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Ai, undici titoli e quattro fondi che potrebbero rendere bene

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Quando si parla di AI gli innvestitori si trovano di fronte a una scelta difficile: credere alla pubblicità e buttarcisi a capofitto, oppure ignorarla e rischiare di perdere una trasformazione tecnologica potenzialmente unica nell’arco di una generazione. “Abbiamo appena iniziato a scegliere vincitori e perdenti del settore dell’AI”, ha spiegato Scott Helfstein, responsabile delle thematic solutions degli ETF Global X. “Non siamo ancora sicuri dei diversi modi in cui potremo monetizzare questa tecnologia. Alcuni sono ovvi, e altri non lo sono affatto – e potrebbe essere che proprio quelli che non sono ovvi diventino più importanti nel tempo”, ha detto. Secondo alcuni analisti di PricewaterhouseCoopers, l’AI potrebbe accrescere il Pil globale di 15.700 mld di dollari entro il 2030, che è più dell’attuale produzione di India e Cina insieme.

Ma, avvertono gli esperti, investire nell’AI generativa ha molte più sfumature rispetto al semplice acquisto di titoli Big Tech che hanno integrato la tecnologia. “Questo potrebbe essere un altro di quei momenti in cui stiamo arrivando al picco dell’entusiasmo, quindi le aziende spenderanno molti soldi, ma scopriranno che è molto più difficile costruire qualcosa di veramente essenziale”, ha spiegato Peter Cohan, professore di economia al Babson College. “Microsoft ha fatto un grande investimento in OpenAI, e ha anche GitHub, che possiede molto del software che può essere utilizzato per lo sviluppo di AI, ma non so ancora se questo genererà entrate sufficienti per Microsoft perché l’AI stessa diventi una parte significativa del suo business”, ha osservato.

Ma non si può ignorare che in un’epoca di alta inflazione e bassi indici di rendimento, le società e i fondi che si concentrano sull’intelligenza artificiale e sul machine learning hanno un forte potenziale di crescita. Ad esempio, il Global X Robotics and Artificial Intelligence ETF (BOTZ), che tiene traccia di 44 partecipazioni di società coinvolte nella robotica industriale e nell’automazione, nella robotica non industriale e nella produzione di veicoli autonomi, è aumentato del 18% dall’inizio dell’anno, mentre l’S&P 500 è appena sopra il 3%. Per gli investitori che vogliono entrare in questo promettente settore, ecco i modi più intelligenti per affrontare l’investimento nell’AI.

Big Tech

Una pletora di aziende di tutti i settori sta integrando l’intelligenza artificiale nelle sue operazioni, da Land O’Lakes a Microsoft alla società di sicurezza informatica SentinelOne. Quindi potrebbe darsi che si stia già investendo indirettamente nell’intelligenza artificiale, visto che le Big Tech stanno guidando la carica sia dal punto di vista degli investimenti che dell’innovazione.

“L’intelligenza artificiale viene costruita principalmente dai giganti della tecnologia”, ha spiegato l’analista tecnologico di PitchBook Brendan Burke, citando leader come Microsoft (MSFT), Alphabet (GOOGL), Amazon (AMZN) e Meta (META). “Queste aziende hanno i laboratori di ricerca e gli strumenti operativi per portare sul mercato innovazioni fondamentali negli algoritmi di intelligenza artificiale”, ha affermato.

Se si vuole scommettere sulle Big Tech, Microsoft ha fatto il massimo investendo 10 mld di dollari in OpenAI e poi lanciando il rinnovato servizio di ricerca Bing con nuove funzionalità di ricerca basate sull’intelligenza artificiale. Anche se Bing ha debuttato con alcune interazioni bizzarre e inquietanti con gli utenti, se la tecnologia riesce a contrastare con successo la funzione di ricerca di Google, Microsoft può guadagnare un’enorme fetta di mercato. “Riteniamo che incorporare le funzionalità di ChatGpt in Bing possa fornire a Microsoft un’opportunità unica per sovvertire il dominio di Google nella ricerca”, ha scritto Gil Luria, della società di analisi di software D.A. Davidson. Luria ha aumentato l’obiettivo del valore delle azioni di Microsoft da 270 a 325 dollari assegnando all’azienda un rating ‘buy’. “Anche se Google ha annunciato un progetto per aggiungere l’intelligenza artificiale generativa al suo motore di ricerca, riteniamo che il vantaggio iniziale di Bing potrebbe creare uno spostamento permanente della quota di mercato”, ha scritto Luria. Tuttavia, con gli stop and go nel lancio di Bing, è chiaro che i chatbot generativi di intelligenza artificiale hanno ancora molta strada da fare.

