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Lo stato dell’arte delle disruptive technologies

Il 2022 è stato un crocevia importante per la tecnologia, l’anno in cui i nuovi trend, emersi dagli anni ’10 del nuovo millennio, si sono consolidati con forza: integrazione di Ai e big data, genomica, computazioni quantistiche: sono le disruptive technologies, tecnologie dirompenti che stravolgono il mercato preesistente inaugurando nuovi trend e stravolgendo le abitudini dei consumatori. 

ChatGPT

ChatGPT, la tecnologia di intelligenza artificiale di OpenAi, ha tutte le carte in regola per rivoluzionare il modo in cui le persone creano contenuti. “Quella dei linguaggi sintetici è una delle rivoluzioni tecnologiche più recenti ed interessanti”, commenta Cosimo Accoto, filosofo e ricercatore affiliato al Mit di Boston, intervenuto a “The race to disruptive technologies: nations as ecosystems of knowledge”, l’evento organizzato dal Centro Studi Americani e Fondazione Leonardo-Civiltà delle Macchine in collaborazione con l’Ambasciata degli Stati Uniti in Italia.

“Il software simula in maniera probabilistica conversazioni con esseri umani e consente agli utenti di generare rapidamente contenuti, con uno sforzo quasi nullo. È il compimento di un processo lungo, partito dal processamento macchinico del linguaggio naturale”. Una tecnologia non esente da rischi. “Certe volte allucina o afferma cose totalmente inesistenti, bisogna stare molto attenti”.

Cosimo Accoto, filosofo e ricercatore affiliato al Mit di Boston

Fra i rischi concreti, quello che ChatGPT possa inondare la rete con una marea di informazioni non verificate, che potrebbero complicare la ricerca di contenuti autentici e affidabili. Ancora, si pensi alle difficoltà che potrebbe incontrare un docente nel verificare se un testo è stato scritto dallo studente o prodotto in pochi secondi dall’intelligenza artificiale. “E poi ci sono i rischi in termini di riservatezza delle informazioni che rilasciamo – aggiunge Accoto – così come la possibilità che la macchina orienti o manipoli i nostri comportamenti e le nostre azioni”. 

Il ruolo dell’Italia

Dove si inserisce l’Italia nel contesto delle nuove tecnologie? “Nello scenario tecnologico competitivo possiamo contare su grandi talenti e grandi eccellenze – spiega il professor Accoto – Mi riferisco ad università e centri di ricerca. Naturalmente l’innovazione richiede non solo la volontà dei singoli atenei, ma un ecosistema complessivo, un sistema Paese che sia in grado di supportare e valorizzare i talenti presenti in Italia”. Da questo punto di vista, il Pnrr rappresenta un’occasione irripetibile. L’Italia ha varato investimenti importanti, che possono contribuire in maniera decisiva allo sviluppo delle nuove tecnologie. 

Molti sono i dilemmi etici posti da Ai e disruptive technologies: ci si chiede, ad esempio, di chi siano i dati che internet fornisce ai sistemi di Ai e chi possa limitarne l’impiego a tutela dei diritti dei cittadini. Ancora, chi garantirà lo stato di diritto all’interno del Metaverso? Un confronto aperto fra politica, economica ed etica appare necessario al fine di dare un indirizzo chiaro alle disruptive technologies. 

Un momento di “The race to disruptive technologies”, l’evento ospitato dal Centro Studi Americani

La corsa al primato tecnologico

In questo contesto, la corsa al primato tecnologico diventa un elemento cruciale per il posizionamento geostrategico dei diversi attori internazionali. “Le rivoluzioni tecnologiche – prosegue Accoto – si inseriscono dentro giochi geopolitici e geostrategici molto importanti. Al di là della capacità delle singole nazioni di sviluppare talenti e impiegare risorse, è chiaro che queste rivoluzioni fanno parte anche della partita strategica che si gioca a livello planetario”. 

Una partita che la Cina sta provando a vincere investendo significativamente nel deep tech: intelligenza artificiale, informazione quantistica, tecnologie blockchain. Il piano Made in China 2025 e il National New Generation AI Development Plan sono investimenti che hanno consentito al Paese di diventare un vero e proprio leader nel campo delle tecnologie avanzate. Entro il 2025, il governo cinese prevede di investire in deep tech circa 150 miliardi di dollari.

“Ad oggi ci sono quattro rivoluzioni fondamentali – conclude Accoto – che stanno lasciando i laboratori per diventare soluzioni ingegneristiche: biologia sintetica, computazione quantistica, blockchain e intelligenza artificiale. Stanno trasformando profondamente non solo le nostre vite personali ma anche quelle professionali, inventando i lavori del futuro e cancellandone altri, che magari non svolgeremo più”. 

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