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Crisi idrica, evento Fortune Italia alla Camera dei Deputati: il messaggio del presidente Fontana

“Ritengo che l’incontro odierno costituisca una preziosa opportunità per approfondire il tema della tutela e della conservazione del patrimonio idrico nazionale in un contesto, come quello attuale, in cui la disponibilità di acqua è sempre più limitata. Cambiamenti climatici, consumi irresponsabili e una cattiva gestione delle risorse idriche, con gli sprechi che ne derivano, assieme al degrado e al prosciugamento delle falde, stanno producendo danni incalcolabili non solo per gli equilibri dell’ecosistema, ma anche per i territori, la vita e le attività delle nostre comunità, soprattutto per quelle agricole. Appare dunque evidente come la sfida ambientale rappresenti una priorità per il Paese: alle indispensabili politiche di sviluppo sostenibile occorre accompagnare un deciso rafforzamento delle nostre infrastrutture idriche per rendere sempre più efficiente la rete e salvaguardare un bene così prezioso per la collettività”.

Con questo messaggio indirizzato al Ceo di Fortune Italia Leonardo Donato, il Presidente Lorenzo Fontana ha aperto l’evento “Il paradosso dell’acqua: dalla crisi idrica all’esempio del Mose” all’Aula dei Gruppi della Camera dei Deputati organizzato dalla testata con l’intento di riaccendere i riflettori sulla Just Transition, al centro del V Forum Sostenibilità che si è svolto a Venezia nello scorso mese di febbraio.

L’evento è stato l’occasione per presentare alle istituzioni i risultati emersi dai 12 tavoli di lavoro del Forum, ai quali hanno preso parte rappresentanti apicali di oltre 100 tra aziende, associazioni e istituzioni, ma anche di aggiungere alla discussione un tema attualissimo, quello dell’emergenza idrica.

Convegno Fortune Italia Il Paradosso dell' Acqua dalla crisi idrica all' esempio del m.o.s.e.

“Nei tavoli di lavoro – spiega Sandro Bosso, coordinatore scientifico del Forum – sono emerse ben 150 raccomandazioni condivise in termini di indicazioni di politica industriale e di governo della transizione. Gli elementi ricorrenti fra i diversi tavoli – continua Bosso – riguardano la semplificazione di norme e permessi, l’opportunità di una maggiore specializzazione e pragmatismo degli interventi in ottica di filiera industriale, la necessità di un maggiore coordinamento fra le istituzioni centrali e quelle locali, l’importanza della formazione sia per il personale amministrativo, che per le imprese e i consumatori. Un tema fondamentale che emerge in diversi gruppi di lavoro è quello della disponibilità e tutela della risorsa idrica.”

La crisi idrica, infatti, che ha dato il titolo all’evento, è un tema emerso trasversalmente nei tavoli di lavoro come punto di massimo rilievo.

Ma perché “il paradosso”? Perché, pur essendo l’acqua riconosciuta come elemento essenziale per le società umane fin dai tempi di Talete – sue le parole “l’acqua è il nutrimento di tutte le cose”-  l’ultima conferenza Onu prima della “UN 2023 Water Conference” risale al 1977In Italia, la conferenza nazionale delle acque risale addirittura al 1971.

In Italia la situazione appare particolarmente critica. Da un lato, sottolinea Sandro Bosso, i fattori esterni: il nostro Paese detiene il primato europeo per stress idrico da cambiamenti climatici (nell’ultimo trentennio, la disponibilità è diminuita del 20% con aumento del 45% di piogge intense). Nel 2022 la produzione idroelettrica è stata del 37% inferiore rispetto a quella del 2021. Dall’altro, ricorda il coordinatore scientifico del Forum, i fattori interni: perdite di 9 miliardi di litri al giorno, il 40% dell’acqua in acquedotto. L’investimento medio per abitante è da anni inferiore della media europea: consumiamo 220 litri di acqua per abitante al giorno (il massimo in Europa), ma li paghiamo poco più di quelli che beviamo da bottiglie confezionate. Senza considerare che in una filiera così complessa ci sono ancora oltre 2000 gestori.

