NF24
Cerca
Close this search box.

Conferenza bilaterale per la ricostruzione dell’Ucraina, nessuno ha parlato di NATO

Si è svolta a Roma lo scorso 26 Aprile la conferenza bilaterale (Italia – Ucraina) per la ricostruzione dell’Ucraina. Conferenza che ha visto la partecipazione, secondo quando riferiscono gli organizzatori, di più di 600 imprese italiane e 150 imprese ucraine, oltre alle associazioni di categoria (prima tra tutte Confindustria) e alle istituzioni finanziarie internazionali.

L’interesse delle imprese italiane è andato ben oltre ogni più rosea aspettativa del Ministero degli Esteri che è stato costretto ad un repentino cambio di location per accogliere i numerosissimi partecipanti. L’evento si è quindi svolto al Palazzo dei Congressi dell’Eur e non alla Farnesina, dove era originariamente previsto.

Come detto, alla conferenza hanno partecipato, oltre alle imprese, su cui era ovviamente centrato gran parte del focus, anche le Banche di sviluppo (BEI, EBRD, WB) nella speranza, non così segreta, di un coinvolgimento delle imprese italiane nella ricostruzione di settori strategici dell’economia ucraina, tanto nel medio quanto nel lungo termine.

L’evento si è svolto in tre sessioni distinte: una prima istituzionale, una seconda dedicata alle istituzioni finanziarie internazionali ed una terza con tavoli di discussione ed approfondimento su tematiche legate a settori strategici.

Fin qui il resoconto della giornata in un brevissimo riassunto dei fatti.

Ciò che forse agli addetti ai lavori non sarà sfuggito, ma che comunque è bene sottolineare, sono però alcune note di carattere generale ed altre di carattere più politico istituzionale ed internazionale. Infine, una brevissima nota “di colore”.

La prima sensazione, sorta quasi spontanea dopo aver ricevuto l’invito e letto il programma dei lavori, è stata che non vi fosse un buon coordinamento tra le varie sessioni. Che cosa significa? Sembrava evidente che l’obiettivo finale dei lavori fosse quello di coinvolgere le imprese italiane nella ricostruzione, esclusivamente a fronte del contributo finanziario che l’Italia dà e darà allo scopo.

E noi “insiders” immaginavamo, forse, un atteggiamento diverso da parte dell’Ucraina o delle banche di sviluppo. Si pensava ad esempio che il Governo ucraino avrebbe potuto prediligere una ricostruzione “dall’interno”, con finanziamenti italiani diretti e mirati alla ricostruzione ma con attuazione da parte delle imprese ucraine, sul suolo ucraino.

Nulla di più sbagliato. Il primo ministro ucraino ha infatti chiaramente invitato le imprese italiane a farsi parte diligente della ricostruzione e ad investire in Ucraina già oggi, in modo da essere pronte e posizionate in maniera strategica quando la ricostruzione “vera” avrà inizio.

Anche l’atteggiamento delle banche di sviluppo è stato senz’altro proattivo ed efficace. Hanno infatti chiaramente confermato le capacità delle imprese italiane soprattutto in alcuni settori strategici, e quindi invitato le stesse a partecipare attivamente ai bandi che verranno pubblicati.

A livello istituzionale, la sensazione dominante è stata quella di grande equilibrio.

Il parterre delle grandi occasioni ha previsto una perfetta ripartizione nella partecipazione dei tre partiti della maggioranza al Governo: Giorgia Meloni e Adolfo Russo per Fratelli d’Italia, Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti per la Lega, e Antonio Tajani per Forza Italia. La delegazione Ucraina aveva una composizione speculare, salvo qualche piccola defaillance dell’ultimo minuto, comprensibile però, considerato il momento storico.

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani alla Conferenza bilaterale sulla ricostruzione dell’Ucraina a Roma, il 26 aprile 2023. Fonte: Ansa

Due notazioni interessanti sono emerse dai discorsi di Giorgia Meloni, Antonio Tajani e Adolfo Urso.

La prima: appare chiaro che il Governo ha una gran voglia di dare conferme sulla continuità, pur nella diversità della sua azione e della sua visione prospettica, alla comunità internazionale e, in questo particolare contesto, al popolo e al Governo ucraino.

Nel suo intervento, Adolfo Urso ha chiaramente ammesso che la sua missione in Ucraina a inizio gennaio era stata su preciso input di Giorgia Meloni e che aveva come specifica finalità quella di rassicurare il Governo ucraino del fatto che la nuova coalizione alla guida di Palazzo Chigi non avrebbe cambiato le posizioni italiane in materia di supporto all’Ucraina.

E Giorgia Meloni ha poi “rincarato la dose”, sottolineando per ben due volte come questa conferenza fosse stata una promessa che aveva personalmente fatto al presidente Zelensky durante la sua visita di febbraio a Kyiv.

E’ “un’altra promessa che questo Governo ha mantenuto”, ha testualmente detto la Premier, sottolineando così la coerenza, di parole e fatti, della sua azione (anche) di politica estera.

Un’ulteriore annotazione è più di carattere internazionale. Nessuno, né Giorgia Meloni né Antonio Tajani, ha mai pronunciato la parola NATO.

Mentre il Governo si è chiaramente esposto per il sostegno dell’ingresso dell’Ucraina in Unione europea, ed il prima possibile, nessuno ha mai fatto cenno ad una possibile partecipazione dell’Ucraina nella NATO.

Forse una soluzione come quella praticata per l’Austria o la Finlandia (fino a qualche mese fa) è un compromesso che l’Italia si sente di sostenere e che non dovrebbe urtare (ma ormai nessuno può dire se sarà così), la “sensibilità” della Federazione russa.

Ultimissima nota, di colore. Giorgia Meloni segue molto bene le orme dei Presidenti del Consiglio, che si sono avvicendati negli ultimi dieci anni e che hanno saputo intrattenere relazioni internazionali parlando inglese senza bisogno di interprete.

Si tratta dell’evidente segno di una maturata capacità internazionale della politica italiana dettata, forse, dalla globalizzazione e dalla necessità di intrattenere costanti e proficui rapporti personali -non mediati nella lingua- con i colleghi esteri. E, a questo punto, forse, un plauso va fatto anche al sistema scolastico nazionale che, dagli anni ’80, cerca di dare crescente importanza all’insegnamento delle lingue straniere come strumento di integrazione.

ABBIAMO UN'OFFERTA PER TE

€2 per 1 mese di Fortune

Oltre 100 articoli in anteprima di business ed economia ogni mese

Approfittane ora per ottenere in esclusiva:

Fortune è un marchio Fortune Media IP Limited usato sotto licenza.