Gli analisti di Bank of America, d’altra parte, hanno scritto in un recente rapporto che le azioni di Meta hanno il massimo da guadagnare dall’implementazione dell’AI, citando l’incorporazione dell’AI da parte della società nella funzione Reels.

“Ci aspettiamo un impatto enorme dall’adozione dell’AI data la quantità di dati sui consumatori e il massiccio aumento di investimenti, guidati da Alphabet, Meta e Amazon”, ha specificato il rapporto. Bank of America ha raccomandato l’acquisto di azioni Alphabet e Amazon nel suo rapporto di previsione per il 2023.

Confrontando il boom dell’AI con il boom delle dotcom dei primi anni 2000, è chiaro che se si scelgono queste aziende può andare di lusso. “Anche chi avesse acquistato Amazon al culmine del boom delle dotcom, avrebbe comunque fatto un sacco di soldi”, ha detto Tom Taulli, consulente di startup e autore che scrive di intelligenza artificiale. Ma i giganti hanno un problema: sono ‘giganti’. “È più difficile spostare l’ago per le Big Tech rispetto ad alcune aziende di piccole o medie dimensioni che finiranno per giocare in uno spazio che sarà significativo”, ha detto Helfstein. “Forse non saranno così riconoscibili, ma hanno un potenziale di crescita migliore, che può trasformarsi in rendimenti”, ha spiegato Helfstein.

Pale e picconi del boom dell’AI

Durante la corsa all’oro della California, alcuni degli investitori più scaltri hanno evitato di affannarsi nella ricerca dell’oro stesso e hanno fatto fortuna investendo nei picconi e nelle pale di cui i cercatori d’oro avevano bisogno per la loro ricerca. Cohan vede un’analogia nell’AI: “Potrebbe benissimo essere che i beneficiari iniziali dell’espansione dell’AI saranno nell’ambito dell’hardware, invece che in quello del software”, ha previsto Helfstein.

Quali ‘scelte’ dunque raccomandano gli esperti? Burke di PitchBook ha spiegato: “La crescita dell’AI si basa sulla maggiore efficienza e sulla riduzione dei costi delle unità di elaborazione grafiche (GPU). L’abilitatore più basilare per questi nuovi modelli sono le ultime innovazioni hardware provenienti da giganti dei chip come Intel (INTC), Advanced Micro Devices (AMD) e Nvidia (NVDA)”. I semiconduttori sono necessari per il funzionamento del software di intelligenza artificiale e le aziende che li producono potenzieranno la sua espansione. Nvidia è attualmente il principale produttore di chip nell’ambito dell’intelligenza artificiale.

Un sacco di capitale andrà in queste startup di intelligenza artificiale generativa”, ha detto Cohan. “E la domanda per gli investitori è: quale tecnologia utilizzeranno per costruire le loro API? La risposta è che molto probabilmente utilizzeranno chip Nvidia”. Oltre ai chip, è necessaria un’infrastruttura software per supportare l’enorme volume di dati su cui si baserà l’esplosione dell’AI. “Il livello successivo è la necessità delle aziende di immagazzinare i loro dati in depositi centralizzati per migliorare le prestazioni dei loro modelli di intelligenza artificiale”, ha spiegato Burke. “È qui che i fornitori di gestione di database, come Snowflake (SNOW) e Alteryx (AYX) possono aiutare le imprese”, ha affermato. Zacks dà raccomandazioni di acquisto per entrambe le società. Dynatrace (DT) è un’altra società di infrastrutture di cloud computing che potrebbe crescere. L’azienda gestisce una piattaforma di software che utilizza l’intelligenza artificiale e l’automazione.

