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L’economia circolare e gli ‘spazzini dello Spazio’, finalisti dell’European Inventor Award

Spazio all’innovazione e all’economia circolare spaziale: un nuovo concetto di riuso che ha portato il ricercatore Luca Rossettini, co-founder dell’azienda D-Orbit, nella short list dell’European Inventor Award (Eia), il premio istituito dall’Ufficio brevetti europeo (Epo), assegnato ogni anno agli inventori più interessanti del panorama internazionale.
Luca Rossettini e il suo gruppo sono finalisti nella categoria ‘Pmi’,  selezionati tra oltre 600 candidati per l’edizione di quest’anno.

Un italiano d’eccellenza, quindi, che però ammette di aver pensato a un fake, quando ha ricevuto la mail che comunicava la selezione del progetto D-orbit per il premio: “Avevo ricevuto delle mail,  ho pensato fossero finte, poi alla seconda o terza comunicazione ho provato a verificare, scoprendo che arrivavano davvero dall’Epo, ed è stata abbastanza una sorpresa, non ce lo aspettavamo proprio”, ha raccontato Rossettini a Fortune Italia.

La giuria tecnica del premio è chiamata a valutare la genialità dei progetti e delle invenzioni, ma anche l’impatto che questi hanno sulle nostre vite, e il progetto per cui Rossettini è stato candidato, D-Orbiter(D3),  nasce a margine un obiettivo preciso, come racconta lo scienziato a Fortune Italia: “Creare un’infrastruttura di logistica spaziale che collegasse Marte, Luna e Terra con una rete di trasporti per cose, persone e informazioni. Quando siamo partiti, nel 2009/10, prima ancora di creare l’azienda abbiamo pensato a una nostra road-map, e il primo punto da risolvere ci è sembrato fosse il problema dei rifiuti spaziali, che abbiamo trasformato in un’opportunità”.

D-Orbiter(D3) è un dispositivo di disattivazione dei satelliti in disuso, un piccolo rotore indipendente e intelligente che viene collegato a un satellite prima del suo lancio. È dotato di sistemi propri di propulsione, di carburante, di unità di controllo a distanza e di telecomunicazione. D-Orbiter rimane inattivo finché non rileva un problema di funzionamento del satellite e avvisa gli operatori sulla Terra.

“La tecnologia deve partire dalla nostra vision, ma permetterci anche di risolvere il problema: eliminare i rifiuti spaziali in un’ottica di economia circolare spaziale, è così che nasce  D3,  il motore intelligente per rimuovere i satelliti a fine vita”. Questo per i satelliti ancora in fase di progettazione, che va installato prima del lancio. Ma come eliminare i ‘rifiuti spaziali’, tutti quei satelliti inattivi che orbitano nello Spazio?

L’azienda D-Orbit ha provato a risolvere anche questo problema, progettando una soluzione per la consegna ‘ultimo miglio’, lo ‘Ion Satellite Carrier’, che si basa sul metodo brevettato da Rossettini per il rilascio in sicurezza dei satelliti. “Ion è un veicolo spaziale multiuso che può trasportare satelliti in orbita e rilasciarli individualmente, esattamente dove devono essere per iniziare la loro missione in condizioni operative ottimali e svolgere diversi altri servizi avanzati, come testare payload di terze parti in orbita, durante la stessa missione”.

Quello dei rifiuti spaziali è un tema concreto: sono più di 15mila i satelliti inviati nell’orbita terrestre a partire dal primo lancio del 1957 – secondo l’Agenzia Spaziale Europea (Esa) – e questo ‘sovraffollamento’ ha causato oltre 600 collisioni, esplosioni e incidenti nello Spazio che hanno ridotto in pezzi molti di questi veicoli e l’Esa stima che, di conseguenza, più di 36.500 oggetti di dimensioni superiori a 10 cm stiano sfrecciando intorno alla Terra.
E l’invenzione di  Luca Rossettini e la sua squadra sembra poter risolvere concretamente questo problema,  manovrando i satelliti in modo più preciso ed efficiente nei loro slot orbitali e poi di rimuoverli in modo sicuro dall’orbita terrestre quando non sono più utili.

“Quando i detriti spaziali entrano in contatto con altri oggetti, creano altri frammenti. Ciò aumenta la probabilità di ulteriori collisioni, mettendo potenzialmente a rischio i satelliti e le missioni spaziali, e aumentando il numero di oggetti nello spazio che potrebbero cadere sulla Terra” chiarisce Rossettini,che con il suo team ha creato appunto un sistema per gestire sia il riposizionamento che la rimozione dei satelliti in orbita. “Una volta portati fuori dall’orbita terrestre, i satelliti possono bruciare nell’atmosfera e disintegrarsi in un’area designata e sicuro”.

Queste invenzioni sono il risultato della lunga passione di Rossettini per lo Spazio e la sostenibilità. Dopo aver prestato servizio come Ufficiale Aeronautico nell’esercito italiano, ha conseguito un Master in Ingegneria Aerospaziale presso il Politecnico di Milano, lavorando poi per un anno in un laboratorio di ricerca statunitense sulle nanotecnologie applicate ai propellenti spaziali, prima di tornare in Europa. Ha conseguito un dottorato di ricerca in Propulsione spaziale avanzata presso il Politecnico di Milano e, in seguito ad un tirocinio presso la NASA all’interno del Centro ricerche di Ames, Rossettini ha co-fondato D-Orbit in Italia nel 2011.

“La sede principale di D-Orbit è vicina al lago di Como,  poi abbiamo sedi in Inghilterra, Portogallo ma la maggior parte delle risorse è in italia”. Lo Space può essere quindi uno strumento che riporti a casa i cervelli in fuga? Rossettini è convinto di sì: “Abbiamo persone provenienti da 18 paesi di tutto il Mondo e un sacco di italiani che sono rientrati. Noi siamo stati fra i primi  a portare avanti il concetto di  new pace economy, ad usare lo Spazio per fare business e siamo una ‘benefit corporation’. Prima lo Space era governativo, con aziende brave ma grandi, ora nelle piccole imprese si procede molto più rapidamente, e si cresce tanto, noi siamo 270 persone”.

I nominativi dei vincitori del premio European Inventor Award (EIA) 2023 saranno annunciati il prossimo 4 luglio, nel corso di un evento a Valencia, in Spagna.
E nell’attesa ricorderemo che già molti sono stati, in passato, gli italiani finalisti e vincitori del premio, fra cui:
Rino Rappuoli vincitore EIA 2017, considerato uno dei fondatori della microbiologia cellulare. Le sue tecniche per creare i primi vaccini genomici al mondo nel 1999, hanno rivoluzionato le tecniche dei vaccini.
Barbara Stella and Luigi Cattel, Patrick Couvreur e Véronique Rosilio, vincitori Eia 2013 hanno inventato farmaci antitumorali che possono essere trasportati direttamente alle cellule malate del corpo umano.
Nel 2012 il vincitore Eia è stato Mario Moretti Polegatoinventore della scarpa permeabile al vapore GEOXCatia Bastioli and team, vincitrice Eia 2007 inventrice dei sacchetti biodegradabili.

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