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Capitalismo familiare italiano, aziende premiate in Borsa a Milano

pmi e quotazione in borsa

Una crescita che non si arresta quella delle imprese familiari italiane alla conquista della Borsa di Milano. Secondo i numeri della XIV edizione dell’osservatorio Aub dal primo gennaio del 2020 fino a giugno del 2022 infatti queste società sono state l’88,5% delle quotazioni nel segmento Euronext Growth di Piazza Affari, un numero che non ha registrato eguali in Europa. 

Ad essere analizzate sono state circa 11 mila aziende dai ricavi superiori ai 20 milioni di euro. Nel confronto con il resto del vecchio continente è anche emerso come Milano sia seconda soltanto alla piazza di Parigi per numero di aziende quotate, ben 422, e di come il 74,4% di queste siano controllate da famiglie che detengono una quota maggioritaria di circa il 60%. 

Non solo il numero più alto ma anche le performance migliori

Ma le nostre aziende familiari oltre a distinguersi nel numero lo fanno anche nelle performance ottenute, registrando un miglioramento dei ricavi del 27,3% nel 2021. Un risultato che supera sia le altre corrispettive europee (+21,1%) sia quelle del nostro Paese che non posseggono una conduzione familiare (+ 23,5%). 

I dati emersi dall’analisi evidenziano anche come le family business creino un’alta percentuale di occupazione (+20,1% negli ultimi sei anni). Un valore che le vede primeggiare davanti alle cooperative e consorzi (+14,4%), alle filiali di imprese estere (+5,7%) e alle coalizioni (+1,4%) oltre a renderle controtendenza rispetto ai risultati in rosso portati a casa dalle imprese controllate da fondi (-8,7%) e da quelle statali (-12,3%).

Per quanto riguarda l’aspetto diversity invece le società che raggiungono tutti i parametri sono solo 344 su 8.589 gruppi analizzati. Interessante è evidenziare come le più virtuose abbiano, rispetto alle altre, abbiano registrato una crescita media maggiore dell’1,3% ottenendo una redditività superiore.

La guerra in Ucraina e l’inflazione cambiano le prospettive

Seppur di successo questa è purtroppo una fotografia ferma a diversi mesi fa quando l’inflazione e la guerra in Ucraina erano ancora agli inizi e poco si prospettava della loro evoluzione. Adesso che si è preso coscienza con il possibile perdurare di tali fattori le prospettive di investimento, oltre ad essersi ridotte, si sono in parte reindirizzate verso la maggiore innovazione ed efficienza tecnologica. Le famiglie imprenditoriali, non solo in Borsa, si ritrovano a dover fare i conti ora ancor di più ieri con la necessità di ridurre i rischi e diversificare la loro ricchezza in un contesto di grande imprevedibilità. Se si guarda al di fuori del mondo della finanza, infatti, le aziende con il management proveniente dal nucleo familiare nel nostro Paese rappresentano circa il 90% del totale e generano l’80% del Pil. Un numero che rende essenziale soffermarsi anche sugli elementi per i quali queste faticano a brillare. 

Gli aspetti ancora da migliorare

Il passaggio generazionale, ad esempio, viene contemplato spesso solamente quando necessario, con un quasi un 30% di aziende che hanno alla guida Ceo ultrasettantenni e un numero di membri under 35 nei consigli di amministrazione poco entusiasmante. E di aziende quotate a Piazza Affari con almeno il 33% di consigliere donne ce ne sono poco più della metà. 

Se guardiamo poi oltre i nostri confini il report mette a confronto i primi mille gruppi familiari italiani con quelli tedeschi, francesi e spagnoli. Da questo raffronto si evince che un quarto delle nostre imprese ha più di un consigliere di amministrazione che supera i 75 anni di età. Un numero che si assottiglia in Francia, dove se ne riscontra uno su 10, e quasi si azzera in Germania.

Altro tasto dolente sono gli investimenti indirizzati alla formazione, andati piano piano a ridursi dall’inizio della Pandemia.  Prima del Covid, infatti, nel triennio che va dal 2017 al 2019 erano state quasi tre aziende familiari su quattro a puntare su questi investimenti. In quello attuale la percentuale è calata di ben quattro punti, al 74%. 

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