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Enzo De Fusco: la cultura del lavoro per raggiungere ruoli apicali | VIDEO

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Sacrificio, intraprendenza e formazione: parla Enzo De Fusco, socio fondatore della società di consulenza De Fusco Labour & Legal

Enzo De Fusco ha l’indole decisa di chi va dritto per la propria strada. Oggi la sua società di consulenza gestisce un network di aziende che dà lavoro a 850mila dipendenti. Lo incontriamo nel suo studio, nella sede storica della Treccani. Un luogo che trasuda cultura, ideale per la nostra conversazione su competenze, lavoro e formazione.

Quali sono le competenze necessarie per raggiungere ruoli apicali?

Uno su mille ce la fa, come diceva una vecchia canzone. Servono soft e hard skill. Un capo deve essere inclusivo, saper dialogare coi dipendenti. Deve però anche avere visione, saper comprendere il contesto in cui agisce.

La richiesta di competenze risponde alle stesse logiche nel settore pubblico e nel privato?

Dovrebbe essere così, però col tempo abbiamo scoperto che nel privato si è più selettivi, più rigorosi e attenti. Nel pubblico a volte la forma prevale sulla sostanza.

Il ricambio generazionale può rappresentare un volano per l’economia?

Il ricambio generazionale mi preoccupa. Vedo nei giovani più attenzione allo smart working che al sacrificio. Io sono cresciuto con la cultura del sacrificio, dello stare in azienda per rubare con gli occhi segreti e competenze. Il lavoro purtroppo non è visto più come prioritario, ma come un elemento per sostenere altre priorità, quali la vita personale.

Quanto è importante la formazione nell’attuale panorama del mondo del lavoro?

In un mondo che cambia velocemente, la formazione è tutto. Il diritto del lavoro evolve in modo frenetico: ogni mese dobbiamo gestire leggi nuove. Serve un aggiornamento costante. Hanno fatto bene gli ultimi Governi ad investire sul Fondo nuove competenze. E poi ci sono le Regioni che hanno tanti soldi per la formazione. Andiamoceli a prendere, perché altrimenti tornano all’Europa ed è un peccato.

Il nostro Paese registra livelli molto elevati di Neet, soprattutto al Sud. Ha una ricetta per rilanciare formazione e competenze?

Per i miracoli ci stiamo attrezzando. Credo che negli ultimi anni l’assistenzialismo non abbia aiutato a creare nel giovane quella spinta all’azione, necessaria per trovare un posto di lavoro, anche se umile. E avere così la soddisfazione di portare a casa la prima busta paga. Se stai a casa o al bar e aspetti che le cose accadono, ti perdi dei momenti straordinari.

Ci troviamo però in un periodo storico dominato dalla precarietà.

No, io penso che da quando ho iniziato a lavorare a oggi non è cambiato niente. A breve ci saranno anzi più opportunità.

Cosa suggerirebbe a un giovane che volesse intraprendere il suo stesso percorso?

Di occupare gli spazi liberi e non sottrarli ad altre persone. Serve la capacità di far accadere le cose. E poi ci vuole tanta passione. Io nei primi dieci anni di attività professionale non ho preso un giorno di ferie. Ho lavorato anche il giorno del mio matrimonio. Questa voglia di fare poi però ha portato dei risultati.

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