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Rapporto Bankitalia su gender gap in occupazione e salari, Italia peggiore d’Europa

Bankitalia

Bankitalia ha recentemente pubblicato un rapporto che evidenzia l’alto divario di genere in termini di occupazione e salari in Italia. Il rapporto, intitolato “Le donne, il lavoro e la crescita economica”, mette in luce le sfide affrontate dalle donne nel mercato del lavoro italiano. Secondo i risultati, le donne hanno tassi di occupazione inferiori del 18% rispetto agli uomini, guadagnano l’11% in meno in termini di salario, hanno una maggiore diffusione di contratti a termine e part-time e affrontano limitate opportunità di ruoli di leadership all’interno delle aziende.

L’Italia si posiziona al penultimo posto nell’Unione Europea per quanto riguarda il divario di genere nell’occupazione, superata solo dalla Grecia. Il tasso di occupazione femminile si attesta al 51,1%, più di 18 punti percentuali inferiore rispetto al tasso di occupazione maschile tra le persone di età compresa tra i 15 e i 64 anni. Il divario salariale è già significativo all’ingresso nel mercato del lavoro, con una differenza del 16% tra i diplomati e del 13% tra i laureati, e si accentua ulteriormente con la maternità e l’avanzamento della carriera. Inoltre, le donne occupate hanno una maggiore propensione ad avere contratti temporanei (18% delle donne occupate dipendenti, rispetto al 16% degli uomini) e lavori a tempo parziale (31,7% delle lavoratrici, rispetto al 7,7% dei lavoratori), una scelta che non sempre è frutto di una decisione volontaria delle donne stesse.

Alessandra Perrazzelli, vicepresidente generale della Banca d’Italia, ha commentato che, nonostante ci siano stati alcuni miglioramenti sul fronte del gender gap nel lavoro, questi sono ancora molto lenti rispetto alla necessità di integrare le donne nel mercato del lavoro. La disparità riflette anche le difficoltà delle donne nel raggiungere posizioni di leadership all’interno delle aziende e la tendenza a lavorare in settori che offrono compensi mediamente più bassi, con solo il 20% delle donne ai vertici dei redditi. Di conseguenza, anche le pensioni delle donne risultano significativamente inferiori, con uno svantaggio del 27% rispetto agli uomini.

Promuovere la parità di genere significa innanzitutto sostenere l’uguaglianza, evitare casi di discriminazione e affrontare le lacune di un mercato che fatica a sviluppare ed allocare in modo efficiente le capacità professionali, in particolare quelle femminili. Questo è quanto ha concluso la vicepresidente di Bankitalia.

 

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