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Delfin supera il 10% di Generali ma nega la scalata, cosa si nasconde dietro l’aumento della quota

La holding Delfin, di proprietà degli eredi di Leonardo Del Vecchio, ha recentemente superato la soglia del 10% delle azioni di Generali, compagnia assicurativa triestina. Sebbene l’aumento sia avvenuto per motivi tecnici legati al riacquisto di azioni proprie da parte di Generali, Delfin ha deciso di mantenere la quota e ha ottenuto l’approvazione dall’Ivass, l’autorità di vigilanza bancaria, per rimanere oltre questa soglia e potenzialmente aumentare la partecipazione fino al 20% del capitale. Questa notizia ha suscitato interesse sul mercato azionario, con il titolo di Generali che ha registrato un aumento superiore al 5% e ha chiuso la sessione in crescita del 3,38% a 19,2 euro. Tuttavia, Delfin ha precisato di non avere alcuna strategia specifica riguardo a questa quota.

Dettagli sulle azioni di Delfin e la risposta di Generali

Delfin ha spiegato che ha presentato una richiesta all’Ivass il 17 aprile scorso per poter esercitare diritti di voto per più del 10% in Generali. Tale richiesta è stata necessaria per legge in quanto la quota di Delfin è aumentata dal 9,77% al di sopra del 10% a causa del piano di riacquisto di azioni proprie avviato da Generali nell’agosto 2022. La richiesta è stata approvata a fine giugno dall’autorità di controllo assicurativa dopo aver valutato la solidità finanziaria di Delfin. La holding ha sottolineato di considerarsi un socio di lungo periodo e ha affermato che la richiesta all’Ivass non implica una strategia particolare se non quella di agire in conformità alle regole come azionista di Generali.

Possibili implicazioni future e interrogativi

Nonostante la precisazione di Delfin, rimangono alcuni dubbi sulle intenzioni e gli sviluppi futuri legati all’aumento della quota. Dopo il fallito tentativo di scalata di Francesco Gaetano Caltagirone lo scorso anno, con il supporto di Delfin, Benetton e la Fondazione Crt, la prossima mossa potrebbe essere giocata durante l’assemblea di ottobre, quando verrà rinnovato il consiglio di amministrazione di Generali. Delfin detiene attualmente una quota vicina al 20% nella banca, ma la BCE impone dei limiti che non possono essere superati. Tuttavia, sia Delfin che Caltagirone potrebbero appoggiare una lista alternativa a quella del consiglio uscente guidato dal CEO Alberto Nagel. Resta da vedere se ci saranno ulteriori sviluppi e quali potrebbero essere le intenzioni effettive di Delfin.

Risposte degli attori del settore finanziario e speculazioni sul mercato

Gian Maria Gros-Pietro, presidente di Intesa Sanpaolo, ha commentato che spera che tutte le istituzioni finanziarie italiane si rafforzino e che Generali sia un punto di forza per il sistema finanziario italiano. Secondo gli analisti, l’approvazione da parte dell’Ivass per Delfin di detenere una quota superiore al 10% aumenta l’attrattiva speculativa sul gruppo assicurativo e indirettamente anche su Mediobanca, che detiene il 13,1% di Generali. Tuttavia, permangono alcune incertezze sulle intenzioni di Milleri e sull’eventuale sostegno degli altri soci di Delfin, i figli di Del Vecchio, per un investimento finanziario impegnativo volto a incrementare la partecipazione in Generali.

L’aumento della quota di Delfin in Generali ha suscitato interesse e speculazioni sul mercato azionario. Sebbene la holding abbia negato di avere una strategia specifica, rimangono dubbi sulle implicazioni future e sulle intenzioni effettive di Delfin. L’assemblea di ottobre potrebbe rappresentare un momento chiave per comprendere meglio gli sviluppi futuri. Nel frattempo, gli attori del settore finanziario osservano attentamente la situazione, consapevoli dell’importanza di Generali per il sistema finanziario italiano.

 

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