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La paura dei Cfo: l’inflazione spaventa più della recessione

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I direttori finanziari delle principali società nordamericane temono molto di più l’inflazione che la recessione. Questa è la conclusione dell’ultimo rapporto trimestrale ‘CFO Signals’ di Deloitte. Alla domanda se fossero più preoccupati per la recessione o per l’inflazione, circa il 73% ha scelto la seconda opzione, mentre solo il 27% la prima.

Un’opinione in linea con i commenti fatti durante la conferenza di Jackson Hole dal presidente della Fed Jerome Powell. Un anno fa, Powel aveva definito erroneamente l’inflazione ‘transitoria’. Ma quest’anno ha osservato che “un’inflazione alta continua a diffondersi nell’economia”, e affermando che “il ripristino della stabilità dei prezzi richiederà del tempo”. Powell ha citato persino l’ex capo della Fed Paul Volcker che ha combattuto l’inflazione negli anni ’70.

Powell ha continuato a dire che non pensa che una recessione sia inevitabile, ma ha osservato che combattere l’inflazione richiederà “un periodo prolungato di crescita al di sotto del trend”. Il messaggio è stato chiaro: la Fed ha in serbo molti più aumenti dei tassi di interesse e nessuna intenzione di fare marcia indietro.

Tra i CFO, il 46% prevede che l’economia entrerà in recessione entro il prossimo anno e un altro 39% prevede un periodo di stagflazione. In risposta alle mutevoli condizioni economiche, i direttori hanno affermato che stanno gestendo da vicino le spese operative e controllando l’organico. Nonostante il rallentamento dell’economia, i CFO continuano a citare la battaglia per attrarre e trattenere i talenti come il principale rischio interno per le loro aziende.

L’articolo originale è disponibile su Fortune.com

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