Le raccomandazioni ricorrenti raccolte nei diversi tavoli sono la programmazione industriale, la visione di sistema e l’importanza della cultura della sostenibilità e del risparmio idrico, a partire dalle scuole. Cosa fare, dunque? 

Fortune Italia ha condiviso con i rappresentanti delle istituzioni preoccupazioni e raccomandazioni, coinvolgendo nel dibattito figure di primo piano del mondo politico e accademico. L’On. Giorgio Mulé, vicepresidente della Camera, ha introdotto i lavori sottolineando l’importanza di un impegno pragmatico da parte della politica. L’acqua è un bene comune, patrimonio dell’umanità, che va difeso e protetto senza che per questo il mondo debba fermarsi. Per fermare la crisi idrica – ha detto – bisogna fare quello che finora non è stato fatto, cioè prendersi cura del territorio, avere cura di una risorsa fondamentale come quella dell’acqua. Va fatta la cura degli invasi, e non solo a ridosso della bella stagione. Vanno curati i corsi d’acqua, i fiumi, va curato tutto il patrimonio, che è un vero tesoro per il nostro Paese. Il Pnrr ci può dare una mano – ha spiegato – perché dal punto di vista delle infrastrutture ci sono missioni che, in termini di transizione ecologica, prevedono l’utilizzo di fondi dedicati a queste strutture che per troppo tempo abbiamo trascurato.”

Convegno Fortune Italia Il Paradosso dell' Acqua dalla crisi idrica all' esempio del m.o.s.e.

L’aumento delle temperature globali sta modificando il ciclo dell’acqua sul pianeta a velocità doppia rispetto al previsto. Una tendenza che rende più probabili frequenti e duraturi fenomeni climatici estremi come siccità, piogge torrenziali e conseguenti alluvioni. Ecco perché, ha sostenuto Francesca Santoro, Senior Programme Officer Ioc-Unesco nel suo keynote speech “Crisi idrica: una sfida globale”, serve un approccio integrato e uno sguardo in grado di comprendere tutte le questioni in campo. E’ molto importante, ha spiegato l’esperta, che le azioni possano essere sostenute finanziariamente da tutti gli attori in campo, pubblici e privati, locali e globali. L’Unesco è costantemente impegnata nella ricerca di soluzioni efficaci.

La sensibilizzazione è un punto essenziale rispetto al problema dell’acqua. “È fondamentale insistere nei circuiti dell’educazione su come viene utilizzata l’acqua pubblica in generale, anche con la gamification per creare una convergenza tra i game e la formazione”, ha dichiarato l’on. Federico Mollicone, presidente della commissione Cultura della Camera.

Per la crisi idrica il piano nazionale di ripresa e resilienza potrà fare molto – ha confermato l’on. Alberto Gusmeroli, presidente della commissione Attività produttive, Commercio e Turismo – In quasi tutte le parti del Paese, da nord a sud, le reti idriche sono dei colabrodo. Noi in questo momento non ci possiamo permettere la dispersione idrica, quindi abbiamo tre anni davanti per spendere i soldi. Con il nuovo codice degli appalti, si potranno rifare tantissime reti idriche italiane e investire sul tema dell’acqua, che sarà il tema del futuro. L’acqua è l’oro del Paese, l’oro dell’umanità”.

A entrambi Margherita Lopes, giornalista di Fortune Italia che ha moderato la tavola rotonda “Politica è sostenibilità“, ha chiesto tre azioni per sintetizzare il loro impegno per i prossimi mesi. “Non sprecare, recuperare l’acqua piovana e lavorare tutti insieme, politici e non” gli impegni dell’on. Gusmeroli. “Informare (anche attraverso il gioco), innovare e valorizzare” quelli dell’on. Mollicone.

E se si parla di acqua non si può dimenticare Venezia, che – tra l’altro – ha ospitato il V Forum Sostenibilità: il direttore responsabile di Fortune Italia Paolo Chiariello ha coordinato la tavola rotonda dedicata a “L’esempio del Mose” con il presidente della Fondazione Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità, prof. Renato Brunetta, il Sindaco della città lagunare Luigi Brugnaro e l’arch. Elisabetta Spitz, Commissario straordinario del Mose.

