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Coltiviamo Roma: l’agricoltura urbana come volano di innovazione

La campagna salverà la città. ‘Coltiviamo Roma – terra, cibo comunità’ è la terza conferenza cittadina sull’agricoltura, ed è il contesto da cui partono i nuovi progetti di agricoltura urbana.  Nasce da Roma una visione nuova del ‘settore primario’ e si tracciano gli step di passaggio verso una agricoltura più innovativa.

L’agricoltura di qualità guarda al futuro e mette insieme giovani e donne, con l’obiettivo di garantire a tutti accesso al cibo sano. In questo senso, Roma si inserisce a pieno titolo nell’ambito delle iniziative promosse dalla Fao, che valorizzano il ruolo dell’Urban gardening: a livello globale circa un miliardo di persone è coinvolto nell’agricoltura urbana, che interessa maggiormente il sud del mondo.

“L’agricoltura urbana è spesso fuori dalle statistiche, e dai censimenti formali” racconta Guido Santini, coordinatore del food systems programme della Fao, che rispetto all’Italia sottolinea come “Milano e Torino, oltre a Roma, si sono attrezzate per realizzare delle Food Policy, ma anche Bologna. Sta attecchendo ovunque, come fenomeno, perché ha numerosi valori aggiunti, a partire dal fatto che contribuisce all’inclusione sociale, alla connessione fra persone nelle città, a integrare le persone nel tessuto urbano. Contribuisce anche a creare una cintura verde nelle città, a renderle più sostenibili e a ridurre l’effetto isola di calore, ma contribuisce soprattutto a creare una fucina di idee e di innovazione, ed è un veicolo indispensabile per la diffusione della sicurezza alimentare”.

Un momento della Conferenza

Ci sono molte sfide che toccano le città, e soluzioni che possono arrivare da una maggiore consapevolezza dei processi di agricoltura urbana. Ci saranno circa 9 mld di persone nel mondo, entro il 2050, secondo le stime Fao, mentre già oggi il 54% della popolazione mondiale, pari a 4mld di persone, vive in aree urbane, e il 70% dell’approvvigionamento di cibo e risorse è destinato alle città. Entro il 2030 si stima che altri due mld di persone si trasferiranno nelle aree urbane, e questo richiede nuove strategie di urbanizzazione consapevole e green, per evitare problemi relativi alle infrastrutture, e per un utilizzo responsabile delle risorse, comprese quelle idriche.

Una soluzione concreta potrebbe venire proprio dall’agricoltura urbana: negli ultimi anni ha incontrato il supporto dei Governi nazionali e locali che hanno cominciato a considerare l’urban gardening come una delle risorse principali per promuovere sicurezza alimentare nelle città e inclusione sociale. Con pandemia e guerra in Ucraina, oltre che con una sempre più impellente crisi climatica, molti Governi hanno cominciato a ripensare modo di produrre, distribuire e trasformare cibo, e la Fao è intervenuta in varie occasioni per rafforzare la resilienza dei sistemi locali, dei sistemi di produzione locale e valorizzare il rapporto fra città e campagne.

L’urban gardening è anche un nuovo motore dello sviluppo urbano, ci sono innovazioni che vengono sviluppate in varie parti del mondo, e diffuse poi come buone pratiche. La Fao ha anche lanciato la ‘green city iniziative’, con lo scopo supportare le città in modo integrato e olistico, trasformarle attraverso l’integrazione degli spazi verdi con nuovi sistemi produttivi. Uno di questi esempi di collaborazione è il Fao Park, che sorge a Villa Panfili e vede la partecipazione del Comune di Roma.

L’area urbana di Roma è molto vocata a questo tipo di nuovo approccio. “L’agricoltura urbana va considerata come fattore produttivo, ma vista anche nel suo insieme, nelle molteplici funzioni, è un mezzo per promuovere sostenibilità urbana in generale, opportunità di lavoro e di reddito per le famiglie più povere, va vista nel suo insieme, non solo come mezzo produttivo alternativo alla tradizionale agricoltura rurale”, ha commentato Sabrina Alfonsi, assessora all’agricoltura del Comune di Roma. Che ha anche presentato i bandi per l’assegnazione di quattro lotti che saranno assegnati ad aziende agricole che potranno operare in tre municipi romani, in cui sono dislocati i lotti destinati all’agricoltura urbana.

In Italia c’è ancora molto da fare, in materia di agricoltura urbana, che è promossa principalmente attraverso progetti specifici settoriali, ma manca ancora l’integrazione con la produzione agricola strutturata. Va poi inserita nella pianificazione urbana e territoriale, nelle strategie di urbanizzazione green. Richiede  anche un cambiamento nel modo di approcciare l’agricoltura e nei meccanismi di governance multiscala, che dovranno coinvolgere attori di varie sfere, sia a livello urbano che rurale, in un contesto più esteso di Food Policy.

I Bandi 

Si tratta dell’assegnazione di terreni agricoli di proprietà comunale, grazie alla partecipazione ai bandi pubblicati dal dipartimento Tutela Ambientale del Comune di Roma. L’obiettivo è quello  di incentivare la nuova imprenditoria agricola e lo sviluppo di aziende multifunzionali in grado di fornire produzioni agroalimentari di qualità a filiera corta e servizi innovativi. Al contempo, vengono restituiti alla produzione dei terreni abbandonati e degradati, e questo consente anche di contrastare il consumo di suolo.
Si tratta di un bando aperto – che recepisce le linee guida della delibera della Giunta Capitolina n.43 del 09 febbraio 2023  – con cui si stabiliscono i criteri di aggiudicazione che favoriscono l’imprenditoria giovanile, anche organizzata in forma cooperativa. E’ previsto un punteggio premiale per i progetti di soggetti under 40 e punti aggiuntivi per imprenditoria di nuovo insediamento. Il bando prevede affidamenti per 15 anni, rinnovabili con canoni stabiliti dai tabellari regionali, agevolandone il pagamento ai giovami imprenditori a partire dal quarto anno e spalmando le prime tre annualità sulle restanti dodici. E’ stata individuata una prima tranche di 4 aree pubbliche (circa 90 ettari complessivi) di cui 3 costituiscono la quota di riserva destinata alle aziende under 40.

Due lotti saranno nel Sesto Municipio” annuncia l’Assessora Alfonsi, che racconta “è il Municipio più popoloso e più povero, che può ancora trovare la propria visione della città, e penso che due lotti per due aziende agricole che verranno possano rappresentare un momento di rinascita. Tanti ragazzi vivono in quel Municipio, spero che le due aziende agricole assegnatarie dei bandi diventino volano di impiego e crescita per quei ragazzi,  che hanno bisogno di occupazione seria, non sfruttata”.
Un lotto è collocato nel Terzo Municipio, al Laghetto della Marcigliana, in piena città. Mentre l’ultimo lotto è nel quarto municipio, nella Valle dell’Aniene, che, come aggiunge l’assessora “si sviluppa in un parco naturale, un luogo naturalistico che può anche puntare sullo sviluppo del  turismo naturalistico”.

Coltiviamo Roma, terra cibo e comunità, risulta quindi una sorta di invito ad avere cura e dedicarsi a produrre valore, anche simbolico e culturale, per costruire e rilanciare il legame essenziale, fonte costante di crescita del tessuto produttivo e sociale di una città.

 

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