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Sistema agricolo globale e costi nascosti: la ricerca Fao

L’agroalimentare ha delle ricadute negative globali pari a 10 mila miliardi di euro.
A tanto ammontano gli  ‘hidden costs’  del sistema agricolo mondiale, secondo quanto emerge dall’edizione 2023 della ricerca annuale Fao: il Sofa – The state of food and agricolture – che dal 1947 fotografa lo stato dell’arte del settore agricolo e ne valuta l’impatto nel campo dell’alimentazione. Per la prima volta la ricerca focalizza l’attenzione sui ‘costi nascosti’, costi indiretti che incidono su salute, ambiente e società. La ricerca ha riguardato 154 paesi in tutto il mondo, registrando un impatto complessivo pari al 10% del Pil globale.

“Quello dei costi è sicuramente un dato importante che viene evidenziato dal report e siamo consapevoli che su questo ci sarà molta attenzione”, ha commentato Andrea Cattaneo, Senior Economist alla Fao e Team Leader del Sofa, che ha voluto sottolinearne anche l’aspetto positivo: “l’headline message è che tutti possiamo lavorare per ridurre quei costi, perché si tratta di un numero importante, ma innesca una sfida per tutte le Nazioni, perché con un’analisi globale si può fare una programmazione chiara, rispetto ai costi da ridurre. Questo può essere un altro elemento importante, positivo, da comunicare”.
Gli hidden costs non rientrano nelle economie di mercato, non sono visibili ma possono avere grandissimo impatto sull’ambiente, sulla salute e sulla società.

Andrea Cattaneo, Senior Economist alla Fao e Team Leader del Sofa

Lo stato dell’arte

Secondo il Sofa circa il 70% dei costi nascosti è dovuto ad una alimentazione scorretta, con eccesso di grassi e zuccheri, che porta all’obesità e può far insorgere malattie non trasmissibili, può causare perdite in termini di produttività del lavoro, con un impatto particolarmente elevato nei paesi ad alto e medio reddito.
Un quinto dei costi totali sono legati all’ambiente: generati dalle emissioni di gas a effetto serra e azoto, dal cambiamento dell’uso del suolo e dall’uso dell’acqua. Questo è un problema che riguarda tutti i Paesi, probabilmente sottostimato a causa dei dati che non sono disponibili in egual misura in tutti i contesti analizzati.
A essere più colpiti dagli effetti negativi degli ‘hidden costs’ sono i Paesi a basso reddito: il sistema agroalimentare rappresenta più di un quarto del loro Pil – e sono quindi associati alla povertà e alla denutrizione, con dati che indicano come ad essere più interessate da gravi fenomeni di inquinamento siano proprio l’acqua e l’aria.
Per contro, è pari a circa il 12% del Pil l’impatto dei costi nascosti nei Paesi a reddito medio, e scende all’8% nei Paesi ad alto reddito.
Dal rapporto Fao emerge quindi la necessità di un’analisi più regolare e dettagliata da parte dei Governi e del settore privato rispetto ai costi nascosti o ‘reali’ del sistema agroalimentare, una contabilità dettagliata a cui possano seguire azioni di mitigazione dei danni. L’obiettivo è quello di fornire ai decision makers quelle informazioni, il più complete e dettagliate possibili, che possano aiutare a fare valutazioni concrete del sistema agrifood, indentificando e implementando le migliori soluzioni per migliorarlo.

La metodologia

Il nuovo rapporto della FAO, tuttavia, è il primo a disaggregare i costi nascosti fino al livello nazionale e garantire che siano comparabili tra le categorie di costo e tra i Paesi.
Al fine di approfondire la ricerca in maniera più dettagliata possibile, per la prima volta in assoluto due edizioni consecutive del Sofa saranno dedicate allo stesso tema: a partire dal 2023, che presenta le stime iniziali, mentre nel 2024 si andranno a valutare in maniera più mirata le possibili soluzioni.
I Governi possono agire in vari modi per regolare i sistemi agroalimentari e portare risultati migliori nel complesso. Imposte, sussidi, legislazione e regolamentazione sono tra questi. Il cambiamento del sistema può essere frutto solo di un’azione collettiva, che abbia l’obiettivo di scoprire il reale impatto del sistema agrifood e orientare le decisioni per il futuro con un maggior approccio alla sostenibilità.
“Di fronte alle crescenti sfide globali, quali disponibilità di cibo, accessibilità alimentare e accessibilità alimentare; crisi climatica; perdita di biodiversità; rallentamenti e cali economici; aggravamento della povertà; e altre crisi che si sovrappongono, il futuro dei sistemi agroalimentari dipende dalla nostra volontà di apprezzare tutti i produttori alimentari, grandi o piccoli, per riconoscere i costi reali, e capire l’impatto delle azioni dei singoli, e comprendere quali rimedi attuare” ha commentato QU Dongyu,  direttore generale della Fao. “Mi auguro che questa relazione serva da invito all’azione per tutti i partner – dai politici e dagli attori del settore privato ai ricercatori e ai consumatori – e ispiri un impegno collettivo per trasformare i nostri sistemi agroalimentari per il miglioramento delle condizioni globali”.

