotta dalla società di consulenza in sport e business StageUp con l’istituto di ricerca Ipsos: sono appunto 21 milioni e 75 mila i tifosi del Cavallino, il 76,5% degli interessati al campionato di Formula 1, che ammontano a 27 milioni e 548 mila. Di questi, 8 milioni e 616 mila seguono regolarmente il Mondiale, mentre 18 milioni e 932 mila lo seguono con una carta frequenza, oppure saltuariamente.

Si tratta di successo clamoroso. La Ferrari che è amata e seguita come e più della Nazionale di calcio, come il Festival di Sanremo, un magnete che paralizza gli italiani, specialmente se i numeri sono confrontati con gli anni precedenti. Due anni fa i tifosi della Ferrari erano 18 milioni e 291 mila, mentre gli interessati della Formula 1 raggiungevano quota 27 milioni e 300 mila: l’incremento 2020/2022 è del 9,5% per quanto riguarda i fan del Cavallino e dell’1% per quanto riguarda gli interessati della Formula 1. Come spiega Giovanni Palazzi, presidente di StageUp, “il seguito della Ferrari ha ripreso le dimensioni dei primi anni Duemila. I tifosi sono tornati ad aumentare, seguivano la F1 con meno passione e che ora si sono risvegliati grazie al rinnovato interesse mediatico sulla scia dei buoni risultati di Sainz e Leclerc, che hanno ottenuto tre vittorie e otto podi nella prima fetta del Mondiale. Nell’immaginario collettivo, la Rossa e la Formula 1 sostanzialmente coincidono, lo dimostra il trend di oltre 20 anni di rilevazioni StageUp-Ipsos, ma vanno sottolineati i meriti di Stefano Domenicali e della squadra Formula 1 di aver riacceso l’interesse per il Mondiale grazie alle nuove regole che hanno aumentato lo spettacolo in pista. Quello del Cavallino è l’unico marchio sportivo “privato” a essere così rappresentativo dell’italianità. Un potenziale commerciale della gestione sportiva (che si somma a quello industriale) enorme sia sul canale fisico (partnership business to business, merchandising, licensing) che digitale nell’attualità e, soprattutto nel cosiddetto Web 3.0”.

Tornando all’indagine StageUp-Ipsos, il target degli interessati al Mondiale di F.1 è in prevalenza maschile (56%), chi segue il campionato è collocato in una fascia di reddito medio/alto (64%), in possesso di diploma o laurea (71%), in generale di età superiore ai 34 anni. Questa è la fotografia scattata a maggio da StageUp e Ipsos che testimonia l’interesse rilanciato egli italiani per la F.1 e per la Ferrari dopo stagioni assai deludenti, con i piloti di Maranello spesso lontani dal podio, una crisi di risultati che ha fatto allontanare più di un tifoso della Rossa. Venti anni fa, con Michael Schumacher al volante nella stagione del terzo mondiale in rosso con 15 successi su 17 prove del Mondiale, gli interessati al Circus erano 31,5 milioni, il 78,5% di fede ferrarista.

Il gravoso compito della Ferrari

Dunque, dall’analisi di StageUp-Ipsos emerge che la Ferrari in Italia si ama, è patrimonio condiviso degli italiani, ma non a prescindere. I risultati contano, eccome. E quindi c’è solo da vincere, fare le scelte giuste ai box, da top team, sebbene il Circus stia affrontando il primo anno con il contingentamento dei costi. E’ entrato in vigore il budget cap, limite a 140 milioni di euro per il 2022, che diventeranno 135 milioni per il prossimo anno, sino a 130 milioni nel 2024.

Attenzione ai costi, ai consumi, riduzione dei test collettivi e dell’utilizzo delle unità turbo-ibride (note come power unit), il regolamento varato nel 2019 dalla Fia restringe il campo d’azione specie dei top team, sebbene la Ferrari, in un periodo assai difficoltoso per l’industria automobilistica anche per la carenza di materie prime, ha fatto segnare un margine operativo aumentato dal 21,4% nel 2020 al 25,5% dello scorso anno. Sulla base dei dati, il Cavallino ha guadagnato 97.530 euro per unità venduta nel 2021 (utili operativi). Il secondo costruttore più vicino è stato Tesla con 6.154 euro per auto.

A Maranello tocca dunque vincere quando le munizioni in sostanza sono uguali per tutti, o quasi. Pesano i 2,5 miliardi di euro spesi nelle ultime otto stagioni, tra stipendi altissimi per i piloti  – è in discussione l’introduzione di un tetto salariale per i driver di F.1 – e i costanti aggiornamenti in termini di sviluppo della vettura, anche in stagioni tormentate come quella dello scorso anno, con un progetto nato male e non corretto, orientando spese e forze per il nuovo corso partito nel 2022. Solo nel 2019 per Mercedes e Ferrari c’è stato un budget per lo sviluppo delle vetture da gare superiori ai 400 milioni di dollari: esattamente 435 milioni per la Ferrari, in perfetta parità tra profitti e perdite, 10 milioni in meno per il colosso tedesco, con perdite di cinque milioni di perdite. L’anno prima il budget per Mercedes era stato di 400 milioni, 410 per la Ferrari.

Dunque, prestazioni migliori con minor spesa: è questo che gli oltre 21 milioni di italiani appassionati del Cavallino chiedono al box Ferrari, che, parimenti a Red Bull e Mercedes, chiedono da settimane a chiedere una deroga, uno sforamento di almeno dieci milioni di euro. L’inflazione alle stelle infatti ha prodotto l’innalzamento del costo delle materie prime necessarie per lo sviluppo delle auto e poi c’è il costo dell’energia. Sia Liberty Media, proprietaria della F.1, che la Fia sarebbero anche d’accordo ma pesa il voto di alcune scuderie, specie le più piccole, che temono l’allargamento, già evidente, del divario in pista.

 

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