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Caro benzina, è una stangata da 10,7 miliardi di euro: appello dei consumatori al Governo

La situazione dei prezzi dei carburanti in Italia sta suscitando un’ondata di preoccupazione tra associazioni dei consumatori e cittadini. Gli appelli a un intervento del governo per affrontare il fenomeno del “caro carburanti” si fanno sempre più insistenti, mentre si analizzano gli impatti diretti e indiretti di questi rincari sulla vita quotidiana dei cittadini italiani.

Secondo Assoutenti, un’associazione di consumatori, i recenti aumenti dei prezzi dei carburanti potrebbero avere un costo complessivo di 10,7 miliardi di euro per gli italiani, considerando sia gli effetti diretti che indiretti. Questo si traduce in un aumento di circa 417 euro all’anno per una famiglia tipo.

Nonostante le richieste di intervento da parte delle associazioni dei consumatori, il governo sembra adottare un approccio differente. Palazzo Chigi, la residenza ufficiale del Primo Ministro, si difende sollevando lo scudo del taglio al cuneo fiscale come misura di protezione contro le critiche e le pressioni provenienti dall’opposizione e dalle organizzazioni di categoria.

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha sottolineato che tagliare le accise della benzina “costerebbe un miliardo al mese, 12 miliardi l’anno”. Invece, il governo ha utilizzato tali fondi per tagliare il cuneo fiscale e ha annunciato l’intenzione di proseguire in questa direzione con la prossima legge di Bilancio.

La spiegazione governativa trova sostegno anche nel ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, che ha indicato come un taglio ai costi dei carburanti potrebbe favorire chi utilizza veicoli più potenti e consuma quindi più carburante.

Tuttavia, questo approccio solleva ulteriori questioni, specialmente in un Paese in cui l’88% delle merci viene trasportato su gomma per raggiungere negozi, supermercati e centri commerciali. I rincari dei carburanti inevitabilmente impatteranno sui prezzi al dettaglio, inclusi quelli dei beni di prima necessità. Questo potrebbe contribuire ad accendere ulteriori fiammate di aumento dei prezzi in un contesto in cui l’inflazione sta già mostrando segni di rallentamento.

La Federazione europea degli operatori della logistica integrata è stata particolarmente critica nei confronti del governo italiano, affermando che le accise sui carburanti rappresentano indirettamente una forma di tassazione sulle spalle dei cittadini. Questo modello continua a beneficiare le casse statali, come dimostrato da un gettito di circa 2,27 miliardi di euro derivante dalle accise e dall’IVA sui carburanti durante i giorni di grande movimento delle vacanze.

Di fronte a queste dinamiche, le associazioni dei consumatori stanno unendo le loro voci per chiedere un intervento governativo sulle accise dei carburanti. Il Codacons ha avanzato una proposta interessante: l’istituzione del premio “Attila” per chi adotta aumenti eccessivi, etichettandoli come “nemici dei consumatori”.

In conclusione, il dibattito sul caro carburanti in Italia evidenzia l’importanza di trovare un equilibrio tra le esigenze economiche dello Stato e il benessere dei cittadini. Gli appelli per un intervento governativo risuonano sempre più forti, e la popolazione è in attesa di vedere come il governo affronterà questa questione complessa.

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