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Brevetti: l’Italia undicesima nella classifica dell’European patent office

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Italiani, popolo di navigatori, poeti. E d’inventori? Sono 4.864 le domande di nuovi brevetti depositate presso l’European patent office (Epo), l’ufficio europeo dei brevetti, ma questo non è bastato al nostro Paese per piazzarsi nella Top 10 delle nazioni più innovative d’Europa.
L’Italia si ferma infatti all’11° posto nella Patent Index 2022 – la classifica annuale globale stilata da Epo – con un +2,5% di nuovi brevetti, a un soffio dalla Svezia, decima con il 2,6% e dall’Uk, nona con il 2,9%. Al primo posto della classifica dei brevetti internazionali si confermano gli Stati Uniti con il 25% , su un totale di 193.460 domande presentate. L’Italia è invece quinta fra i 27 paesi dell’Unione europea.
Il dato italiano rappresenta comunque un ottimo risultato, con una flessione lieve del -1,1%, dopo il record registrato nel 2021, con un +6,5% e 4920 domande presentate, che sono un importante indicatore primario degli investimenti delle aziende di ricerca e sviluppo, e che evidenziano come anche l’anno scorso la spinta all’innovazione sia rimasta forte nonostante le incertezze economiche globali. L’Italia è fatta da piccole aziende, anche se si posiziona abbastanza in alto nella ranking e questo è il frutto di un’innovazione diffusa perché significa che ci sono tante realtà che partecipano, con piccole quantità di brevetti ciascuna, ad un processo complessivo di crescita.

Classifica Epo – 2022


L’innovazione italiana in crescita

L’Italia ha dietro di se’ 10 anni di continua crescita del numero di brevetti, ed “è uno dei pochissimi Paesi che ha reagito molto bene al periodo della Pandemia, l’innovazione è aumentata, la flessione registrata quest’anno sembra quasi un assestamento“. È il commento di Roberta Romano Götsch, Chief sustainability Officer dell’Epo, che abbiamo raggiunto telefonicamente per un suo commento diretto alla situazione dei brevetti italiani. “La protezione di un prodotto con brevetto permette di commercializzarlo, di aprire nuovi mercati”. È più facile anche avere accesso a fondi di investimento, al lavoro e produzione e ciclo economico, e pensiamo alle startup, che partono dall’invenzione, perchè il brevetto “dà la garanzia, a chi investe, che non sarà copiato. Un aspetto importante dei brevetti è che dopo 18 mesi la domanda di brevetto viene pubblicata, e questo dà accesso  all’innovazione, publicare tecnologia permette di far conoscere l’invenzione” a dei target vasti ma verticali.
Quanto vive un brevetto dipende dalla tecnologia, “la farmaceutica e il campo medico hanno tempi molto lunghi, ci sono qualificazioni e test clinici, il brevetto può durare fino a 20 anni, e spesso vediamo anche nuovi effetti clinici, con brevetti secondari, figli del primo. Nel digitale lo sviluppo è molto più rapido, di solito un brevetto dura in media 5 anni”. In generale, i brevetti aiutano le aziende a proteggere e commercializzare le loro invenzioni. Permettono inoltre di concedere in licenza la tecnologia, di stabilire accordi di collaborazione con i partner e di attrarre investitori.


Focus Italia: I principali settori tecnologici

È il settore dell’ handling – che comprende le tecnologie di imballaggio – a svettare nella classifica dei comparti tecnologici italiani per domande di brevetto presentate (384). Slittano al secondo posto i trasporti – inclusa la tecnologia automobilistica – con 363 domande e una decrescita del -8,8%.
Terzo posto per la tecnologia italiana legata ai macchinari speciali, tra cui le macchine utensili per vari settori industriali e la stampa 3D, conta 355 domande di brevetto depositate nel 2022, con un +9,6% rispetto all’anno precedente, e si conferma al quinto posto anche nella classifica europea per settore tecnologico. È interessante il +12,3% dei brevetti nel settore farmaceutico, che potrebbe sembrare un effetto della Pandemia, ma in realtà il settore, in Italia,  è sempre stato molto forte, ha un’ottima tradizione d’innovazione e una tendenza positiva costante nel tempo.
Importante anche il +5,4% registrato del campo dei macchinari/apparecchi elettrici – che comprende, ad esempio, le batterie – e che viene determinato dalla spinta verso forme di energia pulita.

I settori più innovativi in Italia - classifica Epo 2022

 

La ranking delle aziende italiane

Il podio delle aziende di solito riflette la ranking generale dell’innovazione. Le prime tre aziende italiane, per numero di richieste di brevetto presso Epo nel 2022, sono: Coesia, società specializzate in soluzioni industriali e di imballaggio altamente innovative, con sede a Bologna, entrata in classifica per la prima volta, direttamente al primo posto, con 91 brevetti. Segue Pirelli con 47 richieste, che passa al 2° posto dal 3° dello scorso anno. Terza Chiesi Farmaceutici, biofarmaceutica multinazionale con sede a Parma con 42 domande di brevetto. Nel 2021 il podio delle aziende italiane era composto da Fameccanica, Tobacco GD e Pirelli. Questo cambiamento radicale della classifica, da un’anno all’altro, trova spiegazione nel fatto che in Italia i numeri registrati dalle singole aziende sono relativamente piccoli, e le ranking così connotate non consentono di registrare piccoli cambiamenti, piuttosto sono interessate da grandi stravolgimenti.  Altra nota importante riguarda i grandi richiedenti quali Stellantis, Cnh Industrial NV o StMicroelectronics Nv, che non compaiono in questa classifica perché non sono registrati in Italia.

