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Ignazio La Russa presidente del Senato con il ‘vaffa’ di Berlusconi

La Russa in Senato con Liliana Segre

Ignazio Benito Maria La Russa, siciliano di Paternò, avvocato, milanese di adozione e romano per impegni di lavoro, è il nuovo presidente del Senato della XIX legislatura. La Russa entrò in Parlamento con il Movimento sociale nel ’92 e vi è rimasto ininterrottamente per 9 legislature. Durante la svolta di Fiuggi nel 1995, è stato in prima linea nella fondazione di Alleanza Nazionale, guidata da Gianfranco Fini. Nel dicembre 2012 lasciò il Popolo della Libertà e fondò il partito Fratelli d’Italia insieme a Giorgia Meloni e Guido Crosetto. Dietro l’elezione di Ignazio La Russa sullo scranno più alto di Palazzo Madama c’è però la prima paurosa sbandata del centrodestra di governo uscito vittorioso dalle elezioni del 25 settembre. 

Nella distribuzione di incarichi istituzionali e di Governo, la coalizione Be.Sa.Me (Berlusconi/Salvini/Meloni) si è presentata al primo appuntamento senza un accordo. Perché Silvio Berlusconi non ha ricevuto le rassicurazioni che chiedeva a Giorgia Meloni sulla scelta dei ministri. Per questo motivo è saltato anche l’accordo per la scelta dei presidenti di Camera e Senato.

Così nove anni dopo la sua decapitazione come senatore con la legge Severino, Berlusconi è tornato a calcare la scena politica istituzionale italiana lasciando il segno. Finché Giorgia Meloni non prende Licia Ronzulli nell’Esecutivo, Berlusconi non concede alla premier in pectore il via libera all’accordo globale su assetti parlamentari e formazione della squadra di Palazzi Chigi.

Per il centrodestra di Governo è una falsa partenza, la peggiore delle sgrammaticature istituzionali in cui potesse incorrere. La Russa è stato eletto presidente del Senato alla prima chiama con 116 voti, ma Forza Italia non lo ha votato.

Il Terzo Polo, sospettato di appoggio esterno e intelligenza col nemico di destra, smentisce ogni coinvolgimento. Il voto è segreto ma quando si andranno a comporre le commissioni parlamentari si capirà se e come il Terzo Polo sarà risarcito da FdI nella nomina dei presidenti. Berlusconi, che in Aula al Senato è stato colto dalle telecamere della Rai mentre si manda a quel paese con La Russa, ha porto subito i suoi  “sinceri auguri al nuovo presidente”, auspicando che i veti (quelli di Giorgia Meloni su Ronzulli?) “vengano superati, dando il via ad una collaborazione leale ed efficace con le altre forze della maggioranza, per ridare rapidamente un governo al Paese” è scritto in una nota di Forza Italia. 

Giorgia Meloni invece ha ringraziato “tutti coloro che, con senso di responsabilità e in un momento nel quale l’Italia chiede risposte immediate, hanno consentito di far eleggere già alla prima votazione la seconda carica dello Stato”. Ignazio La Russa, ha spiega la Meloni, ”è un politico dall’intelligenza rara e dalla tenacia altrettanto introvabile. Un uomo orgoglioso della sua identità politica ma che ha sempre saputo mettere il senso delle Istituzioni al servizio di tutti gli incarichi che ha ricoperto nella sua carriera. E che siamo certi farà altrettanto bene, con autorevolezza, competenza e imparzialità, alla Presidenza del Senato”. 

Tutto bene quel che finisce bene? Niente affatto. L’elezione di La Russa senza i voti di Forza Italia segnala che non sarà una stagione politica facile. Non sarà una Legislatura come le altre. E la gestazione e la nascita del nuovo Governo del Paese non sarà né facile e forse manco veloce.

Il barometro dei rapporti tra gli alleati del centrodestra sembra segnare tempesta e il Governo che forse la Meloni sarà incaricata di formare, nascerà dopo un travaglio più o meno lungo e doloroso, quando il confronto tra partiti coalizzati smetterà di evidenziare le distanze siderali attuali e le differenti volontà circa la composizione dell’esecutivo.

Come sarà il Governo che verrà? Tutto politico? In parte formato da tecnici e da politici? Mentre Meloni, Berlusconi e Salvini si accordano su come colmare le loro distanze, il rosario dei problemi interni e internazionali, il sangue che scorre in Ucraina, i rischi nucleari, la questione energetica, l’inflazione chiedono un governo stabile. Le forze di centrodestra devono accelerare il passo, hanno il diritto ma soprattuto il dovere di dare al Paese l’impressione, o meglio l’idea, che hanno piena contezza del momento. Devono fare presto e bene perché è già troppo tardi. 

Le prime dichiarazioni di La Russa sono  “un ringraziamento e un pensiero deferente che va, naturalmente a Mattarella che io ho conosciuto e apprezzato sin da prima che diventasse presidente. La sua intelligenza e capacità politica è ancora oggi manifesta nell’altissimo ruolo che ricopre. Ho anche apprezzato il presidente emerito Napolitano”. E poi c’è il ringraziamento alla “presidente morale” che ha presieduto l’Assemblea di inizio Legislatura. Per la senatrice Segre Liliana Segre, La Russa ha parole di stima: “Non c’e’ una sola parola che lei abbia detto che non meriti il mio applauso”.

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