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La cybersecurity spiegata dai Carabinieri ai cittadini: così diamo la caccia ai criminali del web

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È la nuova frontiera della criminalità. Quella che non si sporca più fisicamente le mani, ma spinge un tasto e fa danni esponenziali. La rivoluzione copernicana del fuorilegge. Quello che non ti guarda nemmeno più in faccia, non perché non ne ha il coraggio, ma perché non ne ha bisogno. Cresce sempre di più, anche in Italia, la criminalità informatica con il 2022 a segnare la fine del monopolio criminale reale, quello che avviene per strada per intenderci. I crimini sul web sono ormai all’ordine del giorno, soprattutto quelli contro il patrimonio.

Ed è per questo che l’educazione e l’alfabetizzazione dei cittadini su queste tematiche deve avvenire con costanza e determinazione. Servono più incontri con i cittadini, come quello avvenuto nell’Istituto Superiore “Francesco Morano” di Caivano (Na), organizzato dai Carabinieri della sezione indagini telematiche del nucleo investigativo di Napoli. Nell’inedita veste di docenti, i militari hanno parlato di cybercrime, digital investigations e web intelligence ad una folta platea di studenti. Non la solita lezione, ma una chiacchierata con i più giovani, utilizzando il linguaggio condiviso della rete, delle new technologies. Un linguaggio parlato abitualmente dalla generazione dei ‘nativi digitali’, ma che nasconde una grammatica spesso ignota. “La crescita esponenziale dei crimini in ambito digitale è dovuta soprattutto alla grande diffusione dei sistemi di comunicazione e alla presunzione di anonimato e impunità che spesso porta a sottovalutare alcuni tipi di comportamenti, che sono a tutti gli effetti reato – dice a Fortune Italia, Antonio Silvestre, ingegnere informatico, Maresciallo della sezione investigazioni telematiche dell’Arma di Napoli -. Vedasi le campagne di odio online, le minacce a mezzo social e il cyberstalking. Tutti reati che nell’ultimo anno hanno portato ad un numero esponenziale di denunce”.

Maresciallo Antonio Silvestre
Antonio Silvestre, Maresciallo della Sesta sezione investigazioni telematiche del nucleo investigativo di Napoli durante la lezione con gli studenti

Spesso i cittadini tendono a sottovalutare che questi tipi di atteggiamenti sono a tutti gli effetti reati puniti dal nostro codice penale. Parliamo di reati come ‘la diffusione illecita di immagini e video (il cosiddetto ‘revenge porn’), l’accesso abusivo al sistema informatico e la diffamazione aggravata a mezzo social. I carabinieri combattono costantemente questa piaga”, spiega Silvestre.

Durante l’incontro con gli studenti, i carabinieri si sono soffermati sulla ‘rete’, nella sua accezione semantica di trappola. E si è parlato dei rischi connessi all’uso indiscriminato del web e soprattutto dei social, un enorme serbatoio di informazioni sensibili, diffuse senza alcun controllo o una consapevolezza dei pericoli. Pericoli che sono in aumento e che mettono in rilievo il problema della mancanza di nuove competenze nell’Arma che possano sopprimere questi nuovi reati.

Il generale Teo Luzi, comandante dell’Arma, ha chiesto al Parlamento di interessarsi al problema e di trovare soluzioni. All’appello mancherebbero carabinieri con competenze tecniche, in grado di contrastare questi fenomeni.

“Per combattere la recrudescenza di tali reati – ha affermato Silvestre – i Carabinieri si sono dotati dal 2015 di un reparto di indagini telematiche del ROS e quattro sezioni inserite nei nuclei investigativi di Napoli, Roma, Milano e Palermo. E ancora, militari specializzati che sono impiegati a duplice incarico nei vari comandi provinciali sul territorio nazionale. Tutti questi carabinieri sono altamente specializzati presso l’Isti (istituto superiore tecniche investigative) di Velletri, dove vengono addestrati all’utilizzo delle più innovative tecniche forensi e di web intelligence al fine di contrastare con professionalità questi reati. Ovviamente la crescita esponenziale di illeciti on line, sta portando l’amministrazione a puntare ad un arruolamento specialistico cercando di rinfoltire questi reparti con personale specializzati. Questo perché occorre puntare anche a nuove figure come hacker etici e tecnici informatici”.

I maggiori reati che si consumano online, per i quali vengono spese risorse importanti nelle attività di contrasto, sono ad esempio il phishing bancario o il cosiddetto ‘call spoofing’ (che permette di far apparire il numero di un istituto bancario sul display del malcapitato), utili poi ai cybercriminali per mettere a segno le frodi informatiche depredando i conti dei cittadini.

“Sono molte – ha detto il Maresciallo Silvestre – le frodi messe a segno attraverso la vendita tra privati su varie piattaforme online utilizzando profili fake e strumenti di pagamento intestati a compiacenti prestanome. O ancora, l’hacking dei profili social per poi richiedere il riscatto in cryptovalute sotto minaccia di diffusione di video a sfondo sessuale creati con i deep fake e il cyber riciclaggio da parte di gruppi criminali attraverso l’utilizzo delle cryptovalute o la diffusione illecita di video e foto intime”.

Durante l’incontro i carabinieri specializzati della sezione indagini telematiche hanno spiegato quali sono i più innovativi metodi investigativi quotidianamente messi in campo. Un lavoro a tutto tondo che spazia dalla consulenza ai comandi territoriali all’analisi forense, fino al web patrolling e profiling. Particolare interesse hanno suscitato il contrasto e la prevenzione dei reati commessi in rete. Parole entrate nella comune terminologia hanno trovato nuove definizioni: spam, phishing, hacking, pharming, malware e botnet.

Espressioni che nell’immaginario comune rimandano all’universo cinematografico o a realtà distopiche che assumono però un peso concreto e allarmante. Pane quotidiano per i tecnici dell’Arma, preparati ad affrontare  il minaccioso fronte dell’internet. Quello ‘visibile’, ma anche quello sommerso. Il deep web e il dark web. Abissi oltre i quali è meglio non spingersi, frontiere sterminate di dati non indicizzati che vanno a braccetto con ogni sfumatura del crimine. Informazioni, armi, esplosivi e droga in vendita. In migliaia di vetrine raggiungibili solo con software e protocolli di rete dedicati. Un universo da conoscere ma da maneggiare con cura. 

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