Sede Fao a Roma

Il rapporto rileva inoltre che le innovazioni nella ricerca e nei dati, nonché gli investimenti nella raccolta di dati e nello sviluppo di capacità, saranno necessari per scalare l’applicazione della contabilità dei costi reali, in modo da poter informare il processo decisionale in modo trasparente e coerente.
Da cosa dipendono i costi nascosti? Sono generati a margine di errate valutazioni del mercato, quando le risorse disponibili non sono allocate in maniera corretta ed efficiente. Errori istituzionali, se non viene fornito un supporto per lo sviluppo, ed errori politici, nel caso non vengano definiti degli obiettivi precisi. L’insieme di questi elementi può portare a generare ingenti costi per la società.

La tavola rotonda

A margine della presentazione del Sofa 2023 si è tenuta una tavola rotonda che ha visto coinvolte: Carla Barroso Carneiro, ambasciatore e rappresentante permanente del Brasile nella Fao, Krisztina Bende, Ambasciatore e rappresentante designato per la Svizzera nella Fao e Kathleen Merrigan, direttore esecutivo e professore presso il centro Swette per il cibo sostenibile, nell’università dello Stato di Arizona.
“Quando ho ricevuto l’invito e ho cominciato a leggere il sommario sono rimasta molto sorpresa: si parlava di costi dell’agricoltura e non dei benefici, e questa mi è sembrata una sfida interessante”, ha commentato Carla Barroso. “Il fatto poi che si parlasse di problemi legati alla nutrizione, invece, non ci ha stupiti, perché in Brasile questo è un tema molto diffuso, sentito. Ci sono persone che non possono scegliere come nutrirsi, perché non hanno la disponibilità economica che consenta loro di comperare cibo sano. Se un’insalata costa cinque euro e un tramezzino un euro, cosa pensate che verrà acquistato?” E’ importante quindi, per Barroso, che sia garantito l’accesso al cibo di qualità per tutti, e che al contempo vengano forniti incentivi e sostegno economico ai produttori, piccoli o grandi, perché possano implementare delle pratiche produttive più sostenibili.
Questo è solo l’inizio” mette in guardia Kathleen Merrigan, collegata da remoto, “Sofa parla di povertà e malnutrizione, e le annovera fra i costi non contemplati dell’attuale sistema agricolo, ma è davvero una sorpresa? Dovremo però impegnarci a trovare strumenti per produrre cibo sano, sufficiente a nutrire la popolazione mondiale, sempre crescente. Dobbiamo poi tener conto dei working poors, i lavoratori del settore che restano però in condizione di povertà estrema, speriamo che tutte le Nazioni, guardando questi dati, comprendano che siamo in una situazione delicata”. Parlare di questi “costi sociali”, renderli visibili, consente di capire quanti e quali sono gli errori che sono stati commessi. In America, ad esempio, c’è l’ulteriore conseguenza dello spopolamento delle zone rurali, da cui si registra una continua fuga di giovani, tanto che lo stesso presidente Biden ha parlato chiaramente della necessità di investire in nuovi processi e buone pratiche che riguardino l’America rurale.

Il Sofa 2024

Per la prima volta la ricerca avrà lo stesso tema per due anni consecutivi. La metodologia del prossimo report è in fase di sviluppo, come ci ha raccontato ancora Andrea Cattaneo: “Stiamo contattando i Paesi in giro per il mondo per avere innanzitutto un feedback  su come questi costi nascosti si rapportano alle singole economie classiche, ed in rapporto a quelle che sono le opzioni di sviluppo locali”. Si parla molto della necessità di trasformare i sistemi agroalimentari, di modo che impattino in maniera diversa, meno negativa, su ambiente, salute e società. “Il progetto è nato perché ci sono cose che erano note, come il rapporto fra sistema agroalimentare e cambiamento climatico, anche in termini di emissione di gas serra, ad esempio. Ci sono però altri elementi che sono emersi negli ultimi anni”, continua Cattaneo “come l’impatto sulla salute. Quindi abbiam pensato di andare a verificare come questi costi nascosti si rapportavano a quelle che sono le economie nei vari contesti a livello mondiale, e ne è venuto fuori un approccio nuovo, interessante”. L’idea sarà quella di fare studi più approfonditi per alcuni Paesi, entrando più nel dettaglio e sfruttare la ricchezza dei dati per far emergere soluzioni concrete e rapide ad un problema che è sempre più cogente.

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