La partita per il rinnovo del Consiglio di Amministrazione di Mediobanca sta scuotendo non solo i soci della banca, ma ha anche generato tensioni all’interno di Delfin, la holding controllata dai figli di Leonardo Del Vecchio. Luca, Clemente e Paola Del Vecchio, eredi dell’imprenditore, hanno inviato una lettera al consiglio di amministrazione di Delfin, che detiene il 19,8% di Mediobanca, esprimendo preoccupazione per non essere stati informati sulle recenti iniziative riguardanti la banca.
Le loro preoccupazioni riguardano principalmente le trattative condotte con i vertici di Mediobanca per la composizione di una lista comune per il nuovo consiglio di amministrazione. I tre figli di Del Vecchio si sono chiesti se il presidente di Delfin, Francesco Milleri, abbia agito da solo, dato che i media avevano menzionato solo il suo nome in relazione a queste trattative.
In risposta alla richiesta di informazioni dei figli di Del Vecchio, il consiglio di amministrazione di Delfin ha suggerito di non dare troppo credito a quanto riportato dai media e ha sottolineato che Milleri ha agito con il mandato unanime del consiglio. Inoltre, è stato spiegato che il consiglio non poteva divulgare ulteriori dettagli sulla situazione a causa di un accordo di riservatezza con Mediobanca.
I tre figli contestatori sono stati invitati a non inviare ulteriori lettere e sono stati avvertiti che se queste informazioni diventassero di dominio pubblico, potrebbero essere considerate responsabili di turbativa di mercato.
È importante notare che la richiesta di informazioni non è stata sottoscritta dagli altri figli di Leonardo Del Vecchio, che erano già divisi su questioni testamentarie e che hanno lasciato Milleri al di fuori del consiglio di amministrazione di Delfin insieme a una significativa quota di azioni di EssilorLuxottica.
L’assemblea del 28 ottobre sarà cruciale, poiché vedrà sfidarsi la lista del consiglio di amministrazione uscente e quella di Delfin. La partecipazione è attesa essere significativa, con l’interesse degli azionisti grandi e piccoli incentrato sulla battaglia per il rinnovo del consiglio di amministrazione, una situazione senza precedenti nella storia di Mediobanca. Gli investitori istituzionali, che rappresentano circa il 45% del capitale, sono pronti a entrare in gioco, insieme al retail, per la raccolta delle deleghe tramite Morrow Sodali.