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5G, Di Raimondo (Asstel): connessioni lente, Italia penalizzata da limiti restrittivi

Laura Di Raimondo Asstel

Come un gatto in tangenziale, il comma sull’innalzamento dei limiti di emissione, che avrebbe dovuto allineare i volt di radiazioni per metro del nostro Paese ai livelli del resto d’Europa, è sparita dalla bozza del nuovo ddl Concorrenza. Saltata, per tensioni politiche. E così è tornata in auge la questione della rete 5G che, secondo diverse fonti, sarebbe molto più lenta che nel resto d’Europa. Una questione sollevata anche dagli operatori tlc in diverse occasioni. “Avere pari condizioni competitive con tutta l’Europa è un tema determinante: bisogna risolvere la questione dell’armonizzazione dei limiti elettromagnetici che da tempo ha caratterizzato un delta significativo tra l’Italia e gli altri Paesi”, dice a Fortune Italia Laura Di Raimondo (nella foto in evidenza), direttrice generale Asstel-Assotelecomunicazioni. “È chiaro – continua – che l’attuale quadro normativo nazionale ha anche significativi impatti sulla possibilità che l’Italia sviluppi reti 5G sull’intero territorio nazionale, in grado di ottenere le prestazioni attese da tale tecnologia, entro le scadenze del 2026 dettate dai piani nazionali o comunitari entro il 2030”.

Solo il 23 marzo scorso OpenSignal, una società di analisi indipendente specializzata nella misurazione della potenza del segnale mobile, ha pubblicato il report “Changing competitive landscape in Italy, a look at 5G networks & operator strategies”, sul segnale 5G. I risultati? Deludenti. La nostra rete è più lenta della media europea, piazzandosi fra gli ultimi della classe. Il nostro Paese è però considerato “altamente dinamico” e sembra stia recuperando il gap con gli altri Stati. Insomma, una fotografia in bianco e nero quella scattata da OpenSignal, in un momento in cui si parla ininterrottamente di digitalizzazione, metaverso, rivoluzione tecnologica, intelligenza artificiale, competitività. Una questione b2b, ma anche b2c, con i consumatori delusi dalle performance della loro rete. In Francia – per dire – vanno al doppio.

Reti elettromagnetiche: il metodo di misurazione in Italia è diverso

In Italia, tra le altre cose, c’è un metodo di misurazione dei limiti diverso dal resto d’Europa. Il nostro Paese misura l’inquinamento elettromagnetico sulla media delle 24 ore, mentre gli altri Paesi su una media di 15 minuti. La media sulle 24 ore dà risultati più bassi. E’ chiaro che in questo modo i limiti misurati a casa nostra non sono comparabili con quelli di altri Paesi. “Il settore delle telecomunicazioni è impegnato più che mai in questa fase nella digitalizzazione del Paese, anche grazie alle risorse del Pnrr che si sommano ai costanti investimenti degli operatori pari a 90 miliardi negli ultimi 11 anni”, dice Di Raimondo. L’associazione di categoria della filiera tlc lavora ad una moral suasion per accelerare il percorso di innalzamento dei livelli elettromagnetici.

Perché la normativa italiana è più stringente rispetto alle raccomandazioni Ue in tema di protezione della popolazione dall’esposizione ai campi elettromagnetici? 

È innanzitutto un problema culturale che è rimasto solo in Italia. Ne abbiamo visti diversi di complottisti in molti ambiti, e nel tempo ci siamo impegnati anche a contrastare una quantità illimitata di fake news sul 5G. Le linee guida internazionali per la protezione della popolazione dall’esposizione ai campi elettromagnetici, richiamate dalla raccomandazione del Consiglio dell’UE 1999/519, applicano un fattore di riduzione di 50 volte alla potenza elettromagnetica che potrebbe produrre effetti potenzialmente nocivi, e sono quindi già particolarmente cautelative. La normativa italiana applica un ulteriore margine cautelativo (100 volte), portando complessivamente a 5.000 il fattore di riduzione applicato nel nostro Paese. A causa di tali limiti più stringenti, gli operatori italiani sono costretti a creare una rete con una maggiore densità territoriale, comportando costi più elevati, tempi di realizzazione più lunghi e maggiore impatto ambientale (inquinamento visivo, consumo di energia). Alla luce delle consolidate conclusioni della comunità scientifica sulla validità dei limiti internazionali ai fini della radioprotezione della popolazione, viene da tempo richiesta l’armonizzazione dei limiti nazionali con quelli raccomandati internazionalmente.

Antenna 5G
Un ripetitore di rete 5G

La filiera in questo momento ha un tema di sostenibilità nel suo complesso da dover gestire.

Il 2022 ha rappresentato un altro anno complesso, soprattutto perché gli operatori, a fronte di flussi di cassa che sono passati dai 10,5 miliardi del 2010 a un valore di poco superiore al miliardo del 2021, hanno pagato la rata finale di oltre 4 miliardi per le licenze 5G. In un momento storico in cui la filiera guarda con attenzione alla definizione di una politica industriale dedicata al settore, l’armonizzazione dei limiti elettromagnetici rappresenta un segnale di attenzione da parte delle istituzioni alle imprese e alle persone che vi lavorano. Non solo, in questa fase siamo di fronte ad una significativa trasformazione nei modelli di business, che impongono alle aziende di svolgere un ruolo sempre più proattivo nella costruzione dell’ecosistema digitale. Pertanto, il 5G è il naturale e inevitabile punto d’incontro tra innovazione e sostenibilità.

Le reti 5G saranno sempre più rilevanti in diversi settori: in campo industriale, per la logistica, per le utilities, per la pubblica amministrazione, per il settore sanitario e della formazione. In questo scenario che ruolo possono avere gli operatori?

Nella nostra filiera sono rappresentati tutti gli operatori, ma anche chi costruisce infrastrutture con soluzioni tecniche avanzate e il CRM-BPO (il customer care, ndr). Grazie all’infrastruttura e ai servizi delle imprese della filiera tlc è possibile abilitare nuove applicazioni e servizi per cittadini, imprese e PA. Basti pensare che il 5G consente la creazione di ambienti dotati di applicazioni intelligenti in modo diffuso, ovvero ambienti smart: dalle abitazioni alle strade, dalle fabbriche alle città. Inoltre, il 5G rappresenta la rete di telecomunicazioni indispensabile per lo sviluppo di altre tecnologie quali Big Data, Cloud ed Edge Computing, Intelligenza Artificiale e Blockchain, Realtà Assistita e Realtà Virtuale. L’armonizzazione degli attuali limiti elettromagnetici renderà la nostra economia più efficiente e meno dispendiosa in termini di risorse, contribuendo nel contempo a migliorare la sostenibilità ambientale. È fondamentale che non venga impedito di mettere a valore e quindi valorizzare quelli che sono gli investimenti e quello che è lo sforzo tecnologico e di infrastrutturazione. Gli operatori stanno facendo moltissimo in questo senso. C’è un tema di urgenza però, perché come Paese abbiamo degli obiettivi importanti da raggiungere. Bisogna poter competere adeguatamente sui mercati europei e internazionali e per farlo abbiamo necessità delle condizioni giuste.

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