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Emendamento equipara prof statali e paritarie, ed è subito polemica

scuola

Il dl Pa bis, oggetto di ampie discussioni e dibattiti, ha recentemente visto l’introduzione di un emendamento che ha sollevato diverse opinioni all’interno della maggioranza governativa. L’emendamento, sostenuto dall’intera coalizione, ha l’obiettivo di equiparare il servizio prestato presso gli istituti statali e quelli paritari solo ai fini abilitanti. Questo requisito è necessario per accedere ai futuri concorsi di accesso all’insegnamento e si è rivelato un punto di rottura tra i rappresentanti della maggioranza e la Flc Cgil, sindacato che rappresenta gli insegnanti.

Secondo il nuovo emendamento, per ottenere l’abilitazione, il personale precario della scuola deve aver svolto almeno tre anni di servizio, anche non continuativi, negli ultimi cinque, di cui almeno uno nella classe di concorso per la quale si desidera abilitarsi. Questi tre anni possono essere stati prestati sia nelle scuole statali che paritarie, un aspetto che ha suscitato le critiche della Flc Cgil. Il sindacato ritiene che l’equiparazione di esperienze diverse tra chi ha lavorato nella scuola pubblica e in quella privata sia un errore e che ciò possa creare “disparità tra lavoratori”.

La Flc Cgil definisce l’emendamento “assolutamente ideologico” e contesta il fatto che venga messo sullo stesso piano un’esperienza professionale che ha seguito rigide regole di selezione e reclutamento nella scuola statale, rispetto a quella che ha seguito altri criteri di accesso spesso discrezionali nel caso delle scuole paritarie. Secondo il sindacato, questa equiparazione non tiene conto delle differenze tra le due realtà, rischiando di svilire l’importanza e il valore dell’esperienza acquisita nel sistema statale.

Diversa è l’opinione dei sostenitori dell’emendamento, tra cui il leader di Noi moderati, Maurizio Lupi. Secondo lui, anche i docenti delle scuole paritarie avranno l’abilitazione attraverso i percorsi universitari, e l’insegnamento presso queste scuole sarà considerato valido per tre anni come requisito per il mantenimento della parità con le scuole statali. Lupi vede l’approvazione dell’emendamento come un segnale importante di lavoro coeso e condiviso per rafforzare il principio della parità scolastica.

La discussione sull’emendamento è stata animata, con posizioni divergenti tra i vari attori politici e sindacali. Il Ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, ha difeso le misure approvate nel dl Pa bis, sottolineando l’attenzione alle esigenze dei docenti precari, sia delle scuole statali che paritarie. Secondo Valditara, il potenziamento della scuola e la semplificazione delle procedure per l’accesso ai servizi scolastici sono essenziali per l’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) e per sostenere i lavoratori della scuola e le loro famiglie.

In conclusione, l’emendamento rappresenta un passo significativo verso l’equiparazione dei percorsi abilitanti per il personale precario della scuola, ma al contempo, ha generato una controversia riguardo all’effettiva parità tra l’esperienza nella scuola statale e in quella paritaria. La decisione avrà certamente un impatto significativo sul futuro dell’insegnamento e sulle possibilità di carriera dei docenti precari, e sarà interessante vedere come questa equiparazione si svilupperà nei prossimi mesi.

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