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Privacy e OHTA: la chiave per il successo dell’Intergruppo parlamentare One Health

Sala del Refettorio di Palazzo San Macuto (Camera dei Deputati). Un luogo istituzionale suggestivo per celebrare il primo incontro operativo del neonato Intergruppo Parlamentare ‘One Health’, promosso dall’On. Ylenja Lucaselli e dall’On. Luciano Ciocchetti, al quale hanno aderito finora 28 tra senatori e deputati.

In una settimana caratterizzata da eventi climatici catastrofici e da nuovi allarmi sul fronte della salute, relativi all’influenza aviaria e ai casi di febbre emorragica Crimea-Congo, una malattia virale tropicale trasmessa dalle zecche, registrati in Spagna, il tema One Health appare sempre più di attualità e appare dunque cruciale l’attività dell’Intergruppo dedicata a questi temi.

“L’Intergruppo parlamentare One Health – ha spiegato il Ministro della Salute Orazio Schillaci nel suo messaggio di saluto, letto in apertura dei lavori – rappresenta un ulteriore prezioso contributo per la promozione di politiche volte alla tutela della salute pubblica. La pandemia ci ha insegnato l’importanza di considerare la salute in maniera globale, riconoscendo il legame indissolubile tra la salute umana, quella animale e la salute dell’ecosistema. Già da Rettore ho sostenuto la necessità di seguire con forza l’approccio One Health che ora, da Ministro della Salute, sono impegnato a integrare nelle strategie di prevenzione, preparazione e risposta alle esigenze sanitarie. È un approccio valorizzato nel Piano Nazionale della Prevenzione 2020-2025 e nella Missione 6 del PNRR e sono certo che da oggi potremo contare anche sul vostro significativo supporto”.

Nell’incontro di kick off dell’Intergruppo One Health, tenutosi a fine giugno, erano già emersi due elementi chiave da attenzionare: l’Health technology assessement (HTA) e la questione della interoperabilità dei dati e della privacy. Sul tavolo anche tanti altri temi importanti, quali le condizioni di acqua, aria e suolo, l’antibiotico-resistenza, la Digital One Health, la salute mentale, la sicurezza alimentare, vita & lavoro e le zoonosi.

“Da settembre – ha annunciato l’On. Luciano Ciocchetti – apriremo una serie di tavoli per argomento specifico, che vedrà i componenti dell’Intergruppo e le Associazioni che incontreremo, discutere nel merito le singole questioni, su una piattaforma realizzata ad hoc. Poi verrà fatto un lavoro di assemblamento, costruendo un sistema che ci porti ad elaborare una serie di proposte concrete quali disegni di legge, progetti di legge, proposte di legge e altre iniziative, che coinvolgano il lavoro del Parlamento e delle Commissioni parlamentari, oltre che i Ministri competenti. A giugno abbiamo avuto il Ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, oggi il saluto del Ministro della Salute  Schillaci, nel prossimo incontro coinvolgeremo anche il Ministro dell’Agricoltura Lollobrigida”.

A giugno l’Intergruppo ha focalizzato una serie di temi, a partire dal tema One Health, la Salute unica. “Vorremmo arrivare a toccare tutta una serie di tematiche – annuncia Ciocchetti – mettendoli insieme sinergicamente, per collegare la salute umana a quella animale e a quella ambientale. E la storia degli ultimi anni e in particolare degli ultimi giorni ci rafforza sempre più su questa esigenza. Il fine
ultimo è portare il Parlamento e le forze politiche a riflettere sul fatto che ogni attività parlamentare debba valutare anche il suo impatto su salute animale, ambiente, umana. Una salute influenzata da fattori sociali, ambientali ed economici è importante se riesce a portare avanti una integrazione in una gamma più ampia di arre politiche, correlate con tutti i livelli di governance. Sono i messaggi che anche a livello
internazionale, l’OMS e altre agenzie internazionali portano avanti da anni. E noi vorremmo che anche il nostro Paese si rendesse protagonista da questo punto di vista. Abbiamo bisogno di lavorare in maniera sinergica, come il concetto stesso di One Health richiede”.

