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Paolo Sorrentino porta il teatro in Tv: “La sala? Non rispondo”

Sorrentino - Sei Pezzi Facili su Rai 3

“La interrompo subito, mi dispiace deluderla ma non utilizzerò questa postazione per distogliere l’attenzione da Mattia Torre, quindi non risponderò alla sua domanda”. Indispettito e freddo il regista Paolo Sorrentino ferma chi prova a  porgli una domanda sul presente e sul futuro della sala cinematografica, decidendo di concentrarsi esclusivamente sul suo nuovo lavoro, ‘Sei pezzi facili’, regia televisiva di sei opere teatrali del compianto Torre (dal 19 novembre ogni sabato alle 22 su Rai Tre e on demand su Rai Play), senza alcun tipo di digressione o deviazione dall’argomento.

Peccato, sarebbe stato interessante sapere dal Premio Oscar se dopo questo esperimento di ibridazione tra teatro, televisione e cinema, tornerà a lavorare per il grande schermo, come affermato durante il dibattito sul futuro del cinema svoltosi la scorsa edizione del Festival di Cannes. “Mi è tornata la voglia di fare cinema come una volta, cercando immagini significative che vivano e suscitino emozioni sul grande schermo” aveva affermato lo scorso maggio il regista de ‘La grande bellezza’, ‘Il Divo’, ‘The Young Pope’ e ‘The New Pope’, solo per citare alcune delle sue opere per il cinema e la TV.

“Con entusiasmo mi sono lanciato nella sfida di realizzare serie TV confrontandomi con quel tipo di narrazione su lunga durata; poi, ho lavorato con Netflix perché la storia di ‘È stata la mano di Dio’ si adattava bene alle mie e alle loro esigenze. Però, credo che non tornerò indietro: è raro poter generare immagini significative quando si è indirizzati allo schermo piccolo delle TV o delle piattaforme” aveva aggiunto.

Nel caso di ‘Sei pezzi facili’ c’è da immaginare che l’interesse a tornare al piccolo schermo fosse per l’operazione di mescolare teatro, televisione e cinema.

Un’operazione fatta in modo diverso dai tanti esperimenti passati di trasferimento del palcoscenico sul piccolo schermo.

Il tutto unito da un sincero sentimento di stima e ammirazione nei confronti di Mattia Torre, acuto e sensibile autore teatrale, sceneggiatore e regista (scomparso nel luglio del 2019 a 47 anni), divenuto famoso soprattutto per aver scritto insieme a Giacomo Ciarrapico e Luca Vendruscolo le prime tre stagioni della serie TV ‘Boris’, e per aver sceneggiato e diretto la serie ‘La linea verticale’.

“Il progetto è nato per un complotto tra Daniela (D’Antonio, moglie di Paolo Sorrentino, ndr) e Francesca (Rocca, moglie di Mattia Torre, ndr) che mi ha proposto di dirigere uno degli spettacoli teatrali di Mattia; poi non so come ci siamo ritrovati a dirigerli tutti!” ha dichiarato Sorrentino durante la conferenza stampa di presentazione di ‘Sei pezzi facili’.

“Questo lavoro è il tentativo di valorizzare e fare da cassa di risonanza al teatro di Mattia Torre. Ho fatto una regia con dei minimi appigli cinematografici (l’unica cosa che so veramente fare), quindi c’è una grandissima ibridazione del teatro con il cinema. Non mi sono limitato a fare ciò che si è visto per molti anni di teatro in televisione, cioè una rappresentazione molto piatta di ciò che accade sul palcoscenico: ho cercato di movimentarlo un po’ di più, rispettando sempre e comunque ciò che aveva in testa Mattia, il quale (come raccontatomi dai suoi amici e collaboratori) aveva idee molto precise su come dovessero essere fatti i suoi spettacoli. Ho cercato di intervenire senza alterare ciò che era stato pensato da lui, che era del tutto autosufficiente e compiuto in sé”.

Un lavoro fatto con passione dal regista napoletano, da tutta la troupe e dagli attori che hanno preso parte al progetto (Valerio Mastandrea, Valerio Aprea, Geppi Cucciari, Paolo Calabresi, Carlo De Ruggieri, Massimo De Lorenzo, Cristina Pellegrino, Giordano Agrusta); un’esplorazione nel teatro di un autore i cui lavori hanno una forte valenza anche cinematografica. “I testi ‘456’ e ‘Qui e ora’ sarebbero dei meravigliosi punti di partenza per trarre dei film, non c’è dubbio su questo. Non sto dicendo che li farò, ma potenzialmente sono dei bellissimi film” ha affermato Sorrentino.

Chissà se l’uscita in sala di un nuovo film di Paolo Sorrentino oggi indurrebbe gli spettatori ad affollare le sale cinematografiche. Di certo quello che stiamo osservando nell’ultimo periodo, è moderatamente incoraggiante per il cinema di casa nostra, se è vero che film come ‘La stranezza’ per la regia di Roberto Andò (uscito il 27 ottobre) e ‘L’ombra di Caravaggio’ di Michele Placido (in sala dal 3 novembre) sono ad oggi al secondo e terzo posto tra i film più visti (dati Cinetel). Certo, se poi guardiamo agli incassi totali, lo scorso weekend ha fatto registrare un -30,13% rispetto al periodo dal 4 al 7 novembre 2021 (quando al cinema era uscio ‘Eternals’).

Insomma, gli spettatori stanno seppur lentamente tornando al cinema a vedere i film italiani, come hanno recentemente dimostrato anche i buoni risultati de ‘Il colibrì’ di Francesca Archibugi (arrivato a oltre 2,7 milioni di euro di incassi) e ‘Il signore delle formiche’ di Gianni Amelio (oltre 1,6 milioni di euro). Di sicuro anche un autore come Paolo Sorrentino (vincitore di 1 Premio Oscar, 1 Golden Globe, 3 European Awards e 1 BAFTA solo per ‘La grande bellezza’), tra i più conosciuti e apprezzati all’estero potrebbe riportare al cinema centinaia di migliaia di persone.

Dati alla mano, Paolo Sorrentino con i suoi 9 lungometraggi ha incassato in Italia oltre 33 milioni di euro: i film che hanno incassato di più sono ‘La grande bellezza’ (7,3 milioni di euro), seguito da ‘Loro 1’ e ‘Loro 2’ (6,5 milioni), ‘This Must Be The Place’ e ‘Youth’ (6,1  milioni di euro circa a testa). Gli ultimi 11 anni di attività di Sorrentino sono ovviamente i più redditizi, quelli della fama ormai conquistata e consolidata grazie al successo soprattutto de ‘Il Divo’ del 2008 (4,5 milioni di euro di incassi, Premio della Giuria al Festival di Cannes, 1 European Film Award, 7 David di Donatello, 4 Nastri d’argento tra gli altri) e ‘Le conseguenze dell’amore’ del 2004 (1,6 milioni di euro, 5 David e 4 Nastri). Cosa accadrà con il film numero 10? Continuerà il pubblico a premiare il cinema di Paolo Sorrentino in sala? Speriamo abbia ragione lui, quando disse: “Solo su un grande schermo ritroviamo tutto il potere di una storia. La televisione non è il posto giusto dove fare grandi e belle cose. Le persone si stancheranno di vedere i film a casa loro e ritorneranno al cinema”.

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