Il Mose che, in apertura di evento, l’on. Mulé ha definito “un’opera consegnata alla storia” è per il presidente Brunetta il primo esempio concreto di resilienza e sostenibilità. “Il Mose? – ha detto – Io la considero la più grande opera idraulica mobile e di ingegneria della storia dell’umanità. Venezia può essere davvero considerato un modello per il resto del mondo. Il Mose, nato per governare le acque eccezionali, è il primo grande sistema di resilienza e di sostenibilità fisico che salva Venezia, esempio per tutte le altre città consimili, e preserva non solo la città fisica, ma l’intero ecosistema, il cultural heritage della città e la sua millenaria resilienza.”  Sottolineando l’importanza di raccontare al mondo una simile storia di successo, il presidente ha annunciato, insieme al direttore di Fortune Italia, la prossima pubblicazione di un numero speciale della rivista, realizzato in collaborazione con la Fondazione Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità.

Il Sindaco di Venezia Luigi Brugnaro ha sottolineato con grande convinzione l’importanza del fatto che le istituzioni facciano squadra, lasciando da parte i personalismi. In tal senso, ha citato la Fondazione, di cui è vicepresidente insieme al presidente della regione Veneto Luca Zaia, come caso virtuoso dove si assiste alla partecipazione e alla fattiva collaborazione di tutte le istituzioni veneziane insieme alla maggior parte delle principali imprese italiane.

L’architetto Elisabetta Spitz, Commissario straordinario del Mose, facendo il punto sullo stato di avanzamento dell’opera, che sarà definitivamente consegnata allo Stato alla fine del 2025, ha dichiarato con orgoglio che il sistema, pur essendo ancora un cantiere, funziona da 3 anni e funziona molto bene.

Infine, una riflessione su “L’etica della responsabilità” nella tavola rotonda moderata dal direttore editoriale di Fortune Italia Emanuele Bevilacqua con la partecipazione delle on. Ilaria Fontana e Ylenia Lucaselli, del prof. Matteo G. Di Castelnuovo della SDA Bocconi e dell’esperta di comunicazione e sostenibilità dottoressa Alice Pumiato.

Il prof. Di Castelnuovo ha illustrato come cambieranno consumi e consumatori nel prossimo decennio, sottolineando la necessità per le imprese di saper scegliere le giuste strategie di sviluppo. Inoltre, ha lanciato ai paesi industrializzati un avvertimento: non possono esimersi dall’assunzione di responsabilità per la situazione in cui ci troviamo. I nostri comportamenti hanno portato alla crisi attuale, aggravata oggi dalla condotta in primis della Cina il cui governo tuttavia non può essere considerato unico responsabile.

La dottoressa Pumiato ha ricordato che la sostenibilità è sì una responsabilità dei singoli individui, ma razionare l’utilizzo quotidiano dell’acqua non può bastare a salvare il pianeta. La fetta maggiore di responsabilità ricade sulle imprese, in particolare quelle agro-alimentari, ed è soprattutto da lì che bisogna partire per individuare una soluzione efficace al problema.

Per l’on. Ylenia Lucaselli, dobbiamo partire dalle infrastrutture. “È uno degli obiettivi di questo governo: abbiamo la necessità di ammodernare il nostro sistema idrico. Gli enti che si occupano di questo, stanno già lavorando da tempo, ma dobbiamo fare molto di più. Quella dell’acqua è una dispersione che non possiamo permetterci e che poi si riversa inevitabilmente sulle nostre famiglie, ma soprattutto sulle nostre aziende che hanno delle difficoltà per il proprio sostentamento.” E poi c’è un tema di education: “Bisogna educare, non colpevolizzare rispetto al consumo di acqua“.

“L’acqua ha un valore etico – ha proseguito l’on. Ilaria Fontana –  e se si ha un’etica nel trattare un argomento si ha anche la responsabilità di fare tutto per tutelarla, valorizzarla in qualche modo e quindi anche proteggerla. Come opposizione, in Commissione Ambiente daremo il nostro contributo per metterla al centro. Oggi nel 2023 si può partire dalla cooperazione e dal partenariato, avendo quindi una gestione dell’acqua che sia comunitaria e no profit”.

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