Bank of America ritiene che il titolo, che è aumentato dell’1% dall’inizio dell’anno, possa continuare a correre, assegnandogli una raccomandazione d’acquisto. Un altro ‘vincitore’ potrebbe essere Palantir Technologies (PLTR), che si prevede aumenti la sua quota di mercato e le entrate mentre uno dei suoi maggiori clienti, il governo degli Stati Uniti, espande l’implementazione di AI in ambito militare. Nell’ottobre 2022, la società ha firmato un contratto da 85 mln di dollari con l’US Army Materiel Command che utilizzerà il suo software per aumentare le capacità militari di intelligenza artificiale. La società è stata fondata nel 2003 da un gruppo di VC tra cui Peter Thiel, Nathan Gettings, Joe Lonsdale, Stephen Cohen e Alex Karp. Il titolo è aumentato del 31% da inizio anno, ma gli analisti (come quelli di BofA che hanno una raccomandazione d’acquisto sul titolo) si aspettano che possa capitalizzare ulteriormente il boom dell’AI.

I fondi che puntano sull’intelligenza artificiale 

La tecnologia AI ha avuto un anno di svolta, ci sono già un numero robusto di fondi ed ETF che danno visibilità al settore, il che è una vittoria per gli investitori. “Con queste tecnologie emergenti, le persone hanno la possibilità di puntare su un paniere di aziende, piuttosto che mettere i loro chip su una sola”, ha affermato Helfstein. Ha fatto un paragone con quanto accaduto con Tesla nel settore dei veicoli elettrici. Tesla è stata la prima a dominare il mercato dei veicoli elettrici, ma adesso i concorrenti sono in fila per superarla: “Non penso che vivremo in un mondo dominato da una singola AI, sarà un mercato competitivo”.

Per non parlare dell’imprevedibilità intrinseca di un settore che si evolve alla velocità della luce. “Questo può essere un ambito volatile; non si sa mai cosa potrebbe succedere domani, quindi la diversificazione è importante”, ha spiegato Taulli. Un’opzione solida è il Global X Robotics and Artificial Intelligence ETF (BOTZ), che è aumentato del 18% da inizio anno e ha 1,64 mld di dollari di risorse in gestione. Le sue partecipazioni principali includono Nvidia, Intuitive Surgical, Upstart Holdings (UPST), Keyence (KYCCF) e ABB (ABB). Un’altra opzione è l’iShares Robotics and Artificial Intelligence Multisector ETF (IRBO) di BlackRock, che ha 118 partecipazioni e circa 288 mln di dollari di risorse in gestione. Dall’inizio dell’anno, il fondo è salito del 15%, superando saldamente l’S&P 500. Un’opzione ampiamente diversificata è il ROBO Global Robotics and Automation Index ETF (ROBO), che detiene 79 titoli con le prime cinque partecipazioni che rappresentano solo il 9% del valore del fondo. Dall’inizio dell’anno, l’ETF è cresciuto del 12%. Il Defiance Machine Learning and Quantum Computing ETF (QTUM) ha circa 116 mln di dollari di risorse in gestione e le sue partecipazioni principali includono Nvidia e Alteryx. Dall’inizio dell’anno, il suo rendimento è salito di circa l’11% e il fondo ha ricevuto un rating a cinque stelle da Morningstar Research nel dicembre 2022.

Nel complesso, gli esperti consigliano cautela e pazienza quando si tratta di investire in AI generativa. “Gli investitori dovrebbero tenere presente che le scoperte tendono a essere non lineari”, ha spiegato Helfstein. Avendo appena visto un periodo di quella che lui definisce “innovazione esponenziale”, non bisogna stupirsi se ora ci sarà una temporanea stabilizzazione prima della prossima ondata.

 

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