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Uffici, il ‘terremoto’ dello smart working sul mercato degli immobili commerciali

uffici smart working

Durante l’emergenza Covid, i dipendenti di tutto il mondo sono stati costretti ad adottare lo smart working. Al terzo anno di pandemia, con i vaccini  più diffusi e i tassi di ospedalizzazione in calo, le aziende stanno chiedendo ai dipendenti di tornare a lavorare negli uffici a tempo pieno. Jamie Dimon di JPMorgan Chase ha più volte insistito sul fatto che uno stile ibrido “non funziona”. Il Ceo di Morgan Stanley, James Gorman, afferma inoltre che lo smart working non è una “scelta dei dipendenti”, mentre Bob Iger della Disney ha chiesto che i dipendenti lavorino in presenza quattro giorni a settimana.

Nonostante i top manager facciano del loro meglio per riportare i lavoratori in ufficio, molti non vogliono tornare al modello pre-pandemico. E questo potrebbe avere enormi ripercussioni per il settore immobiliare, secondo Mark Dixon, amministratore delegato di Iwg (International Workplace Group), gigante specializzato nella creazione di spazi di lavoro flessibile. “Molte più persone adesso sono esigenti e le aziende stanno permettendo loro di lavorare da casa”, ha detto Dixon a Squawk Box Europe della CNBC martedì scorso. “Si tratta di un enorme cambiamento per il settore immobiliare. Una specie di ‘terremoto’ perchè la tecnologia ha fondamentalmente permesso ai dipendenti di lavorare da qualsiasi luogo. C’è la convinzione che alle persone piaccia davvero fare pendolarismo. Non è così – ha aggiunto Dixon -. È una completa perdita di tempo e denaro, e i dipendenti non vogliono farlo”.

pendolari

L’azienda di Dixon è ovviamente pronta a trarre vantaggio da un ipotetico allontanamento dagli uffici tradizionali, poiché Iwg (precedentemente noto come Regus) è specializzata proprio nella creazione di spazi di lavoro ibridi in tutto il mondo. Non è però il primo Ceo a prendere atto che sta avvenendo un cambiamento epocale nel mondo del lavoro. L’investitore di ‘Shark Tank’ Kevin O’Leary la scorsa settimana ha affermato che esiste una “nuova generazione” di lavoratori che ora si rifiuta di andare negli uffici perché hanno sempre lavorato solo da remoto. Diverse aziende tra cui Coinbase, Lyft e Reddit sono passate ad accordi di lavoro ibridi o remote-first.

Dixon ha detto che, piuttosto che disperarsi per questo cambiamento riguardo i locali adibiti ad ufficio, esistono enormi opportunità per i proprietari e gli sviluppatori immobiliari che troveranno nuove forme di utilizzo per i loro spazi, anche se attualmente pensano di sbarazzarsene completamente. A tal proposito Iwg non ha voluto rilasciare dichiarazioni ulteriori a Fortune. Alcuni di questi imprenditori stanno già convertendo gli uffici in unità abitative. A Talk Business,l’architetto Jessica Hester ha detto che le nuove proprietà residenziali vengono costruite prestando attenzione affinché ci sia uno spazio ben illuminato per una postazione di lavoro. Così gli spazi per gli uffici tradizionali potrebbero svuotarsi nei prossimi dieci anni. Secondo la società immobiliare Cushman & Wakefield, nel 2019 c’era il 12% di posti vuoti negli uffici nazionali; entro il 2030, questo numero dovrebbe salire al 55%, parecchio al di sopra della cifra pre-pandemia.

Lo smart working ha costretto anche grandi datori di lavoro come Google e Meta a ridimensionare i loro uffici, e anche i giganti del settore immobiliare di New York hanno dovuto rinunciare a parte dei loro guadagni. L’aumento delle modalità di lavoro flessibili sta già costando a New York circa 12 miliardi di dollari all’anno, con una riduzione della spesa per le attività ricreative legate al consumo fuori porta, come i pasti. Non solo. Anche lo shopping e l’intrattenimento sono diminuiti in modo significativo. Meno spese legate anche al pendolarismo e ai parcheggi, e quindi minor gettito fiscale per le città. Secondo Dixon però, sebbene i dipendenti preferiscano non andare più in ufficio tutti i giorni o così spesso come prima della pandemia, questi spazi non saranno del tutto superati. Ai dipendenti, infatti, piace ancora lo spazio cosiddetto “drop in”, uno spazio da condividere con i colleghi e fare lavoro di gruppo.

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