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Smartphone, calano le vendite. Ecco perché Motorola punta sulle aziende

Carlo Barlocco motorola executive director

Quello del mobile è un mercato in continua trasformazione. Una trasformazione che riguarda i dispositivi stessi – maggiore attenzione sulle fotocamere, riduzione della diagonale degli schermi, crescita dei dispositivi pieghevoli – ma anche il modo in cui i consumatori li utilizzano, e le strade scelte dai player di mercato per venderli. Un esempio? Motorola, racconta Carlo Barlocco, Executive Director italiano dell’azienda di telefonia, che a Milano ha tenuto il suo primo evento internazionale dopo diversi anni dall’ultimo.

Durante l’evento sono stati lanciati tre nuovi dispositivi edge: il motorola edge 30 ultra, motorola edge 30 fusion e motorola edge 30 neo. La scelta dell’Italia come teatro dell’evento testimonia una certa importanza del nostro Paese nella strategia di crescita di Motorola, che “prevede di incrementare gli investimenti sul territorio per acquisire ancora maggiore visibilità e dare seguito al trend positivo degli ultimi anni”, dice l’azienda.

“Non a caso è proprio a Milano che abbiamo aperto il nostro primo concept store monomarca in Europa, che si sta consolidando sempre di più come uno spazio di incontro tecnologico, sociale e culturale. È una decisione che conferma la centralità dell’Italia per il nostro brand, dove continuiamo a investire e dove vogliamo seguitare a crescere, con l’obiettivo di far provare a tutti la nostra tecnologia”, dice Barlocco.

La strategia impostata da Motorola, racconta Barlocco, non passa solo dai consumatori, da chi compra lo smartphone per uso personale. Il brand – parte del gruppo Lenovo dal 2015 – si sta consolidando nel B2B, nel business to business, racconta l’executive director a Fortune Italia: “Quando abbiamo iniziato a lavorare al rilancio di Motorola, eravamo un brand 100% consumer. Ora, pensiamo di arrivare a un 40% di market share nel B2b”. La scelta di puntare sulle aziende, naturalmente, non è un caso.

Un contesto difficile

Il mercato dei telefonini non vive il suo periodo migliore: per la prima volta negli ultimi anni vedrà un calo delle vendite.

La vendita degli smartphone è destinata a scendere globalmente del 3,5% quest’anno, scendendo a quota 1,31 miliardi di unità, secondo una ricerca di IDC, che recentemente ha riportato come nel secondo trimestre 2022 le spedizioni di smartphone sono diminuite per il quarto trimestre consecutivo con un calo dell’8,7%.

“Quello che era iniziato come un anno con vincoli sul rifornimento, si è trasformato in un mercato con vincoli di domanda”, ha affermato Nabila Popal, direttore della ricerca con il team Worldwide Tracker di IDC, secondo cui l’inflazione e l’incertezza economica hanno smorzato la spesa dei consumatori e aumentato le scorte nei magazzini dei produttori. E la stessa cosa vale per ogni regione, Europa compresa.

Una situazione diversa da quella che si vedeva all’inizio della crisi delle supply chain, provocata dalla pandemia, quando il mercato del tech continuava a godere di una domanda altissima ma a soffrire i problemi della supply chain.

I produttori hanno ridotto gli ordini per il resto dell’anno, mentre i fornitori cinesi sono quelli che hanno effettuato i tagli maggiori. “Sebbene prevediamo che la domanda inizi a crescere in alcune regioni verso la fine dell’anno, le prospettive per il mercato degli smartphone per il 2022 saranno sicuramente riviste al ribasso di alcuni punti”, spiega il report Idc.

In un contesto difficile, però, Motorola difende i suoi numeri. Secondo Strategy Analytics, mentre le performance del mercato registrano un -7% anno su anno (sempre nel secondo trimestre) Lenovo-Motorola ha mantenuto i suoi numeri sulle stesse cifre dello scorso anno, con livelli di profittabilità che rimangono gli stessi da 7 trimestri consecutivi.

Secondo Strategy Analytics il dato migliore di Motorola è relativo all’Asp, l’Average Selling Price dei suoi prodotti. Lenovo-Motorola ha raggiunto il suo più alto ASP di sempre dal 2014 e questo ha portato i ricavi a crescere del +22% anno su anno, nel trimestre, grazie al mix di due serie di prodotti: il Motorola serie G e la serie Edge. Inoltre, “l’impressionante crescita delle spedizioni 5G da parte del fornitore ha contribuito a migliorare” il dato, dicono gli analisti.

