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Mutui in rinegoziazione e Credit Crunch: l’impatto della politica anti-inflazione della BCE in Italia

L’impatto delle misure anti-inflazione attuate dalla Banca Centrale Europea (BCE) in Europa sta mettendo a dura prova le famiglie e le imprese italiane. La recente serie di rialzi dei tassi d’interesse ha portato a un aumento del costo dei mutui e dei finanziamenti alle aziende, creando difficoltà finanziarie per molti.

La BCE ha innalzato i tassi di interesse per controllare l’inflazione, e sebbene abbia temporaneamente sospeso questa serie di aumenti a fine ottobre, il tasso di rifinanziamento principale rimane al record storico del 4,50%. Questa situazione sta costringendo famiglie e imprese a rinegoziare i loro mutui e a cercare modi per far fronte all’inasprimento delle condizioni di prestito.

Secondo l’Associazione Bancaria Italiana (ABI), i primi nove mesi del 2023 hanno visto un boom di rinegoziazioni dei mutui, con un ammontare complessivo di 17,4 miliardi di euro, rispetto ai 5,1 miliardi nello stesso periodo del 2022. Le famiglie hanno cercato di proteggersi dagli aumenti delle rate dei mutui a tasso variabile, richiedendo estensioni dei piani di ammortamento, conversioni da variabile a fisso e revisioni dei tassi di interesse.

Questa tendenza è stata osservata anche a livello europeo, ma in Italia ha avuto un’incidenza maggiore. Mentre l’incidenza delle rinegoziazioni dei mutui sul totale delle nuove erogazioni nell’area dell’euro è del 24,4%, in Italia è del 34,4%. Ciò è in parte dovuto al fatto che la quota di mutui a tasso fisso in Italia è del 63% del totale, offrendo maggiori opportunità di rinegoziazione rispetto ai mutui a tasso variabile.

Per aiutare le famiglie in difficoltà a far fronte alle rate del mutuo, l’ABI ha sviluppato una nuova “Guida” per il Fondo di Solidarietà, che spiega come sospendere le rate del mutuo, quali mutui sono coperti, la procedura per accedere alla misura e le ultime novità. La guida si concentra principalmente sul Fondo di Solidarietà per i mutui per l’acquisto della prima casa, noto come Fondo Gasparrini, un’iniziativa di collaborazione tra istituzioni pubbliche e banche italiane per affrontare situazioni di emergenza.

Tuttavia, la situazione è complicata anche per le imprese italiane. Secondo l’Ufficio Studi della CGIA di Mestre, tra agosto 2022 e agosto 2023, le risorse finanziarie concesse dalle banche alle imprese italiane sono diminuite del 7,7%, equivalente a 55,8 miliardi di euro. Le imprese con meno di 20 dipendenti, che costituiscono il 98% delle aziende in Italia, hanno subito una contrazione del 7,7%, mentre quelle di dimensioni maggiori hanno visto un calo del 7,5%.

Questa situazione crea preoccupazioni per l’accesso al credito e la capacità delle imprese di investire e crescere. L’andamento economico dell’Italia, combinato con la politica anti-inflazione della BCE, sta mettendo sotto pressione sia famiglie che aziende, e sarà fondamentale monitorare come questa situazione si sviluppa nei prossimi mesi.

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