Da sinistra, Francesco Saverio Mennini, Università di Tor Vergata, Luciano Ciocchetti e Ylenja Lucaselli, deputati promotori dell’intergruppo parlamentare One Health

E da questo punto di vista l’Intergruppo One Helath ha le idee chiare e si è già dato una solida e razionale organizzazione. “È il pragmatismo che deve guidare la nostra attività all’interno di questo Intergruppo – afferma l’On. Ylenja Lucaselli – poi provvederemo a trasformare in progetti di legge ed emendamenti le varie proposte che scaturiranno dai tavoli di lavoro. Quando si parla di One Health si toccano temi che anno dall’agricoltura, alla biodiversità, alla salute umana e animale. Con tutte le declinazioni dell’innovazione tecnologica del PNRR e della sua attuazione. I temi sono davvero tanti e il modo migliore per condurre la nave fino al raggiungimento di proposte di legge o emendative nel corso di questa legislatura è di approfondire i singoli temi e poi fare in modo che ci sia un coordinamento tra i temi trattati. Abbiamo strutturato questo Intergruppo con una Segreteria di coordinamento che è poi è l’interfaccia tra le varie componenti di questo gruppo, con un Comitato Scientifico con funzione consultiva e propositiva e un Comitato Tecnico che avrà una funzione attuativa. Infine abbiamo l’Alleanza che metterà insieme anche gli stakeholder per sentire le loro istanze. Una piattaforma operativa da settembre darà la possibilità a tutti di conoscere i risultati degli studi, presentare i propri suggerimenti e iniziare un dibattito che impegnerà l’arco di questa legislatura, per arrivare alla formulazione nei vari ambiti e settori di idee, proposte e sollecitazioni che possano aiutare il governo a migliorare l’attenzione rispetto a questi temi. Questo Governo mostra una particolare attenzione ai temi del One Health e tutti i Ministri che hanno a che fare con materie che incrociano le tematiche One Health sono molto attenti e interconnessi tra loro. Il Comitato Tecnico Scientifico dell’Intergruppo è la base dalla quale partire per portare in parlamento le nostre proposte di prospettiva da qui ai prossimi 20 anni”.

Due dunque i temi cruciali per tradurre il concetto di One Health all’interno di tutte le politiche: HTA e condivisione dei dati. “Partendo da un approccio condiviso a livello nazionale ed europeo – afferma Francesco Saverio Mennini professore di Economia sanitaria, Università Tor Vergata di Roma – si è ritenuto opportuno coniugare il concetto di One Health con quello di HTA, per quanto riguarda l’analisi e la misurazione di interventi sanitari, socio-sanitari e ambientali. In questo modo si è approdati al concetto di Health In All Policies (HiAP), che si integra perfettamente con l’approccio One Health, che è coordinato, collaborativo e manifesta i suoi effetti sia in termini di tutela della salute delle persone, che degli animali e dell’ambiente, con conseguenze economiche e sociali”.

