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Bonus Cultura, la truffa di Ercolano e il futuro di 18app

bonus cultura

Non c’è pace per il Bonus Cultura. Dopo il tira e molla dei mesi scorsi sul contributo di 500 euro destinato ai diciottenni per l’acquisto di libri, film, concerti, eventi culturali, spettacoli dal vivo e altre attività culturali, la notizia della truffa scoperta a Ercolano – che coinvolgerebbe 6mila persone – sembra arrivare come una pietra tombale sul futuro di 18app. 

L’intenzione del Governo Meloni era quella di abolirlo, sostituendolo con due strumenti diversi, ma il Bonus Cultura è stato confermato nel 2023 per i nati nel 2004. Ora però la scoperta della monetizzazione di quasi seimila “bonus cultura 18 app” rinfocola le polemiche. Nel mirino della Guardia di Finanza e della Procura di Napoli, un gruppo di persone che avrebbero trasformato in contanti benefici per poco meno di 3 mln di euro tra il 2017 e il 2020.

Le indagini hanno portato a nove misure cautelari (tre arresti in carcere, due ai domiciliari e quattro obblighi di dimora), facendo tornare cpsì sotto i riflettori il Bonus Cultura.

Le parole di Sangiuliano

“È l’ennesima riprova del fatto che avevamo ragione: la App18 così com’è non funziona e va riformata”, ha detto il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. “Anche per evitare queste situazioni abbiamo voluto dare vita alla nuova Carta Cultura Giovani che, a partire dal prossimo anno, sarà riservata a 18enni provenienti da famiglie con redditi non elevati, e alla Carta del Merito. Due nuovi strumenti che garantiranno un utilizzo immune da distorsioni. Verranno infatti rafforzati i meccanismi anti-truffa, per dire definitivamente addio alle frodi”, ha detto Sangiuliano.

Bonus Cultura, cosa cambia e come richiederlo

L’ultima truffa (e i precedenti)

Nel casodi Ercolano, tra i destinatari delle misure cautelari figurano i gestori di una libreria utilizzata per trasformare i bonus in denaro. In quella libreria, per gli investigatori, venivano convocati i possibili beneficiari del bonus per invitarli a monetizzare il beneficio.

Il meccanismo era semplice: simulare la vendita dei libri e di altre prestazioni culturali inserendo nel sistema informatico del Mibact gli estremi e i codici dei ‘buoni cultura’ con in allegato la falsa dichiarazione della vendita di prodotti e servizi culturali ammessi dalle regole del Bonus Cultura, ma mai fruiti davvero.

Quella messa in luce a Ercolano non è certo la prima truffa scoperta dalle Forze dell’ordine. Tra il 2018 e il 2020 si sarebbero verificate frodi per 17 milioni di euro tramite la 18app. A rilevarlo è un recente rapporto della Guardia di Finanza. Dalla simulazione di acquisti consentiti, al furto dell’identità digitale Spid per richiedere abusivamente il Bonus, diverse le strategie adottate per aggirare le regole. Sempre stando alla Guardia di Finanza, tra il 2018 e il 2020 le truffe hanno riguardato il 3,85% della spesa totale per il Bonus Cultura.

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