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Prezzi record per burro, olio, farina e riso: stangata da mille euro a famiglia

L’inflazione vola. Non è solo record per i prezzi di energia e voli. Anche nel carrello della spesa i conti non tornano. Burro, zucchero, riso sono alimenti al top per rincari. Stangate su beni primari. Se l’energia del mercato libero è sui massimi con il prezzo che quadruplica (+329%) rispetto a ottobre 2021, nella top 40 – stilata dall’Unione Nazionale dei Consumatori – sale prepotentemente l’olio diverso da quello di oliva, che con +56,1% vince per gli alimentari. Non è da meno il burro con un +42,9% Poi lo zucchero (+35,9% su ottobre 2021) e il riso (+30,6%). In realtà se si amplia il raggio di ricerca, facendo lo slalom tra le corsie dei supermercati, è difficile trovare qualcosa che non sia aumentato. E’ il caso non solo del pane (+15,9%) ma anche di latte conservato (+29,4%), margarina (+28,2%), vegetali freschi (+25,1%), farina (+23,7%). Per non parlare della pasta (fresca, secca e preparati di pasta), che segna un +22,5%, delle uova (+18,7%), del latte fresco parzialmente scremato (+18,3%), del pollame (+18%), di vegetali surgelati (+15,3%) e del latte fresco intero (+14,8%). Complessivamente i beni alimentari salgono del 13,5% rispetto allo scorso anno, il che equivale – calcola il Codacons – ad una maggiore spesa annua, solo per il cibo, pari a +1.011 euro per un nucleo con due figli. Per i consumatori, di fronte a questa situazione, l’unica strada da seguire è quella di misure strutturali in grado di produrre effetti sul lungo periodo, a partire dal taglio dell’Iva su alimentari e beni di prima necessità che produrrebbe un effetto immediato sui listini al dettaglio. “Non solo l’inflazione non rallenta la sua corsa, ma accelera in maniera esponenziale, con un balzo del 3,5% in appena un mese, che in termini di aumento del costo della vita significa una stangata a famiglia pari in media – rileva Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale dei consumatori – a 975 euro su base annua, 107 per cibo e bevande, 874 per abitazione, elettricità e combustibili. Se poi si considera l’inflazione tendenziale, pari a +11,9%, la mazzata annua vola in media a 3.324 euro: 2.016 per l’abitazione, 761 per mangiare e bere”. Solo per la bolletta della luce la spesa di una famiglia tipo raggiunge nel 2022 quota 1.782 euro, oltre 660 euro in più – avverte il Codacons – rispetto la spesa sostenuta nel 2021, mentre per il gas occorrerà attendere le nuove tariffe che saranno comunicate tra pochi giorni da Arera, l’Autorità per l’energia. L’Unione Nazionale dei Consumatori chiede al Governo di rinviare la fine scadenza del mercato tutelato del gas prevista per il primo gennaio 2023 e allo stesso tempo di intervenire anche su quello della luce, visto che per le microimprese scade proprio con l’inizio del nuovo anno. “In un momento di prezzi impazziti serve mantenere sia il ruolo di Acquirente unico che di Arera, per la fissazione dei prezzi di riferimento, una funzione che, come dimostra il divario tra il libero e il tutelato, è fondamentale”, sottolinea Dona. 

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