Ma tutto questo richiede l’utilizzo di uno strumento; quello più utilizzato a livello mondiale per effettuare misurazioni, valutazioni e monitoraggio delle tecnologie e degli interventi sanitari e socio-sanitari è da oltre 50 anni l’HTA. “E quindi – prosegue Mennini – all’interno dell’Intergruppo si è pensato di cominciare a parlare di One Health Technology Assessment (OHTA). Questo ci consente di integrare la parte più metodologica e di strumento scientifico (HTA e TA), con l’altra parte, quella delle informazioni che devono andare a costruire tutto il modello di valutazione. E si collega anche con il concetto dei dati (big data, uniformazione e cultura del dato) e con il problema della privacy dei dati sanitari. Se vogliamo misurare e monitorare a livello politico le conseguenze degli interventi per la tutela della salute animale, umana e dell’ambiente dobbiamo accedere alle informazioni che sono all’interno dei data base. Purtroppo in Italia, l’accesso ai dati e alle informazioni è molto complesso; spesso il garante della privacy impone limiti molto stringenti che rappresentano un unicum a livello europeo; abbiamo interpretato la normativa della privacy in maniera più stringente di tutti gli altri Paesi europei. È necessario quindi risolvere il problema dell’accesso ai dati e alle informazioni, sempre ovviamente tutelando il cittadino. Perché i dati servono per fare programmazione e pianificazione. La OHTA – prosegue Mennini – ci
permetterà di essere i primi a seguire questo approccio integrato tra One Health e HTA e, allo stesso tempo, potrebbe essere l’occasione, come società scientifica, di portare avanti una proposta, che tramite questo Intergruppo potrebbe essere accolta positivamente”.

A livello europeo, molti Paesi hanno un ufficio di Technology Assessment (TA) a livello parlamentare. L’Italia, no. Ma se è vero che le scelte le deve fare la politica, avere degli uffici di TA all’interno del parlamento sarebbe molto importante. Finlandia, Francia, Grecia, Germania, Svizzera, Norvegia, Spagna, UK e Olanda hanno questi uffici. A livello del Parlamento europeo poi esiste il Science and Technology Options Assessment (STOA) che raggruppa e coordina questi uffici. “Questo Intergruppo – conclude Mennini – potrebbe dunque essere il luogo per cominciare a ragionare e costruire un ufficio di TA, che nel nostro caso riguarderebbe più la parte health, ambiente e di salute animale, ma poi potrebbe servire anche per supportare valutazioni e decisioni prese in altri settori della società e dell’economia. Insomma l’OHTA potrebbe caratterizzare i lavori iniziali dell’Intergruppo”.

Come visto, centrale a tutta la conversazione è il tema della privacy, legato alla condivisione dei dati. “L’Intergruppo è un’iniziativa di stimolo che può essere molto virtuosa per le premesse da cui muove – commenta Luigi Principato professore di Diritto Costituzionale, Università della Tuscia – La riservatezza come limite alla salute è una chiave di lettura di questo sintagma salute-riservatezza, che non condivido. La riservatezza è un’opportunità, non un limite per la salute. Solo nella riservatezza del dato possiamo introdurre meccanismi di elaborazione virtuosa che diventano premianti per la salute del singolo, ma anche per la dimensione collettiva della salute”. Cambiando questa lettura della riservatezza non più limite, ma opportunità nella tutela del dato sanitario, potrebbero innescarsi dei meccanismi virtuosi dei quali si vedrebbero gli effetti attraverso una migliorata
efficienza del sistema organizzativo.

“È impensabile oggi incontrare limiti così significativi – prosegue Principato – che derivano da una lettura forse non troppo ponderata della disciplina sulla privacy al trattamento del dato sanitario. La riservatezza è il presupposto del trattamento del dato sanitario; in
quanto ‘riservato’ lo posso trattare, con tutti gli accorgimenti doverosi, perché sono tanti gli interessi che entrano in gioco e tutti devono essere ponderati e tutelati. Ma la possibilità del trattamento del dato a livello scientifico apre a universi cognitivi, che poi diventano fortemente virtuosi per una efficienza dell’azione pubblica sulla tutela della salute. E questo porta a ricadute sulla tutela individuale e sulla salute collettiva”.

La sfida con la quale dovrà confrontarsi l’Intergruppo One Health è dunque doppia, sul piano delle tecnologie e delle regole. Un aiuto potrà arrivare dalle nuove tecnologie, mettendo insieme cervelli e competenze su questi temi per costruire una politica davvero One Health, capace di agire a monte, anziché a valle. Certo, gli obiettivi dell’Intergruppo sono molto ambiziosi, ma la macchina si è messa in moto. E l’appuntamento per tutti è a settembre.

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