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Credito, i difficili equilibri in BCE e una possibile pausa sui rialzi dei tassi d’interesse

Le condizioni di accesso al credito stanno diventando sempre più restrittive, sia per le famiglie che per le imprese, e la domanda di prestiti sembra rallentare. Questo scenario è amplificato dalle crescenti preoccupazioni sull’andamento dell’economia e l’incremento graduale dei tassi di interesse. La Banca Centrale Europea (BCE) si troverà ad affrontare una riunione mensile con numerosi fattori da tenere in considerazione per quanto riguarda le decisioni sui tassi di interesse. Un ulteriore rialzo potrebbe innescare critiche da parte di più Paesi.

L’esito più probabile sembra essere una pausa dopo dieci rialzi consecutivi che hanno portato il costo del denaro al massimo storico del 4,5%. La BCE si trova a valutare una situazione complessa, resa ancora più complicata dalla crisi geopolitica internazionale, come la guerra in Medio Oriente, che ha provocato un aumento dei prezzi del petrolio e del gas. In questo contesto, ci si aspetta che la BCE adotti un atteggiamento di estrema cautela.

Sul fronte dell’economia, gli indici PMI (Purchasing Managers Index) dell’Eurozona, che forniscono una panoramica dello stato di salute dell’economia, hanno evidenziato un ulteriore calo. L’indice composito è sceso ai minimi degli ultimi 35 mesi, passando da 47,2 a 46,5 rispetto a settembre. L’indice della manifattura è sceso a 43 da 43,4, mentre l’indice dei servizi è sceso a 47,8 da 48,7. Anche l’Italia presenta segnali contrastanti con un PIL che mostra variazioni contenute e prospettive economiche incerte.

Il settore del credito ha fornito ulteriori segnali preoccupanti. Secondo il Bank Lending Survey di ottobre della BCE, gli standard creditizi delle banche si sono ulteriormente stretti in tutte le categorie di prestito, più del previsto dalle banche stesse. La domanda di finanziamenti da parte di imprese e famiglie è diminuita notevolmente, influenzata dai tassi di interesse elevati, dalla riduzione degli investimenti fissi e dalla scarsa fiducia dei consumatori dovuta al peggioramento delle prospettive economiche.

Sebbene gli aumenti dei tassi di interesse abbiano avuto un impatto positivo sulla redditività delle banche, queste ultime prevedono che tale effetto diminuirà nei prossimi mesi a causa di una minor incidenza sui margini e di maggiori accantonamenti. Il vicepresidente della BCE, Luis De Guindos, ha sottolineato che “non è ancora il momento di pensare ad allentare le riserve di capitale macroprudenziali. Nonostante il difficile contesto macrofinanziario, le banche sono attualmente resilienti e redditizie”.

In sintesi, la BCE si trova di fronte a una serie di sfide che includono il rallentamento dell’economia, gli aumenti dei tassi di interesse, la crisi geopolitica e il deterioramento delle prospettive economiche. La prossima riunione della BCE sarà cruciale per valutare le misure da adottare per sostenere l’economia e garantire la stabilità finanziaria in un contesto economico incerto.

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