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Manovra, Bonomi pungola il Governo: delusi da scarsa attenzione al Sud e dal risibile taglio al cuneo fiscale

Già finita la luna di miele tra Governo e Confindustria? La Manovra arrivata in Parlamento non piace agli industriali. Ma non è detto che tutto quello che è stato licenziato dal Governo in Consiglio dei Ministri venga ‘digerito’ poi in Parlamento e diventi la Legge di Bilancio dell’Italia. Qualcosa cambierà. È il Parlamento il luogo della decisione definitiva. Per gli industriali, al momento, la manovra “è una delusione” l’intervento sul cuneo fiscale è “risibile”. Le parole sono del presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, in audizione sulla manovra di fronte alle Commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato. Quindi in un luogo istituzionale deputato ad ascoltare tutti gli interessi.

“Ma anche su altre misure non vediamo una attenzione alla crescita del Paese”, e “ci ha colpito che non c’è nessuna attenzione al Mezzogiorno d’Italia” spiega Bonomi a senatori e deputati che lo ascoltano. “Siamo nella condizione di auspicare che la guerra in Ucraina continui per avere la decontribuzione al Sud, ed ovviamente non è nelle corde di nessuno auspicare che una guerra continui”. 

“Serve un taglio del cuneo di almeno quattro punti perché abbia un effetto significativo, troppe volte nei decenni alle nostre spalle piccoli tagli di 1 o 2 punti non hanno avuto alcun effetto”, è il ragionamento del leder di Confindustria. “E oggi che l’inflazione è a doppia cifra e la bolletta energetica è altissima – prosegue il ragionamento – sarebbe la via migliore per mettere subito nelle tasche dei lavoratori molto più reddito disponibile. Molto più di quanto non avvenga con la logica dei microtagli e dei micro-sussidi su bollette, carburante e affitti. Le risorse per un taglio deciso al cuneo contributivo e per una seria riforma dell’occupabilità ci sono. Per trovarle siamo convinti che basterebbe rimodulare qualche punto percentuale di allocazione degli oltre mille miliardi di spesa pubblica superati in questo 2022, per trovare le risorse senza creare deficit aggiuntivo”.

Confindustria ribadisce comunque la sua proposta, lanciata già da tempo: taglio dei contributi da 16 miliardi sui lavoratori dipendenti con redditi fino a 35mila euro, per due terzi a favore dei lavoratori e per un terzo a vantaggio delle imprese. Poi Bonomi parla anche indirettamente del reddito di cittadinanza.

“La povertà non si batte con i sussidi, si sconfigge con il lavoro. Una strategia di svolta per l’occupabilità – dice Carlo Bonomi – ha bisogno di interventi complessivi che riguardino fisco, contributi, scuola e intero sistema della formazione professionale del nostro paese. Sono i pilastri di efficaci politiche attive del lavoro, centrate sulla formazione permanente come diritto del lavoratore, sul placement e replacement al lavoro lungo l’intero corso della vita professionale. Tutti servizi da offrire secondo metriche che affidino le risorse a chi ottiene risultati migliori e verificabili, non ai Centri Pubblici per l’Impiego ma estendendo a livello paritario le gare per le risorse alle molto più efficaci Agenzie Private del Lavoro” ha sottolineato sempre Bonomi.

“Ma di tutto questo non vediamo ancora nulla” ha detto il leader degli industriali. “Serve una strategia organica, nazionale e pluriennale per l’occupabilità. A maggior ragione necessaria in tempi rapidi visto il percorso intrapreso dal Governo di riconfigurazione del reddito di cittadinanza. Sul punto, come Confindustria – spiega Bonomi – restiamo convinti che sia necessario intervenire operando una cesura netta tra gli interventi a sostegno della povertà, da affidare all’ambito di intervento dei servizi sociali in una logica assistenziale che punti a superare lo stato di bisogno, e quelli di politica attiva per inoccupati e disoccupati, per i quali è centrale investire nel pieno coinvolgimento delle Agenzie private per il lavoro”. 

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