Le 10 aziende italiane più innovative – classifica Epo 2023


I primati dell’innovazione italiana

Sono otto le regioni italiane che si attestano fra le prime cento più innovative d’Europa, in base alle domande di brevetto presentate all’EPO nel 2022. La Lombardia è la prima delle italiane,  12° nella ranking internazionale con 1.547 domande è la regione italiana che registra più brevetti nel 2022. È inoltre l’unica regione italiana ad aver superato le 1000 richieste di brevetti. Nella classifica delle top 100 segue l’Emilia-Romagna al 24°posto, il Veneto (32°), il Piemonte (41°), la Toscana (60°), il Lazio (64°), il Friuli-Venezia Giulia (90°) e infine il Trentino-Alto Adige al 92° posto. Lombardia, Emilia Romagna e Veneto rappresentano oltre il 60% di tutte le domande di brevetto dall’Italia all’EPO.  Guardando invece alle singole performance di crescita, l’Umbria risulta essere la regione con la crescita più forte (+82,8%), seguita dalla Valle d’Aosta (+62,5%), dalla Basilicata (+33,3%) e dalla Campania (+20,2%).
Lombardia, Emilia Romagna e Veneto rappresentano il 60% di tutte le domande di brevetto italiane presentate all’Epo nel 2022.


Il ruolo delle Università

Il Politecnico di Milano è al quinto posto nella ranking italiana delle aziende più innovative, per numero di brevetti presentati, che sono stati 35 nel 2022. È l’unica università italiana in posizione così elevata, ad evidenziare il tema del trasferimento tecnologico italiano, che non decolla. La ricerca condotta dalle università italiane è apprezzata a livello globale, ma sono ancora pochi i brevetti registrati. Per fare un esempio, al primo posto della ranking generale dei brevetti c’è un ente di ricerca francese, il Commissariato energia atomica alternativa (Cea) con 540 domande, e questo ci dice che in Italia c’è ancora tanto lavoro da fare. La chiave di lettura, secondo Epo, è che le università italiane tendono a derubricare l’importanza del brevetto. Ci sono però le eccezioni, e alcune università si stanno dotando di un dipartimento brevetti, anche la Sapienza ha ora un dipartimento che si occupa di proprietà intellettuale. È un processo che prende tempo ma si sta avverando, per università c’è lavoro da fare, far capire l’importanza dei brevetti per sviluppo economia.


Il costo di un brevetto

Tutelare la proprietà intellettuale ha un costo, e potrebbe essere più accessibile di quanto si pensi. Per depositare un brevetto d’invenzione in Italia, il costo si aggira intorno ai 50 euro in caso di deposito telematico. Se il documento è cartaceo, il costo varia da 120 a 600 euro, in base al numero di pagine, come apprendiamo dal sito del Ministero delle imprese e del made in Italy.
Per un brevetto che abbia valenza in Europa, invece, i costi forniti da Epo parlano di tasse di deposito e di ricerca per l’avvio della procedura che ammontano a circa 1.520 euro, mentre il costo dell’intera pratica si aggira attorno ai 6 025 euro, per portare una domanda di brevetto fino alla fase di concessione. Ci sono però delle possibilità di finanziamenti, con Horizon 2020 ad esempio, o i fondi messi a disposizione dalla Banca centrale europea, che possono consentire anche alle aziende più piccole, o  alle università, di poter sostenere questi costi.


Il Premio internazionale per gli inventori ‘European Inventor Award’

Verranno resi noti ad aprile 2023 i finalisti del premio annuale, istituito dall’Epo, che viene assegnato agli inventori più interessanti del panorama internazionale. La giuria tecnica è chiamata a valutare la genialità dei progetti e delle invenzioni, ma anche l’impatto che questi hanno sulle nostre vite. Le candidature sono spontanee e aperte, e pur non trattandosi di un premio in denaro si tratta comunque di un ‘award’ molto ambito e prestigioso.
Molti gli italiani finalisti e vincitori dell’ European Inventor Award (EIA) il che riflette la spinta all’innovazione dell’Italia.  Fra i tanti, Rino Rappuoli vincitore EIA 2017, considerato uno dei fondatori della microbiologia cellulare. Le sue tecniche per creare i primi vaccini genomici al mondo nel 1999, hanno rivoluzionato le tecniche dei vaccini. Barbara Stella and Luigi Cattel, Patrick Couvreur e Véronique Rosilio, vincitori Eia 2013 hanno inventato farmaci antitumorali che possono essere trasportati direttamente alle cellule malate del corpo umano. Nel 2012 il vincitore Eia è stato Mario Moretti Polegato, inventore della scarpa permeabile al vapore GEOX. Catia Bastioli and team, vincitrice Eia 2007 inventrice dei sacchetti biodegradabili.

L’Italia è quindi un paese di innovatori.

 

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