Ricavi che sfiorano i 10 miliardi di euro per Saipem, che ha chiuso il 2022 con il margine operativo lordo di nuovo positivo per 595 milioni e una perdita netta di 209 milioni. Dati che vengono dopo un rosso operativo lordo di 1,27 miliardi nel 2021 e una perdita netta di 2,4. Nel corso dell’anno del rilancio, dopo lo scampato pericolo di un’insolvenza, il gruppo ha acquisito nuovi ordini per un totale di 12,94 miliardi contro i 6,95 del 2021, con un portafoglio totale di oltre 24 miliardi, che salgono a 24,37 miliardi contando le società non consolidate.
Per il gruppo si tratta di risultati “pienamente in linea con le previsioni comunicate al mercato”. “Oltre alla ovvia soddisfazione per i dati economici e finanziari del 2022 – ha commentato l’amministratore delegato e direttore generale Alessandro Puliti (nella foto in evidenza)– credo sia fondamentale sottolineare come il raggiungimento di questi risultati sia stato possibile grazie all’impegno degli oltre 30mila colleghi in 70 paesi del mondo”. “Il loro contributo – ha affermato – dimostra il patrimonio di competenze, capacità ed orientamento al risultato che caratterizza la cultura Saipem”. “A loro – ha sottolineato – va il mio primo e personale ringraziamento”.
“Non posso, inoltre, non ringraziare i nostri azionisti, le Istituzioni Finanziarie e l’intero consiglio di amministrazione – ha concluso Puliti – che hanno consentito un’efficace implementazione dei già avviati cambiamenti strategici, organizzativi ed il rafforzamento finanziario, che hanno reso possibile il rilancio della Saipem”.
La posizione finanziaria netta del gruppo è stata positiva per 56 milioni esclusi i principi contabili Ifrs 16 e negativa per 264 milioni includendo questi ultimi. Il debito lordo, esclusi gli effetti Ifrs 16, è pari a 2,63 miliardi, mentre la liquidità è pari a 2.686 milioni di euro, di cui 1,36 miliardi di cassa disponibile. Quanto ai debiti scaduti di 382 milioni di euro, sono “pari a circa il 4% dei ricavi del 2022”, un livello che secondo Saipem “rientra all’interno di livelli che si possono considerare fisiologici data la natura e la complessità del business”. Inoltre “non ci sono posizioni debitorie scadute relative a debiti finanziari, fiscali, verso istituti previdenziali e verso dipendenti”.
