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Rete Tim, Vivendi minaccia azioni legali per bloccare la vendita di Netco a Kkr

Il gruppo media francese Vivendi, il principale azionista di Telecom Italia (Tim) con una quota del 23,7%, sta facendo sentire la sua voce e minaccia una battaglia legale sulla questione della vendita di Netco al fondo americano Kkr. In una lettera indirizzata al consiglio di amministrazione di Tim, Vivendi ha sollevato preoccupazioni significative e ha richiesto che sia l’assemblea straordinaria a decidere sulla cessione di Netco, minacciando di ricorrere ai tribunali se questo non avvenisse.

La posizione di Vivendi è che la vendita di Netco rappresenti una modifica dell’oggetto sociale di Tim e, di conseguenza, del suo statuto. Pertanto, ritengono che il parere dei soci debba essere ricercato in un’assemblea straordinaria. A sostegno di questa tesi, Vivendi ha presentato ben cinque pareri legali redatti dai professori Marco Maugeri e Filippo Modulo dello studio Chiomenti, Giuseppe Ferri e Giuseppe Guizzi, Paolo Montalenti, Mario Notari e Vincenzo Pinto.

La lettera inviata al consiglio di amministrazione mette in guardia i consiglieri sulla responsabilità, anche personale, che potrebbero assumersi se approvassero la vendita senza il passaggio attraverso un’assemblea straordinaria. Vivendi preannuncia anche un duro scontro tra Tim e il suo principale azionista.

Il consiglio di amministrazione di Tim si riunirà il 3 e il 5 novembre per esaminare l’offerta vincolante di Kkr su Netco e quella non vincolante su Sparkle, entrambe sostenute dal governo italiano. Questa doppia riunione sottolinea la determinazione del Ceo di Tim, Pietro Labriola, e del suo consiglio di amministrazione nel chiudere questa operazione. Tuttavia, sembra che l’iter di approvazione sia diverso da quanto richiesto da Vivendi.

Il consiglio di amministrazione di Tim ha a disposizione tre pareri legali che considerano la cessione della rete come un atto gestorio nell’ambito della competenza del consiglio di amministrazione. Al massimo, il consiglio potrebbe richiedere un parere da un’assemblea consultiva e ordinaria, come è stato fatto da Atlantia durante la vendita di Autostrade.

La strada scelta sarà fondamentale per il successo dell’operazione. In un’assemblea straordinaria, che richiede il voto dei due terzi dei soci, Vivendi ha buone possibilità di bloccare la vendita. Al contrario, in un’assemblea ordinaria, il potere di interdizione di Vivendi verrebbe ridotto. La valutazione di Netco e Sparkle da parte di Kkr supera i 20 miliardi di euro, debito incluso, con la possibilità di avvicinarsi a 24 miliardi in alcune condizioni. Tuttavia, Vivendi considera questa cifra insufficiente, proponendo un valore di 30 miliardi di euro per la rete. Inoltre, sorgono dubbi sulla sostenibilità della service company che rimarrà dopo lo scorporo.

La vicenda mette in evidenza un conflitto significativo tra gli azionisti e il consiglio di amministrazione di Tim, con ripercussioni importanti per il futuro dell’azienda e del settore delle telecomunicazioni in Italia. Resta da vedere come si svilupperà questa controversia e se sarà necessaria l’intervento dei tribunali per trovare una soluzione definitiva.

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