D’altronde, è sulla serie edge che si è concentrato l’evento di Milano: con i tre nuovi dispositivi (il motorola edge 30 ultra, il motorola edge 30 fusion e il motorola edge 30 neo) l’azienda è consapevole dell’ampio spazio di crescita che ha nella fascia alta e  dice di voler continuare “a spingersi oltre i confini del segmento degli smartphone premium”.

5G, la differenza tra consumatori e aziende

Insomma, Motorola scommette su un settore che da anni promette di rivoluzionare il mobile, senza riuscirci. A Milano ha presentato anche la piattaforma mobile Snapdragon 8+ Gen 1, che secondo Motorola “inaugura una nuova era della tecnologia mobile a livello di 5G, intelligenza artificiale e gaming”.

Il problema del ritardo del 5G “viene dalla mancanza di un contenuto che il consumatore possa percepire come utile”, spiega Barlocco. “Oggi l’unica cosa in cui il consumatore percepisce una vera differenza tra 4G e 5G è probabilmente il gaming”. Che non è poco, perché a parecchi piace rilassarsi giocando con il cellulare. Ma non basta. “Nonostante sia una pratica diffusa, la maggior parte delle persone gioca comunque tramite Wifi”, dice l’executive director di Motorola in Europa.

Sul 5G consumer, insomma, ancora non c’è una vera domanda, anzi: “Se il gap di prezzo a parità di modello è troppo alto, il cliente non è disposto a comprarlo, a differenza di altri prodotti e altri elettrodomestici”.

Ma quella del 5G nel mobile sarà comunque una rivoluzione guidata dai consumatori, e i player della telefonia ci credono ancora. “Il prossimo step è quello di creare la domanda, dotando intanto i clienti di smartphone 5G pronti al passaggio”. Motorola intanto sta “facendo un percorso di evangelizzazione”, e vende smartphone dove il 5G è centrale. “Quindi la soluzione c’è”, dice Barlocco. “Ma sul basso di gamma, invece che sul 5G, preferiamo spingere su caratteristiche come la fotocamera e la durata della batteria”.

Nel B2b, invece, il ritardo del 5G è un problema “molto più sentito, quasi esasperato”, dice Barlocco, spiegando che quando si parla di 5G business to business, si parla delle applicazioni che potrebbero essere veramente rivoluzionarie. Considerando come la rete 5G non sia neanche particolarmente diffusa a livello infrastrutturale, non è un caso se lo sviluppo del 5G sta passando in buona parte dallo sviluppo di reti private, usate internamente dalle aziende. O dagli ospedali.

“Nelle aziende c’è una predisposizione più attenta al 5g”, perché i meccanismi d’acquisto, come il leasing, rendono più conveniente investire anche su prodotti di fascia, dice Barlocco.

Inoltre, Motorola si è accorta di avere “una leva importante per il B2B: quella di essere leader mondiale nei notebook, attraverso Lenovo.  “Ci siamo accorti che abbiamo già una strada davanti aperta, con la tecnologia Lenovo. Perché non inserire nell’offerta alle aziende anche i prodotti Motorola?”.

Il cambio di strategia viene da lontano, da un progetto di rilancio che dura ormai da due anni, nel quale la marginalità, spiega l’executive director, viene reinvestita per migliorare l’offerta di una “soluzione di mobility unica”, che oltre ai dispositivi comprende anche la parte dei server, per l’abilitazione del cloud delle aziende.

Per ora, l’executive director è soddisfatto dei risultati. Ma le preoccupazioni ci sono ancora. Oltre al calo di una domanda che negli ultimi due anni è stata “drogata” dallo smart working, bisogna anche capire quanto spazio all’innovazione tecnologica dedicheranno le aziende stesse.  “Sappiamo bene che quando si devono ridurre i costi si rinuncia, per prima cosa, alla programmazione tecnologica. È normale, considerato che vanno pagati i dipendenti, gli uffici e le auto. L’azienda, semplicemente, sposta l’innovazione che aveva previsto di 36 mesi. Tutto questo ha conseguenze sul sistema Paese, che così non si rinnova”.

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